“Cats” dal West End al Foro Romano passando per Broadway di Sergio Roca

Foto di Sergio Roca

Cats è sicuramente uno dei maggiori musical di tutti i tempi, forse il maggiore, almeno per quanto riguarda tutto ciò che è stato composto negli ultimi quarant’anni. Andato in scena, per la prima volta, nel West End londinese nel maggio del 1981 è stato replicato, dalla stessa produzione, fino al 2002 mentre, a Broadway, è rimasto in scena dall’autunno 1982 all’autunno 2000. Una longevità scenica impressionante se si pensa che i teatri sono sempre stati pieni, sera dopo sera, anno dopo anno.
In Italia, Cats è stato rappresentato nella versione originale in lingua inglese nel 1995 a Milano, nel 2008 in varie città del nord est e, per ultimo, a Torino nel 2016.
Una, prima, coraggiosa trasposizione in lingua italiana si è avuta nel 2009 a cura della Compagnia della Rancia. Lo spettacolo, tradotto da Michele Renzullo e Franco Travaglio, debuttò sul palco del Sistina il 28 ottobre di quell’anno con la regia di Saverio Marconi (regia associata a quella di Daniel Ezralow che creò anche delle nuove coreografie) e si videro in scena i costumi ideati dalla casa di moda Coveri (anche se le soluzioni costumistiche non furono particolarmente efficaci; si optò, infatti, soprattutto per i pantaloni di alcuni gatti, per l’impiego di stoffe non aderenti che non rendevano giustizia alle feline movenze dei performer). Tuttavia, fu un enorme successo: il musical fece il record di presenze di pubblico.

Foto di Sergio Roca

Tocca ora a Massimo Romeo Piparo – ecclettica mente registica del teatro italiano assieme al cast creativo del Teatro Sistina e tramite la società di produzione PeepArrow entertainment s.r.l. – confrontarsi con i gatti Jellicle per trasporre le poetiche storie della colonia felina più “musicale” al mondo, dalla brumosa Londra alla millenaria Roma.
Grizabella, una gatta “glamour” ormai sola e in età avanzata (ma che aveva riscosso molto successo da giovane), si ritrova, male accolta, a ricongiungersi alla sua colonia originale di gatti Jellicle nella notte del “magico ballo” ove, ogni anno, viene designato un componente della comunità che avrà diritto a risorgere a nuova vita. L’anziano Old Deuterenomy (Gatto Filosofo) capostipite di un infinito numero di eredi, deciderà di offrire questa possibilità proprio a lei.
Non mi dilungo oltre sul plot. Il filo conduttore della storia è estremamente flebile. Cats, come musical, altro non è che un geniale “assemblaggio” delle poetiche filastrocche scritte da Thomas Stearns Eliot nelle quali si presentano i caratteri e le manie dei singoli componenti della comunità felina dei Jellicle sulle straordinarie composizioni musicali di Andrew Lloyd Weber.

Foto di Sergio Roca

Entrando al Sistina, il 7 dicembre, nel giorno della prima (nella stessa data in cui si inaugura la stagione della Scala a Milano), esattamente un anno dopo la riapertura ufficiale del teatro dopo il Covid-19, si respira aria di festa. I bambini dell’Accademia del Sistina accolgono il pubblico con un festoso flash mob.
In sala, all’alzarsi del sipario, ci ritroviamo per le strade di Roma. Il Colosseo è il maestoso sfondo della scena accompagnato dalla poetica visione della luna piena. Un “nasone” (così vengono chiamate le fontane pubbliche a Roma) è sulla destra, in primo piano. Ci sono molti ruderi: la Bocca della verità, un capitello, il piede gigante dell’imperatore Costantino, una “sbieca” panchina metallica sulla sinistra e alcune targhe toponomastiche in marmo. Soltanto vedere questa scenografia (ideata da Teresa Caruso) giustificherebbe l’ingresso a teatro.
Alla spicciolata, da ovunque, giungono i gatti. Un trucco magnifico, differente e personalizzato per ciascun componente. Gli artisti sono poco meno di trenta; il palco del Sistina è uno dei più grandi d’Italia ma, in questo caso, sembra li contenga a malapena; non si sa dove guardare. I ragazzi sanno muoversi molto bene e i costumi servono a mettere in risalto le capacità fisiche degli artisti (costumi “tradizionali” ideati e realizzati da Cecilia Betona a cui va un plauso per il lavoro fatto). Le coreografie di Billy Mitchell sono sicuramente la parte più coinvolgente del lavoro: molto curate, energiche, piene di “vita” e di slancio con frequenti acrobazie e salti che rammentano le movenze feline.

Foto di Gianluca Saragò

Le liriche, tradotte in italiano da Massimo Romeo Piparo, ben si adattano e si integrano con l’ambientazione romana della storia. Sagace l’inserimento di nomi e situazioni “nazionali” nei testi delle canzoni che, nella versione originale, poco o nulla avrebbero detto al pubblico nostrano. Piacevole il brano presentato da Gus (interpretato da un superbo Fabrizio Angelini) che richiama molti protagonisti della scena italiana degli anni passati, da Gassman a Totò.
Particolarmente vivaci, come le parti richiedono, pur non avendo una loro canzone “dedicata” sono risultate: Bombalurina (Giorgia Cino) e Demeter (Viviana Salvo).
A dir poco fantastica l’interpretazione data al buon saggio Gatto Filosofo di Fabrizio Corucci ed eccellente l’intervento scenico della coppia degli inafferrabili gatti ladruncoli Rumpleteazer (Rossella Lubrino) e Mungojerrie (Simone Ragozzino).

