“Il cassetto segreto” di Costanza Quatriglio: un viaggio nella memoria di Monia Manzo

Proiettato in anteprima alla 74° edizione del Festival di Berlino, nella sezione Forum, Il cassetto segreto di Costanza Quatriglio, colora di tante sfumature e ricordi un documentario sulla biografia paterna con una decisa volontà di includere tutti i cromatismi dell’esistenza del giornalista Giuseppe Quatriglio (1922 – 2017), una storica firma del “Giornale di Sicilia”.
Altra dote innegabile dell’intellettuale, emersa con potenza nel film, è quella di archivista tanto che nella propria esistenza era stato in grado di creare un impressionante archivio di fonti e di testimonianze storiche e cultuali.
La regista palermitana, oramai documentarista affermata e collocata tra i più grandi talenti del nostro cinema, apre realmente il “cassetto segreto” del proprio padre che in un’associazione d’idee diventa una sineddoche filmica atta a sostituire la biografia.
Non a caso la raccolta del giornalista era stata creata per ricordare, oltre alla memoria delle immagini personali e scritti, anche testimonianze importanti su eventi storici e incontri con personaggi chiave del Novecento.
Costanza Quatriglio ha così riaperto la casa palermitana e ha donato alla Regione Siciliana la biblioteca e le carte del padre. L’idea di un documentario sulla imponente mole di fonti è nata dalla stessa dichiarazione di Giuseppe Quatriglio nel lontano 2010 quando aveva detto a Costanza: «Hai aperto proprio il cassetto segreto!» nel momento in cui lei gli mise davanti un quaderno del 1937 pieno di poesie di gioventù.
Dopo più di dieci anni, la Quatriglio ha deciso con determinazione di riprendere in mano tutto il materiale paterno e di onorare la sua memoria.
Il cassetto segreto evoca un doppio sentiero lastricato di pietre luminose, oltre che per le meravigliose memorie affettive, anche grazie agli incontri con personaggi che hanno segnato la storia del nostro Paese e del Mondo. A narrarli ci sono le molteplici inquadrature omogenee nel racconto, e un notevole lavoro di archivio e di catalogazione, in cui vediamo sfilare immagini degli incontri di Giuseppe Quatriglio con Winston Churchill, Jean- Paul Sartre, o delle amicizie con lo scrittore Leonardo Sciascia e con il poeta Ignazio Buttitta. E poi momenti più glamour attraverso le foto di Anna Magnani, Cary Grant e Ingrid Bergman, quelle che aveva scattato per documentare la sua terra, e un disegno di Renato Guttuso.
L’elemento che colpisce maggiormente della figura di Giuseppe Quatriglio è la sua capacità di essere sia un uomo sia un giornalista dalla grande umanità e dalla forza di valorizzare il proprio lavoro nella terra natia e all’estero.
Evocative le immagini dei viaggi, delle relative interviste in Belice, delle testimonianze a Berlino – durante la Guerra Fredda – in Europa e in America, dove aveva trascorso un anno accademico alla Medill School of Journalism alla Northwestern University (Evanston, Illinois) con una borsa di studio Fulbright.
Il cassetto segreto è un percorso simbolico nei sentimenti e nella memoria individuale e collettiva. La cultura e la storia racchiudono un singolare e commovente rapporto padre/figlia: un viaggio sentimentale attraverso il tempo e lo spazio del Novecento e della Sicilia.
Il nostro cinema si arricchisce e cresce grazie a film come Il cassetto segreto, ma soprattutto si apre un dibattito sul concetto di documentario e lo possiamo apprezzare nelle parole dell’autrice che dichiara: «…fare cinema con immagini di repertorio è gesto di condivisione; ripercorrere, ripetere, elaborare, per vedere con altri occhi ciò che risuona nella memoria di noi tutti, a volte senza che noi stessi ce ne rendiamo conto».