A teatro con la storia: “Il caso Shakespeare” di Sergio Roca

Foto di Sergio Roca

Se il teatro è luogo della cultura per eccellenza, la televisione è – almeno ancora – quello “spazio-arena” in cui si possono discutere argomenti “scottanti” non solo di politica, di cronaca o di attualità, ma anche di arte. Ecco quindi che, dall’osservazione della quotidiana realtà comunicativa, Claudio Pallottini ha tratto le basi per il plot narrativo di questa simpatica commedia. Di fatto si traspone, su di un palcoscenico, in chiave comica, l’evolversi di una serata televisiva dedicata alla ricerca della “vera” identità di William Shakespeare.
Usando l’espediente degli ospiti in sala, alcuni abbastanza seri e composti, altri più estrosi e dinamici, grazie all’intervento di un attore “materializzatosi” direttamente dall’epoca elisabettiana (alla stregua delle Interviste impossibili di radiofonica memoria), assieme a interventi videoregistrati, si cerca di svelare il segreto meglio custodito della letteratura britannica. Il drammaturgo William Shakespeare può essere realmente identificato nell’uomo deceduto a Stratford-upon-Avon il 23 aprile 1616? Il Bardo ha realmente prodotto i trentotto testi teatrali a lui attribuiti o forse furono opera di molti? Ancora, il vero autore potrebbe identificarsi nella figura del linguista italiano Giovanni Florio che usò un nome anglosassone consapevole che il lavoro di un immigrato in terra britannica non avrebbe potuto riscuotere successo?

Foto di Sergio Roca

Nei circa cento minuti di finzione scenica, incontriamo così uno strampalato conduttore di talk show (Marco Simeoli, anche – reale – regista della commedia), coadiuvato da un poco professionale assistente (Edoardo Baietti) intento a lasciare la parola ai vari ospiti. Questi sono suddivisi in due fazioni. Alcuni sono quelli che ritengono William Shakespeare l’autore dei brani a lui attribuiti, altri considerano la firma apposta sui testi del Bardo quella di un prestanome, usato per motivi di convenienza.
La principale sostenitrice della reale esistenza del drammaturgo è la Professoressa De Rango, macchietta creata mischiando la fisicità di una Olivia di Braccio di Ferro e una professoressa/zitella anni Settanta (realizzata da una ispirata Carlotta Proietti), contrastata da un regista molto trendy, sicuro di sé, ma sofferente di alitosi (un puntuto e credibilissimo Sebastiano Colla).

Foto di Sergio Roca

Le due tesi vengono accreditate o confutate, di volta in volta, dagli altri ospiti. Tra tutti spicca l’attore shakespeariano – materializzatosi al giorno d’oggi – Sir Burbage (un poliedrico Stefano Messina che propone brevi momenti di recitazione “classica” estrapolati dai testi del grande autore); il tranquillo e studioso Professor Ricci (Claudio Pallottini) assieme agli interventi, unicamente in video, del Professor Giulio Dorfmann (Andrea Giuliano) e di un’altra materializzazione del passato, la Regina Elisabetta I (Melania Giglio). I dialoghi e le gags sono accompagnati, in scena, dalle sottolineature musicali del pianista Andrea Bianchi.
Alla fine della serata, come in tutti i talk show che si rispettino, sarà, però, chiesto anche il parere del pubblico. Saranno gli spettatori, infatti, a decretare chi, per l’occasione (più per empatia che per dimostrabilità), tra le due fazioni potrà assurgere il ruolo di essere stato il corretto interprete della “verità storica”.

Foto di Sergio Roca

Lo spettacolo che ha debuttato, all’aperto, nell’Arena Gigi Proietti, Globe Theatre, Silvano Toti (area esterna del vicino, omonimo, Globe Theatre ancora chiuso in attesa di ristrutturazione), in un’afosissima serata d’agosto, è divertente, brioso, con interessanti riferimenti culturali.
Ben costruito nella forma narrativa e ben supportato nell’indagine storica risulta, però, inevitabilmente un po’ statico. In uno studio televisivo, infatti, come dalla corretta ricostruzione proposta, gli ospiti hanno poca libertà di movimento. È solo grazie ad una selezione delle inquadrature, effettuata dalla regia, che si ha la sensazione di vivere, nelle nostre case, una certa dinamicità scenica.
Ben riuscite le gags realizzate per alleggerite lo spettacolo e decisamente curati (seppure con finalità parodistiche) gli inserti delle varie commedie shakespeariane in particolare quello tratto da La tempesta con Prospero e Miranda.
Una proposta fresca e rilassante per le lunghe e roventi sere d’estate.

Foto di Sergio Roca

Il caso Shakespeare show

di Claudio Pallottini
regia di Marco Simeoli
con Edoardo Baietti, Andrea Bianchi, Sebastiano Colla, Stefano Messina, Claudio Pallottini, Carlotta Proietti, Marco Simeoli e, in video, Melania Giglio e Andrea Giuliano
musiche Andrea Bianchi
costumi Annamode
direzione tecnica Stefano Cianfichi
disegno luci Umile Vainieri
disegno audio Daniele Patriarca
aiuto regia Maria Stella Taccone
contributi video Chiara Trivelloni
produzione Politeama s.r.l.

Arena Gigi Proietti, Globe Theatre, Silvano Toti, Roma, il 4, 5, 11, 12 settembre 2023.