Foto di Sergio Roca

Vocalmente ineccepibili nelle loro interpretazioni: Luca Giacomelli Ferrarini (Rum Tum Tugger), Sergio Giacomelli (Munkustrap) e Jacopo Pelliccia (Bustopher Jones). Simpaticissimi e coinvolgenti Pierpaolo Scida (Mr. Mistoffelees) e Gaia Soprano (Cassandra) che, come parte prevede, hanno anche effettuato un classico numero di magia.
Menzione per le movenze ai gatti gemelli a: Michele Balzano (Coricopat) e Elga Martino (Tantomile) nonché a Simone Nocerino per l’interpretazione sia del cattivissimo Macavity sia di Admetus. Mi sia concesso, anche, assegnare un plauso a Mark Biocca (Skimbleshanks, in questa versione ribattezzato Freccia Rossa gatto Star) che dà vita alla coinvolgente canzone e coreografia (titolo originario Skimbleshanks: The Railway Cat).
Vorrei dedicare anche una sola parola a ciascuno dei componenti del cast ma è impossibile. Mi sia consentito, almeno, citare chi non ho menzionato precedentemente e congratularmi per il loro prezioso apporto: Greta Bellintani (Jennyanydots), Sandro Bilotta (George), Claudia Calesini (Victoria), Simone Giovannini (Alonzo), Francesca Iannì (Syllabub), Cristina La Gioia (Etcetera), Natalia Scarpolini (Jellylorum), Alessandra Somma (Jemima), Paolo Valenti (Quaxo), Rossana Vassallo (Electra).
La lunga carrellata dedicata a coloro che sono andati in scena non può prescindere dalla protagonista dell’opera: Malika Ayane. La Ayane ha una voce intensa e una fortissima presenza scenica. Accolta e salutata con calore dal pubblico è sicuramente una grande professionista ed è riuscita, empaticamente, ad entrare nel cuore di coloro che la hanno ascoltata ma, da amante del “classicismo”, ammetto che avrei gradito, per quanto riguarda Memory una esecuzione più “tecnica” e meno “caratterizzata”, lasciando alla poetica musicalità vocale di Webber il suo stile originale.

Foto di Sergio Roca

Cats è un capolavoro. Lo è stato dalla sua prima messa in scena e lo è anche oggi. Chi è abituato alla commedia musicale sappia (“rammenti”) che Cats è un musical e che, quindi, i tempi dedicati alla danza sono superiori a quelli abituali inseriti nelle commedie nostrane, mentre il “recitativo” è pressoché assente. Insomma, per fare una allegra analogia col mondo di Cats, come affermerebbe Old Deuterenomy, occorre rammentare che i gatti hanno tre nomi di cui, il terzo è segreto, e che solo quando gli uomini avranno imparato a interagire bene con i gatti li potranno chiamare, veramente, con il loro nome perché è importante ricordare che: «un gatto non è un cane».
Se siete a Roma, o avrete occasione di passarci entro il 22 gennaio, fate un salto al Teatro Sistina. Ne varrà la pena.

Cats

regia e adattamento italiano di Massimo Romeo Piparo
musiche di Andrew Lloyd Webber
tratto dal libro di T.S. Eliot “Old Possum’s book of practical cats”
prodotto da PeepArrow Entertainment in collaborazione con il Teatro Sistina su licenza esclusiva The Really Useful Group – London
con Malika Ayane
e Fabrizio Angelini, Fabrizio Corucci, Luca Giacomelli Ferrarini, Sergio Giacomelli, Jacopo Pelliccia
e con Valerio Angeli, Michele Balzano, Greta Bellintani, Sandro Bilotta, Mark Biocca, Claudia Calesini, Giorgia Cino, Simone Giovannini, Francesca Iannì, Cristina La Gioia, Rossella Lubrino, Elga Martino, Simone Nocerino, Simone Ragozzino, Viviana Salvo, Natalia Scarpolini, Pierpaolo Scida, Alessandra Somma, Gaia Soprano, Paolo Valenti, Rossana Vassallo.
Orchestra dal vivo:
direttore Emanuele Friello
tastiera 1 Feliciano Zacchia
tastiera 2/ass. programmazione Enrico Scopa
tastiera 3/Ass. direttore Federico Zylka
chitarra Andrea Inglese
basso Guerino Rondolone
batteria Vincenzo Tacci
reed 1 Marco Severa
reed 2 Giuseppe Russo.
Team creativo:
coreografie Billy Mitchell
direzione musicale Emanuele Friello
scene Teresa Caruso
costumi Cecilia Betona
disegno luci Umile Vainieri
disegno fonico Davide Zezza.

Teatro Sistina, Roma, fino al 22 gennaio 2023.

Foto di Gianluca Saragò