“Tapirulàn” Intervista a Antonio Baiocco di Carlo Alberto Biazzi

Il 5 maggio 2022 è uscito al cinema Tapirulàn, l’opera prima da regista di Claudia Gerini. Un film particolare, tutto ambientato in un appartamento, dove una psicologa (la Gerini stessa), continua a correre perché correre la rilassa. Il suo unico contatto col mondo è una webcam, dove parla con le persone cercando di aiutarle.
In un bar di piazza Cavour, ho incontrato Antonio Baiocco, lo sceneggiatore del film nonché supervisore artistico dell’opera.
Baiocco scrive e dirige nel 1989 Sulle ali della follia ma la consacrazione arriva nel 1996 con la direzione del film Passaggio per il paradiso, con il quale vince numerosi riconoscimenti.
Successivamente dirige L’aquilone blu e Il mercante di stoffe fino a fondare la Big Tree Movie Entertainment, casa di produzione con cui co-produce Tapirulàn.

Antonio, come nasce l’idea di Tapirulàn?

L’idea nasce dopo ore e ore su un tapis roulant. Inizialmente avevo pensato a un uomo, un businessman che lavorava mentre correva. Poi, insieme a Fabio Morici, l’altro sceneggiatore, abbiamo deciso di scrivere lo script con una donna protagonista. Con le altre idee che avevamo in testa è nata la sceneggiatura.

Inizialmente la regia doveva essere tua, sbaglio?

Affatto. Quando scrivo un copione, essendo, ovviamente, anche un regista, mi immagino le cose, le scene, i movimenti degli attori, le location. Poi il produttore ha pensato a Claudia che, quando ha letto la sceneggiatura, ha accettato subito di dirigere il film.

Sei stato contento del risultato? Immagino che quando si dà in mano a qualcun altro la propria sceneggiatura sia sempre un rischio, proprio perché mentre si scrive ci si immagina il film. 

Sono molto contento. È stata la prima volta per me scrivere un film senza dirigerlo. Ognuno ha la propria visione della storia, un regista potrebbe anche stravolgere tutto. Sicuramente la mia idea era differente, ma Claudia ha fatto un ottimo lavoro. Quando ci sono buone idee nascono sempre buoni film…

Hai progetti futuri?

Si, c’è un film ambientato a Napoli che mi piacerebbe girare, poi una serie intitolata Seven room sul tema del sesso ma in chiave divertente. Poi anche una trilogia.

Domanda di rito, prima di salutarci: credi che il cinema sia morto?

Il cinema non è morto e non morirà mai. Sono le sale cinematografiche che stanno morendo per “colpa” dell’avvento delle piattaforme. La difesa delle sale credo sia importante, la legge deve assolutamente darci una mano.