Si ride con le “Crisi di nervi” di Čechov firmato Peter Stein di Patrizia Vitrugno

Foto di Tommaso Le Pera

Impeccabile, divertente, elegante. Crisi di nervitre atti unici di Anton Čechov con la regia di Peter Stein, è tutto questo ma anche molto di più. Un trittico “pieno di sarcasmo, di comicità paradossale, di stravagante assurdità e di folle crudeltà” costruito attorno a un gruppo di attori collaudato, composto da Maddalena Crippa, Sergio Basile, Alessandro Sampaoli, Gianluigi Fogacci, Alessandro Averone ed Emilia Scatigno, che sul palco dà il meglio di sé fondendo in modo superlativo mimica e parole e che ricorda, qualora fosse necessario, che Čechov è un autore che fa anche ridere.

Foto di Tommaso Le Pera

Su scene essenziali ma accurate di Ferdinand Woegerbauer si susseguono i tre atti unici – L’orso, I danni del tabacco, La domanda di matrimonio – che raccontano appunto le crisi di nervi che affliggono i protagonisti mettendo in evidenza quanto le apparenze siano poi puntualmente smentite dai fatti.

E lo si vede sin dal primo atto – L’orso – dove il nero la fa da padrone: nero il costume indossato da Maddalena Crippa che interpreta magistralmente una moglie in lutto da mesi, nere le sedie e nero il tavolino su cui è poggiata la foto del defunto. La donna si professa devota al dolore, fedele fino alla morte nonostante le molte infedeltà del marito, pronta al sacrifico per dimostrare al caro estinto il suo eterno amore. La svolta però arriva presto e ha le fattezze di un creditore – appunto l’orso, interpretato da Alessandro Sampaoli, bravissimo nei non facili climax nevrotici – che piomba in casa esigendo un pagamento da riscuotere il giorno stesso. Dapprima con modi bruschi e poco ortodossi, l’uomo diventa pian piano più morbido nei confronti della donna che gli tiene testa nel battibecco che prende forma. Tra i due, il servo anziano, che ha le fattezze di Sergio Basile e che si muove sul palco con sapiente ironia cercando di schivare i colpi e punteggiando l’intero atto con la sua presenza ora sarcastica ora remissiva.

Foto di Tommaso Le Pera

Il monologo I danni del tabacco racconta, poi, di un conferenziere, superbamente interpretato da Gianluigi Fogacci, che deve tenere una lezione sui danni di questa pianta di cui però egli stesso pare irrimediabilmente dipendente. La lezione, che in realtà non inizierà mai davvero, si trasforma ben presto in uno sfogo nei confronti della moglie despota, proprietaria di un pensionato femminile, che lo obbliga a eseguire compiti e a subire da sempre angherie.

Foto di Tommaso Le Pera

Infine, La domanda di matrimonio è una perla di comicità a tratti surreale e che ben poggia sui tre protagonisti ovvero ancora Sergio Basile ma qui affiancato da un travolgente Alessandro Averone, sempre più bravo in ogni sua prova attoriale, e da una Emilia Scatigno in grado di alternare registri e movenze senza perdere di credibilità. In questo atto la fisicità dei tre, con i loro tic assurdi ma mai eccessivi, è la cornice di una proposta di matrimonio quanto mai complicata, interrotta e ostacolata da rivalse patrimoniali o da presunte superiorità dei rispettivi cani da caccia.

Foto di Tommaso Le Pera

È indubbio che a plasmare la bravura indiscutibile di tutti gli attori sia la mano sapiente e discreta di Peter Stein, regista che ci ha abituato al teatro vero, quello che non poggia su scorciatoie o espedienti improvvisati, che non strizza l’occhio al pubblico ma che il pubblico lo rispetta fino in fondo perché ogni volta Stein, su quel palco, mette in scena la magia.
Questi tre testi, scritti da Čechov tra il 1884 e il 1891, e ispirati alla Commedia francese e al Vaudeville, sono comici ma mai sboccati, i suoi protagonisti sono goffi ma non gigioneggiano mai. E l’intero spettacolo è cucito addosso alla compagnia, quella che Stein ha scelto coinvolgendo un gruppo di attori e collaboratori “per una continuità creativa collettiva”.
Sono loro che reggono placidamente il peso di questo spettacolo che può contare anche sui costumi di Anna Maria Heinreich, straordinaria nel ricreare le atmosfere della Russia di fine Ottocento, e le luci di Andrea Violato, calde e precise.
Ed è la compagnia tutta a rendere Crisi di nervi appunto impeccabile, divertente, elegante.

Crisi di nervi – tre atti unici

di Anton Čechov
regia Peter Stein

L’orso con Maddalena Crippa, Sergio Basile, Alessandro Sampaoli
I danni del tabacco con Gianluigi Fogacci
La domanda di matrimonio con Alessandro Averone, Sergio Basile, Emilia Scatigno

assistente alla regia Carlo Bellamio
scene Ferdinand Woegerbauer
costumi Anna Maria Heinreich
luci Andrea Violato
produzione Teatro Biondo Palermo, Tieffe Teatro Milano.

Teatro Quirino, Roma, fino all’11 maggio 2025.

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