Dopo il successo ottenuto al teatro Franco Parenti di Milano (che ne cura la produzione ) e dove si terranno a breve nuove repliche, è giunto a Roma al teatro della Cometa, uno dei teatri
Processualità esposta, prassi artistica prosciugata, quasi neutralizzata dalla “vita” che entra a gamba tesa nella sfera della creazione d’arte, archivio di memorie (personali e collettive), autobiografie e sguardo politico sull’attuale, pressante e inebetito tempo dell’adesso,
Dopo il successo dello scorso anno torna in scena, dall’8 al 18 novembre al teatro Brancaccino di Roma, Zozòs di Giuseppe Manfridi. Buona occasione per riproporre (con qualche lieve modifica) la visione critica dello spettacolo
Ho assistito allo spettacolo La Classe al Mattatoio di Roma. Un ambiente non convenzionale, quasi a preannunciare l’essenza dello spettacolo che avrei visto. Un Docupuppets per marionette e uomini, così viene definito La Classe di
Primo di due capitoli di un progetto su Henrik Ibsen, in particolare su L’anitra selvatica, lo spettacolo di Federica Santoro e Luca Tilli è uno spasimo che lascia gli interpreti come deprivati dal sentimento, come prosciugati nell’animo, come un corpo
Tra le proposte di autori emergenti, in scena nella stagione teatrale 2018/19, è certamente da segnalare Segreti e cipolle in un condominio a piazza Vittorio di Monica Lugini e Paolo Pioppini. Il testo, nato sotto
Sono i fili della Memoria, quelli che pazientemente si tessono per formare una Biografia, il centro di Carmen che non vede l’ora, lo spettacolo di Tamara Bartolini e Michele Baronio presentato il 4 e il
Queste sono brevi note che seguono la visione di The Prisoner, l’ultimo spettacolo di Peter Brook e Marie-Hélène Estienne presentato all’interno di Romaeuropa Festival, e che sono orientate a definire limiti e margini della ricezione
Una buona dose di ironia, assieme all’indomita capacità di mantenere una positiva visione del futuro, fanno sì che la senescenza non sia subìta come un esorabile declino. Questo è il messaggio che trasmette la commedia
Buio, questo è il significato della parola islandese Dökk che dà il titolo alla performance presentata il 6 e 7 ottobre presso il Teatro 1 della Pelanda di Roma, nel quadro del Festival Romaeuropa. Buio: