Stare in prima linea. Conversazione con Fabio Marceddu e Antonello Murgia di Letizia Bernazza

Foto di Davide Pioggia

Solo loro, Fabio Marceddu e Antonello Murgia le due anime del Teatro dellarmadio che, insieme a Paoletta Dessì e a Raffaele Marceddu, nel 2004 hanno dato vita a un percorso artistico, orientato con rigore e sensibilità, a raccontare temi attuali senza indulgere sul nostro Presente attraverso semplicistiche chiavi “cronachistiche”. Piuttosto, è il loro “stare” dentro il Mondo e ad attraversarlo con l’”irriverente diritto alla gioia” e con la costante volontà di ricercare una fattiva alternativa a ciò che spesso la società ci impone senza possibili soluzioni di sorta, a tracciare le linee di un Teatro civile e di impegno sociale.
Con Teatrexma, una manifestazione che può vantare venti titoli distribuiti in sette mesi (dal 25 ottobre 2019 al 10 maggio 2020 per un totale di venti repliche, oltre a due eventi straordinari), il Teatro dellarmadio agisce nel territorio cagliaritano. Una responsabilità che la compagnia si è assunta e si assume con la complicazione che questo richiede, operando fuori dai circuiti istituzionali. E sta qui la scommessa vinta: agire all’interno di un territorio, istituire relazioni con altre realtà che in quel contesto operano, attuare un dialogo tra artisti e linguaggi differenti (oltre al teatro, letteratura, musica, cinema).
Abbiamo rivolto a Fabio Marceddu e Antonello Murgia alcune domande.
Ricordiamo che il 4 dicembre 2019 verrà riproposto all’interno del ricco cartellone di Teatrexma, Alfonsina Panciavuota: il racconto esemplare di tante donne. La storia ambientata nel secondo dopoguerra dove Alfonsina, classe 1932 e ultima di nove figli, si carica sulle proprie spalle il fardello di tanti anni di violenze e di soprusi ai quali, tuttavia, non si rassegna malgrado le offese che le vengono rivolte costantemente. Lei, venduta a soli dieci anni al padrone della miniera, si ribella. E offesa, come donna e come essere umano, tenta di modificare il suo destino e la sua libertà di scegliere.

Come nasce il progetto Teatrexma. Tutto il mondo è teatro giunto quest’anno alla sua terza edizione?

Teatrexma nasce dall’esigenza di dare spazio e voce a tutto un mondo teatrale fervido e ricco di pubblico e di idee all’interno di uno spazio condiviso che è l’Emma di Cagliari, gestito dal consorzio Camu, che insieme al Teatro dallarmadio, a Radio X, Sarde, e ad altri operatori culturali, convivono sincreticamente – ognuno distinto nelle sue aspirazioni e percezioni – in uno spazio al centro della città di Cagliari.
Il primo anno nacquero due rassegne legate alla Primavera (Primaverexma) e al Natale (Natalexma).
Poi, dal 2017, sentimmo l’esigenza di farlo diventare un vero e proprio cartellone con sottorassegne.
Il primo anno, al suo interno, si sviluppò anche Sei (2018) nata alla luce dell’esperienza fatta a Montagne racconta con Francesco Niccolini dove alcuni dei partecipanti che operavano in diverse città coperte da Ryanair (Livorno, Firenze, Parma) diedero il battesimo ad una rassegna itinerante, di narrazione: lo stesso spettacolo viaggiava in sei città diverse (più o meno). Il progetto per ora è sospeso, ma sarebbe bello riprenderlo.

Quale è stata la direttrice “poetica” della selezione dei lavori presentati?

La selezione è frutto di un lavoro “matto e disperatissimo”: a volte ci sono ragioni poetiche, altre richieste d’aiuto, altre volte ancora la necessità di dar voce e spazio a chi non ce l’ha o non ce l’ha più. Viviamo un momento di grandi cambiamenti e anche l’arte e i suoi “cre-atori” spesso si trovano nell’impossibilità di esistere: Teatrexma, vuole essere una casa per tutti, compatibilmente a delle scelte poetiche condivise o condivisibili.

La programmazione è ricca di eventi. Come si lega la scelta delle messinscene alla realtà del territorio?

La programmazione risponde ad un pubblico esigente e presente. Cagliari ha la fortuna di avere una programmazione eterogenea, ma con un pubblico in crescita. Una parte della scelta risponde ad “una chiamata” del pubblico sulla base anche delle precedenti risposte, un’altra parte mira a “mescolare” i pubblici di un cartellone così vario per far conoscere “entità artistiche” che difficilmente andrebbero a vedere.
Teatrexma si regge sugli incassi, quindi il sold out di uno spettacolo permette spettacoli o eventi che non fanno il pienone o che, per esigenze artistiche, permettono la visione dell’evento ad un pubblico limitato.

 

Il prossimo 4 dicembre Il Teatro dellarmadio ripropone Alfonsina Panciavuota. Cosa rappresenta per voi questo lavoro che ha avuto grande successo ed è stato pluripremiato?

È una svolta. Un nuovo approccio alla materia recitativa. Alfonsina Panciavuota è uno spettacolo del Teatro dallarmadio con l’ideazione scenica,  le musiche originali e la regia di Antonello Murgia, scritto e interpretato da Fabio Marceddu. In questo spettacolo la regia e l’attore sono un tutt’uno. La regia si è  si occupata di dare vita  all’anima del personaggio, parola dopo parola, con metodo e instancabile tenacia verso un obiettivo che è quello della verità.
Ci siamo sempre occupati di temi scomodi, spesso attraverso l’elemento musicale. In Alfonsina Panciavuota abbiamo scarnificato  tutto e quello che nasceva come spettacolo di narrazione è diventato uno spettacolo d’azione e d’emozione, emozione guidata, studiata voluta e partecipata.
I premi sono un bellissimo “incidente di percorso”. Resta il problema della circuitazione. Ma ci stiamo lavorando! 

 

I temi trattati all’interno delle opere che presentate a Teatrexma hanno un comune denominatore:  veicolano valori e riflessioni socio-politiche importanti. In che modo avete tracciato un percorso così complesso e come lo avete declinato spaziando tra generi diversi e tra eventi differenti che propongono spettacoli teatrali, di danza, incontri con autori, recital e concerti?

 

Foto di Davide Pioggia
Foto di Davide Pioggia

 

 

 

 

 

 

Il sottotitolo Tutto il mondo è teatro è sinonimo di quel che è il cartellone: un condominio di Voci sommesse, di resistenze reiterate, di idee che vogliono esplodere,  di bocche cucite che riprendono a sorridere, parlare, urlare, cantare, danzare e veicolare l’arte.
Abbiamo l’arroganza e l’ingenuità di pensare che l’arte possa ancora contribuire a dare un “botta di vita”, un cambio al processo irreversibile di una cultura soft-televisiva.
Il popolo descritto da Pasolini non esiste più. Esistono altri popoli e, mentre ne parliamo, tutto fluttua, “todo cambia”, e noi non possiamo essere spettatori, o diventare quel che combattevamo.
Cerchiamo di essere in prima linea, consci che la linea si sposta continuamente!

Foto di Francesca Mu- grafica Daniele Pani

 

Tutte le informazioni sul programma Teatrexma:

 http://www.exmacagliari.com/rassegna-teatrexma-stagione-2019-2020/