Uomo solo in fila: se la coda non scorre… si ride di più di Sergio Roca

Foto Manuela Giusto

Dopo il successo ottenuto al teatro Franco Parenti di Milano (che ne cura la produzione ) e dove si terranno a breve nuove repliche, è giunto a Roma al teatro della Cometa, uno dei teatri “bomboniera” della capitale, lo spettacolo Uomo solo in fila – i pensieri di Pasquale di e con Maurizio Micheli.

Si tratta di un recital, d’una prova d’attore, nel quale Micheli palesa le sue qualità di mattatore sostenendo la scena in solitaria, per oltre novanta minuti, con la sola assistenza del pianista Gianluca Sambataro. Lo spettacolo, infatti, non è una commedia ma un insieme di gags da cabaret, imitazioni, canzoni e parodie, tra il reale e il surreale, tenute insieme dalle prodezze di Pasquale, l’Uomo solo in fila. Il lavoro, come scrive lo stesso Micheli nel presentarlo, vede protagonista: «… l’attesa, quella dell’assurdo quotidiano in cui trovano spazio pensieri, speranze, inquietudine, pazzie, canzoni e… illusioni…» e dove, l’attesa: «costringe Pasquale a mettersi in fila con se stesso».

Foto Manuela Giusto

Pasquale è seduto in una sala di aspetto di Equitalia in attesa di essere ricevuto da un funzionario dell’ente al fine di redimere una, non meglio definita, controversia fiscale; il tempo trascorso dal suo arrivo, però, si è prolungato così tanto da non consentire al “nostro” contribuente di rammentare il motivo che lo ha indotto a recarsi in quel luogo. Nello stanzone, dove in bella mostra c’è un cartello luminoso con la scritta: “date e (non) vi sarà dato”, vi sono molte sedie vuote che nell’immaginario della finzione scenica, sono occupate da altre “anime” in attesa di conoscere il loro destino tributario. Lo scorrere del tempo, in quell’ambiente, è diradato, quasi si fosse in una altra dimensione ed è l’orologio a muro a rendere evidente questo elemento fermo alle 14:29. L’unico indicatore temporale è la voce dell’operatore dell’elimina code che “chiama” i numeri di coloro che saranno ricevuti di lì a poco.

La nostra star, nel segnalare lo stato di “sudditanza” sociale in cui vive, definita con la frase: «i poveri fanno la fila, i ricchi patteggiano», comincia a proporci i suoi pensieri spiegando, ad esempio, perché le persone facoltose amano farsi vedere mentre mangiano all’esterno dei loro yacht oppure narrando di ciò che avrebbe potuto scrivere, alla fine degli anni ’80, un ipotetico gruppo di attivisti del Partito Comunista Italiano, delusi d’allora capo di quello dell’Unione Sovietica: Brežnev, a seguito dell’invasione dell’Afghanistan. Pasquale ci mostra la sua visione della società “rimproverando” l’ex segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, per l’inefficacia politica di quest’ultimo e lo fa tramite la canzone di Libero Bovio Zappatore che ispirò l’omonima sceneggiata; il tutto prosegue in un continuum di invenzioni teatrali e di sketch pieni di “amara leggerezza” che suscitano sincera ilarità. L’unico momento drammatico, ma rivelatore del “filo logico” dello spettacolo e del quale non svelo i dettagli per invogliare i lettori a recarsi a teatro, si ha quando la voce dell’elimina code chiama il numero di uno dei tanti “fantasmi” in attesa che, finalmente, può accedere alla sala delle audizioni.

Foto Manuela Giusto


Un uomo solo in fila
è un “one man show” decisamente ben riuscito che può essere fruito a vari livelli. Chi si ferma a quello più in superficie può gustare le scenette e godere dell’allegria che suscitano; chi si sforza di cogliere quello più profondo può percepire quel percorso, a parabola, che è lo scorrere della quotidiana esistenza. Uno spettacolo condotto in modo garbato la cui comicità non scende mai nel volgare. Sul palco Micheli col misurato aiuto del musicista Sambataro agisce con naturalezza confezionando gags e personaggi rendendoli credibili col semplice indossare di un cappello, di un cappotto o di una improbabile parrucca. La padronanza della scena è tale da non far comprendere, a chi osserva, la laboriosa preparazione che necessita una performance di questo genere. Una non-narrazione che grazie al distacco parodistico di Pasquale/Micheli sembra essere uno specchio (distorto) della realtà… quella dell’eterna attesa vissuta dell’Uomo solo in fila.

Foto Manuela Giusto

Uomo solo in fila – i pensieri di Pasquale

di e con Maurizio Micheli
al pianoforte Gianluca Sambataro
regia Luca Sandri
spazio scenico Fabio Cherstich
foto di scena Manuela Giusto

Teatro della Cometa, Roma, dal 6 al 18 novembre 2018.

Tournée:
20 novembre , Teatro Massimo, Pescara
24 novembre, Teatro Comunale, Marmirolo (MN)
28 novembre, Teatro Sociale, Como
29 novembre- 13 dicembre, Teatro Franco Parenti, Milano
30 gennaio, Teatro Alfieri, Asti
31 gennaio, Teatro Troisi, San Donato Milanese (MI)
1 febbraio, Teatro Trivulzio, Melzo (MI)
2 febbraio, Teatro G. B. Viotti, Fontanetto Pò (VC)