È difficile riportare le sensazioni che un uomo in scena, grazie alla sua sola capacità evocativa, è in grado di trasmettere a coloro che lo osservano immersi in una sala gremita. È questa l’emozione “dimenticata” (a causa delle limitazioni imposte ai teatri dal Covid-19) che ho avuto assistendo alla prima, al Teatro Sala Umberto di Roma, di Manca solo Mozart lavoro di Antonio Grosso con Marco Simeoli (cha ha fornito il materiale “grezzo” per la scrittura) nipote – reale – del personaggio di cui veste i panni sulla scena.
Salvatore Simeoli, a inizio Novecento, è un piccolo ma affermato editore musicale di Napoli che, nel suo negozio di fronte al Conservatorio di San Pietro a Majella, cura anche la vendita di materiali musicali. Attorno al locale, sito in uno dei luoghi più “caldi” della cultura della città, gravita ogni genere di persone: musicisti, scrittori, poeti, ragazzi di popolo, gente stravagante e di passaggio.
Dal quel privilegiato osservatorio su strada vengono analizzate, ovviamente dalla prospettiva di Don Salvatore, le vicende della numerosa famiglia Simeoli che si intersecano con i gangli storici collegabili agli avventori che frequentarono il locale: Matilde Serao, Rachele Mussolini, Totò fino al poco raccomandabile Raffaele Cutolo che visitando la bottega Simeoli, passata oramai in eredità al figlio del defunto Salvatore, osserva che in quel luogo ricco di musica e memoria manca, rispettosamente, solo Mozart.
Si tratta di personaggi legati a nodi importanti del nostro passato: il fascismo, la crisi del ’29, le leggi razziali, l’occupazione nazista e la sua relativa cacciata da Napoli per terminare, quasi ai giorni nostri, con il dilagare della camorra.
La stesura del testo, partendo dai “ricordi di famiglia Simeoli”, è stata curata da Antonio Grosso che ha diretto anche la messa in scena dell’opera. Si tratta di un lavoro teatrale fresco, agevole, di pregevole fattura, basato su ritmi recitativi pieni, ricchi di gradevoli trovate nelle parti comiche di spiccata derivazione macchiettista/cabarettista. Un registro recitativo che, virato in forma decisamente grottesca, riesce anche a dar vita, senza appesantirle, a situazioni più serie e drammatiche.
Le scenografie, di Alessandro Chiti, estremamente semplici, donano al palcoscenico un’atmosfera di “confuso ordine” riproducendo una ipotetica bottega Simeoli tra le nuvolette del Paradiso. Sul palco, infatti, trova posto, quasi in solitaria, una sedia assieme ad una “stesa” di spartiti.
La recitazione di Marco Simeoli, da istrionico e navigato mattatore del palcoscenico qual è, è pienamente coinvolgente perché impone ritmi narrativi differenti con tempi di mutazione pressoché nulli. La mimica, sia del corpo che facciale, rende sempre credibili i personaggi che vengono a comporsi, direi materializzarsi, davanti agli spettatori. Un sapiente uso delle reiterazioni, fisiche e verbali, è usato per sottolineare i passaggi più confusi portandoli all’attenzione dello spettatore come farebbe una lente di ingrandimento nel rendere visibile una impronta digitale.
Nei circa 80 minuti, senza intervallo, in cui Marco è in scena, considerati i ritmi della pièce, gli è impossibile contare su pause di recupero e ciò rende ammirevole il visibile sforzo che compie per mantenere concentrato l’auditorium sulle sue azioni.
Tra recitazione e pantomima, qualche passo di danza e delle brevi incursioni canore, tra cui un buffissimo rap, la serata, seppur privata della presenza di Mozart, scorre piacevole mostrando come, nonostante la grave crisi sofferta, il teatro, il buon teatro, sia ancora in grado di motivare le persone a uscire di casa.
Lo spettacolo, oltre una tournée in Italia, sarà poi presentato, nel maggio 2022, al Festival italiano di New York.
Manca solo Mozart
con Marco Simeoli
scritto e diretto da Antonio Grosso
scene Alex Chiti
costumi M. Della Vecchia
light designer Marco Laudando.
Teatro Sala Umberto, Roma, dal 15 al 17 ottobre2021.
Poi in tournée, date già definite:
Teatro San Michele Arcangelo, Montopoli di Sabina, 5 dicembre 2021
Teatro Trianon, Napoli, dal 10 al 12 dicembre 2021
Teatro Agricantus, Palermo, dal 20 al 23 gennaio 2022
Teatro Castello, Firenze, dal 28 al 30 gennaio 2022.