Reduce dal successo di Antigone (la nostra recensione al link), messinscena che è rimasta nel cuore di chi scrive per aver saputo aprire una breccia in quel complesso universo dell’umanità, dell’essere umani e, soprattutto, di quel cercare di restare umani, pur nella sofferenza di scelte che aprono il conflitto eterno tra legge e coscienza, ragione ed esistenza, Roberto Latini dal 27 luglio al 3 agosto è alla direzione artistica della ventitreesima edizione di OrizzontiFestival.
Una “festa”, così definisce Orizzonti Roberto Latini, che animerà la cittadina toscana di Chiusi e che sarà articolata in diversi spazi cittadini dove verranno presentati quarantaquattro appuntamenti. Ognuno di essi nasce dal desiderio di creare un confronto; di celebrare lo stare insieme in “un tempo che diventa spazio”; di mettere “il teatro al centro della riflessione del pensiero contemporaneo”.
Un teatro per la comunità e della comunità. Un teatro per gli altri e con gli altri.
Gli artisti (Mariangela Gualtieri, Maria Paiato, Francesca Mazza, Vetrano e Randisi, Marco Baliani, Daria Deflorian, Danio Manfredini, Rezza/Mastrella) proporranno le performance da presentare. Per le Serate d’onore a loro dedicate nulla è prestabilito.

Gli spettacoli sono stati scelti senza seguire la logica delle “prime” rappresentazioni e dei “debutti”. Il fil rouge è il voler riflettere sul nostro presente, il voler capire il senso del teatro e della nostra capacità di saper ancora immaginare oltre le consuete prospettive di “ricettività”. Da Finale di partita di Teatrino Giullare a Voodoo di Masque Teatro, da Sandokan, o la fine dell’avventura de I Sacchi di Sabbia a La Buca di Nerval Teatro, da Him di Fanny & Alexander a Risate di gioia. Storia di gente di teatro de Le Belle Bandiere.
Nel fitto calendario, non mancheranno poi le visitAzioni in alcuni luoghi d’arte di Chiusi (da menzionare al Chiostro di San Francesco il Teatro del Lemming con Edipo. Tragedia dei sensi per uno spettatore), le lectiones magistrales di Gennaro Carrillo, Virgilio Sieni, Lisa Ferlazzo Natoli, Claudio Morganti, Marco Baliani, soltanto per nominarne alcune/i.
Dunque, una festa extra-ordinaria durante la quale, come nel teatro di Roberto Latini, sono i corpi e le voci a incontrarsi e a ritrovare l’altro da sé nel “concerto corale” di specchi e di riflessi proprio come è avvenuto nell’Antigone.
Il titolo del Festival che dirigerà dal prossimo 27 luglio ha un titolo particolare: Con gli occhi degli altri.
Chi sono gli altri?
Gli altri non sono, gli altri siamo, come siamo il teatro. Gli altri sono il plurale che ci contiene e in cui possiamo sfumare la percezione monodose della nostra quotidianità.
Ha dichiarato che Orizzonti non sarà un festival, ma una festa per celebrare le arti sceniche. Come si conciliano il tempo e lo spazio della festa con le opere, le artiste e gli artisti presenti?
Condividendo la programmazione. Affidando agli altri, agli occhi degli altri, al sentire degli altri, al loro pensare, al loro agire, reagire, riagire, la responsabilità di quanto accade oltre il sipario.
La responsabilità è di tutti i presenti, che sono nella fondamentale duplice accezione di ospiti.

Gli spettacoli rappresentati non saranno delle prime assolute, ma delle messinscene cult. Qual è il significato di tale scelta?
Questa sezione è l’unica che ho effettivamente dettagliato, quella che dichiara un atteggiamento rispetto alle politiche di programmazione del settore. Possiamo fare a meno dei debutti o interpretarli in altro modo, considerarli debutti per chi non li ha visti. Ci sono tanti spettacoli mancati, per vari motivi e occasione; avere una nuova possibilità di intercettarli è fondamentale.
È politica culturale. Non possiamo immaginare davvero dove andare se non sappiamo da dove veniamo.
Cos’è per lei la “comunità teatrale” e che cosa l’incontro con il pubblico?
La comunità teatrale è forse quel posto forse intorno a noi in cui forse andiamo forse a rinnovare i forse.
Invece, incontro con il pubblico è l’occasione vera dell’occasione tra platea e palco. Il teatro rivela ciò che sembra: non c’è altra definizione così distante dalla verità di quella di “pubblico”. Non è mai vero che sia pubblico, in pubblico o pubblicabile.

Dopo i recenti tagli inferti dal Ministero della Cultura a teatri, centri di produzione, festival e compagnie, se dovesse definire con una parola la situazione del Teatro italiano quale le viene in mente di primo acchito?
Unaparolaincapaceperchépurtroppoviviamoinunpaeseincuilasogliadelloscandaloèessastessaunavergogna.
OrizzontiFestival, Chiusi (SI), dal 27 luglio al 3 agosto 2025.
Per tutte le informazioni si rimanda al sito:
www.orizzontifestival.it