CastellinAria – Festa Pop si “fa fuoco” Intervista a Chiara Aquaro co-direttrice artistica del Festival di Letizia Bernazza

Foto di Simone Galli

Dal 2 al 6 agosto 2023, si svolgerà ad Alvito (FR), Valle di Comino, la sesta edizione di CastellinAria – Festa Pop. È dal 2018 che Livia Antonelli, Chiara Aquaro, Anna Ida Cortese e Niccolò Matcovich (CastellinAria – APS, già Compagnia Habitas) hanno ideato e continuano a promuovere con un infaticabile lavoro sul territorio (coordinando anche «un gruppo di lavoro dinamico composto da più di venti figure professionali differenti e volontari provenienti da tutta Italia») il Festival, che ha come suggestiva cornice il Castello Cantelmo. CastellinAria è «l’occasione per creare un ponte tra le energie teatrali contemporanee e una realtà periferica. Fondare una comunità culturale e non solo: rifondare la piazza e il concetto stesso di piazza, fare del teatro un’esperienza di condivisione».
Per l’occasione, abbiamo incontrato Chiara Aquaro.

“Farsi Fuoco” è il tema di CastellinAria 2023. Quale il significato del claim?

Per noi il claim di ogni edizione è sempre stato un augurio, un grido festoso di battaglia e non una categoria tematica in base alla quale organizzare la nostra proposta artistica.
Per il sesto anno del Festival abbiamo scelto “Farsi Fuoco” che, come recita la Dichiarazione Poetica, è un invito alla responsabilità, un invito al presente. Vogliamo prendere parte alla realtà in maniera attiva, non rimanere spettatori passivi di fronte a un paesaggio che negli anni si fa sempre meno rassicurante. Il nostro modo per “farci fuoco” è CastellinAria, una Festa aperta a tutte e a tutti, in cui la comunità che si viene a formare condivide un’esperienza, partecipa a un’esplosione vitale in reazione a quegli eventi e impulsi esterni che spesso ci portano a implodere. In poche parole: siamo responsabili di creare bellezza e di condividerla, senza fare della difficoltà una scusa per non agire.

Il Festival è giunto alla sua sesta edizione. Potete raccontarci l’impatto che in questi anni la rassegna ha avuto sulla comunità locale?

Alvito è un paese di rara bellezza, come lo sono i comuni che fanno parte con esso della Valle di Comino, in provincia di Frosinone. Purtroppo, però, anche Alvito risente delle problematiche e delle mancanze di cui risentono tante province italiane, spesso abbandonate in prima battuta – duole dirlo – proprio dalla cultura. In tutta la Ciociaria, CastellinAria è l’unico Festival di arti performative che ospita drammaturgia contemporanea e artisti nazionali e internazionali. In un territorio che manca di queste iniziative è inevitabile che quella di CastellinAria risulta un’occasione imperdibile per le persone del luogo. La comunità locale risponde quindi con sempre maggiore entusiasmo e presenza, non solo per la partecipazione agli eventi ma anche per la collaborazione all’organizzazione durante l’anno: nello specifico di questa sesta edizione è stato significativo il sostegno di organizzazioni del territorio come DMO – Valle di Comino e Living Ciociaria, per citarne due su tutte. Crediamo che CastellinAria sia prima di tutto di chi quel luogo, quel Castello, lo abita. Non ci stancheremo mai di ripetere che siamo ospiti.

Foto di Luca Bellincioni

Gli spettacoli e i laboratori che proponete ricevono e hanno ricevuto nel tempo un’adesione da parte delle persone del luogo? Si è creata una filiazione nei confronti del teatro e della partecipazione collettiva?

Chi non sta nella pelle e attende con trepidazione il Festival, bisogna dirlo, sono soprattutto le bambine e i bambini di Alvito. Sono i primi a aderire, numerosissimi e prontissimi, alle attività a loro dedicate. Quest’anno, il laboratorio di teatro e danza Corpo ludico a cura della compagnia italo francese Cie MF ha dovuto raddoppiare l’appuntamento per non lasciare nessuno escluso. La voglia dirompente che manifestano, il loro desiderio di avere CastellinAria tutto l’anno, la forza con cui raccontano (prendendo parola in pubblico e per di più al microfono!) quanto sia prezioso il Festival e quanto sia necessario sostenerlo ci commuove e ripaga profondamente. Lasciamo i più piccoli protagonisti di questa risposta perché lo meritano, ma non dimentichiamo tutti gli spettatori, tra cui tanti sono ormai volti amici, che nel tempo hanno lasciato da parte un primo sospetto e ora si fermano per condividere con noi impressioni ed emozioni dopo gli spettacoli.

