Ci è capitato di vedere, a distanza di poche ore, due opere che, in forme diverse, si concentrano sui dispositivi della visione e sull’essenza spirituale di alcune città italiane la cui bellezza travolge e ferisce.
La pellicola Tootsie, diretta da Sydney Pollack e uscita nelle sale nel 1982, è passata alla storia per la straordinaria interpretazione di Dustin Hoffman nel doppio ruolo di Michael Dorsey e del personaggio femminile Dorothy
È iniziato il Festival Equilibrio promosso dall’Auditorium Parco della Musica ma, nel frattempo, altri appuntamenti con la sintassi coreutica si imprimono in alcuni spazi romani in una continuità decisamente ricettiva, di grande “ascolto”, quasi a
In Bocconi amari-Semifreddo, la scena mostra l’interno cupo e malandato di un appartamento. In mezzo un tavolo con cinque sedie attorno. Protagonista è una famiglia dilaniata, confinata nei rimorsi passati, sepolta in se stessa. Concepito
La memoria è un buco. Un buco che si è formato a forza di scavare, di ricordare. Dentro c’è finito di tutto e questo tutto, nel tempo, si è stratificato al tal punto che non
Adagiata su una poltrona avvolgente, il corpo minuto, Elena dorme in penombra. Intorno a lei, tendaggi bianchi dal sapore antico, un catino di metallo, bottiglie, bicchieri, uno specchio impolverato. Nulla lascia trapelare i fasti di
Gli autori del teatro “leggero”, quello comico per intenderci, spesso si concentrano nel creare situazioni paradossali e divertenti, talvolta esilaranti, ma a volte trascurano il plot. In questi casi, è facile uscire da uno spettacolo
Un teatro antico che oggi è modernissimo. Perché? “Innanzitutto perché recitiamo senza microfoni, una cosa fondamentale perché in questo modo il pubblico sente il contatto e capisce che lì c’è il residuo di qualcosa che
«La Storia è scritta da donne e uomini, artefici e vittime di loro stessi», scrive Giancarlo Sepe per presentare la sua nuova esperienza teatrale, Femininum Maskulinum, andata in scena a Roma al Teatro La Comunità.
Aspetti esotizzanti hanno attraversato il lavoro di scavo di Michele Di Stefano e della compagine mk, in quanto contributo critico all’idea stessa di corpo scenico e di impaginazioni coreografiche smussate da un certo voyeurismo desiderante.