PARLAMI DI TE > Intervista alla parrucchiera del cinema Samankta Giorgia Mura di Carlo Alberto Biazzi

Ci sono mansioni del cinema che, a volte, e ingiustamente, passano quasi inosservate. Eppure, proprio questi mestieri, oltre a quello della regia e della recitazione, fanno sì che un film possa essere costruito in maniera impeccabile.
Ci sono i direttori della fotografia, i costumisti, i truccatori, gli operatori. E poi ci sono i parrucchieri, che non sono soltanto persone abili nel realizzare una messa in piega, ma sono grandi esperti di ogni epoca storica e sanno realizzare acconciature che aiutano a creare il personaggio.
Ho incontrato una bravissima parrucchiera, candidata quest’anno ai David di Donatello per il film di Gianni Amelio Il signore delle formiche.
Samankta Giorgia Mura, torinese, trapiantata a Roma per seguire il suo sogno, sa il fatto suo. Dai grandi set italiani, dove ha potuto pettinare grandi star del nostro cinema, ai set americani, dove ha avuto la fortuna di respirare quell’aria oltreoceano che tanto ci piace. Giorgia Mura ha pettinato sui set gli attori più grandi di sempre: da Christian Bale a Jean Reno, da Toni Servillo a Elio Germano. E poi Geoffrey Rush, Milla Jovovich, Donald Sutherland e tanti altri.

Buongiorno Samankta, una domanda per iniziare: chi è Samankta Giorgia Mura? Qual è il percorso che ti ha portato a essere una delle più apprezzate parrucchiere del nostro cinema?

Ho iniziato a fare la parrucchiera per il cinema così per caso. A Torino, a metà anni Novanta, ancora non c’era la Film Commission. I film erano davvero pochi. Dopo diversi anni in un salone di bellezza nella mia città, ho girato la mia prima pubblicità, poi il mio primo film, Il medaglione, con Franco Nero. Per quel film avrei dovuto fare soltanto quattro settimane a Torino, ma poi il capo parrucchiere, Carlo Barucci, mi ha portato con sé a Roma. È stato lì che ho capito quale sarebbe stato il mio destino.

Tra i tuoi lavori sono certamente da rammentare film come I cento passi. Come parte la ricerca creativa che ti permette di associare un’acconciatura a un volto, a una sceneggiatura?

I parrucchieri, da soli, non vanno da nessuna parte. La collaborazione con il truccatore e il costumista è fondamentale. E ovviamente anche con il regista. Solo così si può costruire alla perfezione un personaggio. Le sinergie che si instaurano, lo scambio di idee, lo studio dell’epoca e della sceneggiatura, sono gli step principali per la creazione di un personaggio. E poi molte prove finché non c’è l’okay finale.

Dei tuoi lavori mi ha molto colpito il Il signore delle formiche, con il quale ti sei aggiudicata una candidatura ai David. In casi come questi si concorda con il regista e l’attore l’aspetto finale?

Il “capo” assoluto è, ovviamente, il regista, anche se in Italia (per fortuna non tutti) è il costumista a dettare legge; quindi, gli si presentano provini seguendo le sue indicazioni. A volte sono anche gli attori stessi a dare suggerimenti.

Per una ragazza o un ragazzo desiderosi di avventurarsi nel tuo mondo, qual è il percorso formativo ed esperienziale che suggeriresti?

Ci sono pochi parrucchieri nel cinema. La richiesta di personale è sempre molto alta. Credo che, prima di tutto, sia necessario essere parrucchieri di negozio. Il taglio è importante, la piega anche. Poi tanta gavetta, parlare bene l’inglese ed esplorare il mondo della trasformazione perché ci sono anche le parrucche. E poi, un po’, studiare la nostra storia del costume.

Per terminare, ci racconti di un lavoro, di un incontro con un’attrice o un attore, che ha particolarmente “segnato” il tuo percorso artistico, magari raccontandoci qualche aneddoto avvenuto prima di una messa in scena importante?

Sono tanti gli aneddoti di cui poter parlare, non basterebbe un intero quaderno. Per esempio, proprio ora, sto lavorando con un’attrice che avevo conosciuto vent’anni fa. È rimasta uguale, sempre umana. È bello a volte ritrovarsi.

Link trailer Il signore delle formiche
https://www.youtube.com/watch?v=T3cHUdaCCo0&ab_channel=01Distribution