Foto di Stefano Massoli, courtesy Umbria Danza Festival

Dal programma si evince che ci sono molti eventi tesi a creare condivisione: tornei di biliardino, Dj set, passeggiata con gli asinelli, gita in bici elettrica, open class di yoga, merende per giovani e adulti. Ma anche spettacoli, presentazioni di libri, concerti. Quale la relazione che avete creato tra territorio, comunità e il vostro lavoro?

L’offerta artistica e la varietà dei linguaggi e degli stili sono per noi centrali in relazione al territorio in cui operiamo, per le ragioni che abbiamo già espresso. Il valore dell’esperienza teatrale, dal nostro punto di vista, è la condivisione di un accadimento all’interno di una comunità che si incontra, si conosce e si riconosce. Mangiare insieme, giocare, ballare, discutere, fare insieme percorsi a piedi, in bici, a dorso di mulo o immaginari, ci permette di creare quel tessuto umano che per noi è la comunità teatrale.

Oltre al Festival annuale, durante l’anno svolgete attività per coinvolgere gli abitanti di Alvito?

Sebbene ci entusiasmi la natura effimera di CastellinAria, che con grande intensità vive e con altrettanta leggerezza svanisce (come fa il Teatro), stiamo provando con tutte le forze a creare altri appuntamenti e attività durante l’anno; prima di tutto perché ci sentiamo di dover rispondere a una richiesta degli abitanti della Valle e, poi, per dare profondità al nostro desiderio di voler penetrare nel territorio lavorando in sinergia e in continuità. Per farlo abbiamo bisogno di risorse economiche alle quali, per il momento, non abbiamo accesso.

Che tipo di finanziamenti economici avete per organizzare CastellinAria?

La sostenibilità economica è un argomento ampio da affrontare per un tipo di organizzazione come la nostra che opera in un territorio periferico, partiamo dal presupposto che non abbiamo finanziamenti pubblici legati al settore spettacolo dal vivo ma abbiamo cercato di costruire in questi anni un modello “altro” di sostenibilità.
La tipologia dei finanziamenti a cui abbiamo accesso è diversificata e è cambiata nel corso degli anni.
Il primo grande contributo deriva dal fondo PSMSAD – Inps, segue la Banca del Cassinate e gli sponsor territoriali che ci sostengono attraverso donazioni oppure “servizi” per il Festival, ad esempio il vitto per staff, artisti e volontari.
Negli anni abbiamo ottenuto i finanziamenti della Comunità Montana legata al progetto Aree Interne della SNAI, dal Comune di Alvito, dalla Provincia di Frosinone, dalla Regione Lazio attraverso Lazio Creativo – Ex Settore Centrale Acquisti e ATCL grazie alla condivisione di alcuni spazi di programmazione.
Infine, un’altra strategia che stiamo adottando è organizzare la vendita dei prodotti enogastronomici del territorio privilegiando aziende giovani, ad esempio da sei anni collaboriamo con Deep Beer, un birrificio artigianale di Sora, in futuro per garantire maggiore sostenibilità vogliamo costruire un modello di business legato alla ristorazione così da avere maggiore indipendenza.
La ricerca della sostenibilità economica degli eventi culturali è un tema a noi caro, infatti quest’anno abbiamo organizzato un incontro specifico dove affronteremo questo tema insieme al Tavolo sostenibilità di C.Re.S.Co e i partner di CastellinAria per trovare insieme delle strategie ed un possibile modello applicabile a tutte le realtà come la nostra. L’intersettorialità e la rete di partner sono le parole chiave con cui costruire in futuro un festival che abbia delle fondamenta economiche solide.

Per tutte le informazioni: castellinariafestapop