C’è qualcosa di meraviglioso e insondabile in questo Perfect Days di Wim Wenders, già in concorso all’ultimo Festival di Cannes e attualmente nella shortlist dei 15 titoli in corsa per l’Oscar al Miglior Film Internazionale
Ken Loach non è solo un regista e un artista di grande spessore -ma anche un punto di riferimento storico-culturale – al quale poter ricorrere nei momenti in cui si abbiano dubbi su come possa
C’è ancora domani non è soltanto un successo di pubblico ma anche un’idea vincente rispetto a tematiche molto diffuse ma raramente approfondite. La regia di Paola Cortellesi, attrice affermata nel panorama cinematografico italiano, è la
Presentato nella sezione Freestyle alla recente Festa del Cinema di Roma, l’ultimo lungometraggio di Daniele Vicari Fela il mio dio vivente pare inscritto nel segno della scoperta fin dall’origine. Era il 2019 e, guarda caso
Anita Pallenberg non è solo la “ragazza” dei Rolling Stones, come spesso veniva definita negli anni Settanta. Ha rappresentato un’icona di stile, una donna raffinata e semplice al contempo, una allora ragazza che avuto il
Roman Polański ci porta in un mondo mostruoso, in cui la realtà supera qualsiasi assurda surreale distorsione dell’umanità. C’è chi è rimasto deluso nel vedere l’ultima fatica di Roman Polański, ma ciò significa non conoscerlo.
Non diremo nulla di nuovo, lo sappiamo, sostenendo che Io Capitano, opera ultima di Matteo Garrone, in sala dal 7 settembre con 01Distribution, è un film potentissimo, di quelli che vanno assolutamente visti. Già insignita
La prima impressione, che poi si rivela sempre quella corretta, è che bisogna alzare lo sguardo oltre i confini nell’approcciarsi all’ultimo lungometraggio di Marco Amenta, Anna, scritto insieme con Anna Mittone e Niccolò Stazzi (con
È stato un anno in cui i vincitori sono stati eletti in modo molto coeso, ma senza una vera partecipazione della critica, che è stata esclusa dalla giuria Festival. Non ci sono mai stati dubbi
È in sala La bella estate, scritto e diretto da Laura Luchetti, «liberamente tratto» (l’avverbio nei titoli di testa) dall’omonimo romanzo breve che Cesare Pavese scrisse nel 1940 e con lo stesso titolo raccolse in