Non è difficile immaginare che in una capitale europea come Berlino risiedano realtà vivacissime dal punto di vista teatrale. Forse non tutti, però, sanno che vi si sono insediate e sviluppate, negli ultimi vent’anni, compagnie
Scritta alla fine degli Anni Cinquanta la commedia noir Otto donne e un mistero (titolo originale Huit femmes) è sicuramente la composizione più nota del francese Robert Thomas (1927-1989). Il testo riscosse immediatamente il favore
Il Teatro di Villa Torlonia di Roma ha dedicato l’intero mese di marzo all’attrice Elena Arvigo, la quale ha messo in scena tre testi formidabili. Il trittico Arvigo si è aperto il primo marzo con
Dopo il successo dello scorso novembre torna sulla scena del Brancaccino di Roma, dal 4 al 7 aprile Zozòs di Giuseppe Manfridi. Una buona occasione per riproporre la visione critica dello spettacolo realizzata, nella stagione
I giganti della montagna è molto probabilmente l’opera più emblematica che Pirandello abbia scritto sul senso, il valore, la necessità, la “spiritualità” del Teatro, della Poesia e dell’Arte in genere. Lo è tanto più perché
Interessante riscrittura de Il gabbiano da parte di Giancarlo Sepe che rivede tutta la narrazione della commedia cechoviana dal punto di vista delle relazioni affettive tra Kostantin Treplev e Nina ma, ancor di più, con
Per chi ama la commedia di varietà lo spettacolo In tre, in scena al Teatro della Cometa di Roma, con Ladyvette e la regia di Massimiliano Vado è sicuramente da non perdere. Ladyvette nascono, come
Danio Manfredini è una di quelle figure nel panorama del teatro italiano che travalica il confine percettivo dell’esperienza scenica e incontrare i suoi lavori, di fatto, per lo spettatore, significa dover scardinare gli abituali codici
<<Chi è l’amica geniale se non colei capace di raccontarci meglio di come noi stesse faremmo?>>. È questa una delle frasi pronunciate da Lenù nella seconda parte dello spettacolo Storia di un’amicizia. Essa ben riassume
Geppi Di Stasio, commediografo, regista e attore ha voluto rendere un tributo scenico a Massimo Troisi scrivendo: Mo’ me lo segno, un lavoro teatrale di “assemblaggio” realizzato tra realtà e ispirazione intuitiva, tra fatti concreti