Viva lo scarabocchio! di Carolina Germini

Quella dello scarabocchiare è un’arte antica di cui ognuno di noi, almeno una volta, ha fatto esperienza, soprattutto durante l’infanzia. Si scarabocchiano i libri, i quaderni, le agende, i muri, i banchi. Si scarabocchia quando si è impegnati in altro: a seguire una lezione o a conversare al telefono. Molto spesso si scarabocchia per concentrarsi meglio, per scaricare in quel groviglio di inchiostro lo sforzo a cui si è sottoposti. Si scarabocchia perfino mentre si scrive. Quella della scrittura e in particolare il grafismo, insieme al disegno, è forse l’attività più vicina a questa pratica, come mostrano bene i dipinti di Twombly, ma tuttavia non si confonde mai con essa. Quel segno grafico a cui diamo vita ai margini di un testo, pur essendo segno tra segni, mantiene una sua identità forte. Resta isolato dalle lettere e dalle parole, pur condividendo con esse lo stesso spazio. Lo scarabocchio appartiene infatti a un’altra dimensione. Presenza quasi zoomorfica, che ricorda quella di un insetto, che casualmente si è andato a posare su quel punto del foglio – come uno scarabeo, da cui la parola scarabocchio prende appunto il nome. Quella bizzarra presenza, che sfugge all’ordine del testo, ce ne svela molto spesso il senso più profondo, perché nel gesto di scarabocchiare non abbiamo dovuto trasformare il pensiero in parola e saltando questo passaggio la spontaneità e l’intenzionalità delle nostre idee sono rimaste intatte.

Foto di Daniele Molajoli

Visitare a Villa Medici la mostra Gribouillage / Scarabocchio. Da Leonardo da Vinci a Cy Twombly si rivela un’esperienza terapeutica, che ci riconnette con quest’arte, mostrando come dietro quelle che apparentemente sono solo macchie si nascondano in realtà le nostre pulsioni più profonde. Lo scarabocchio – in questo percorso – viene raccontato nelle sue diverse forme di espressione attraverso schizzi, bozzetti preparatori, caricature, segni incomprensibili che invece significano qualcosa per chi li realizza. Osservando gli scarabocchi dei più grandi artisti – da Michelangelo a Picasso, da Leonardo a Twombly – siamo immersi nel loro laboratorio creativo e ne scopriamo un aspetto del tutto inedito e sorprendente. Quella dello scarabocchiare è a tutti gli effetti una pratica, che permette all’artista di trovare una sospensione, un momento di interruzione prima di rimettersi a lavoro. In queste forme grafiche libere, istintive e gestuali, ci si può lasciare andare senza l’obbligo di regole da seguire, senza la fatica della concentrazione. Come la mostra mette bene in luce, la natura anarchica degli scarabocchi emerge non solo dalla loro morfologia ma anche dalla loro topografia. L’artista li realizza nei luoghi più inaspettati, come quei disegni tracciati che troviamo sul retro del Trittico della Madonna di Giovanni Bellini o quelli a cui Picasso dà vita su una busta di carta. Lo scarabocchio ci riconnette con il caos, con il disordine, che ogni giorno cerchiamo faticosamente di arginare.

Foto di Daniele Molajoli

Nata da un progetto di ricerca promosso dalle curatrici Francesca Alberti e Diane Bodart e dal curatore Philippe-Alain Michaud, la mostra è coprodotta con i Beaux-Arts di Parigi, dove sarà allestita dal prossimo 19 ottobre al 15 gennaio 2023. Pur prevedendo una selezione diversa di opere, ne condividono alcune, come le porzioni di parete staccate dalla bottega di Mino da Fiesole o dall’atelier di Giacometti così come le fotografie di Brassaï e di Helen Levitt, in cui vediamo bambini intenti nell’atto di tracciare con dei gessetti dei disegni a terra. Quel gesto infantile esprime a tutti gli effetti il desiderio di voler lasciare un segno della propria presenza. Nell’osservare queste figure che prendono vita sull’asfalto si prova lo stesso stupore descritto da Bataille nel raccontare la sua visita alle Grotte di Lascaux, dove si trovano graffiti risalenti al Paleolitico. Queste pitture lo sorprendono perché ai suoi occhi è qui che si può individuare l’origine dell’arte, il momento in cui tutto è iniziato ed è proprio nello scarabocchio tracciato da un bambino che questo miracolo del cominciamento dell’arte si ripete e si rinnova ogni volta.

Gribouillage / Scarabocchio. Da Leonardo da Vinci a Cy Twombly, Villa Medici, Roma, fino al 22 maggio 2022.