Dal Festival di Film di Villa Medici di Carolina Germini

Si è appena conclusa la seconda edizione del Festival di Film di Villa Medici, che dal 14 al 18 settembre ha animato con quattordici proiezioni il giardino e le sale dell’Accademia di Francia a Roma. Tra le pellicole selezionate due sono state presentate, in questa occasione, in prima mondiale e nove in prima italiana. Un bellissimo viaggio attraverso la cinematografia internazionale, da Les Champs de mots della regista di origine libanese Rania Stephan, che ha ricevuto il Premio come miglior film con il suo racconto dedicato agli ultimi mesi di vita del socialista François Mitterand, a Gigi la legge del regista friulano Alessandro Comodin a cui è stato assegnato il Premio speciale della giuria. Il regista, che continua a lavorare nella regione in cui è cresciuto, dedica il suo ultimo lavoro alla storia di un poliziotto, la cui esistenza viene travolta da un’inspiegabile ondata di suicidi di ragazzi, che lo spinge a mettersi sulle loro tracce e a indagare che cosa si nasconda dietro quelle storie. A premiarli la Giuria del Festival composta dai registi Pietro Marcello e Marie Losier e dallo scrittore Sylvain Prudhomme.

Foto di Daniele Malajoli

Tra i film che hanno più commosso il pubblico in sala c’è sicuramente Les enfants des autres della regista e sceneggiatrice Rebecca Zlotowski, che con estrema eleganza e raffinatezza costruisce un personaggio femminile forte e originale, interpretato dall’attrice Virginie Efira. Presentato in anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia, il film racconta la storia di Rachel, un’insegnante appassionata che si dedica con cura ai suoi allievi, cercando di aiutarli nel loro difficile percorso di crescita e che spesso si scontra con i suoi colleghi, incapaci di vedere oltre i loro pregiudizi e le regole del sistema scolastico. Ciò che colpisce della figura di Rachel è la sua grazia, il modo in cui anche di fronte alla sofferenza in amore e a una ferita profonda, resta intatta. Il suo comportamento sembra evocare i versi della poetessa Patrizia Cavalli: «Tu mi vorresti come uno dei tuoi gatti castrati e paralleli: dormono in fila infatti e fanno i gatti solo di nascosto quando non li vedi. Ma io non sarò mai castrata e parallela. Magari me ne vado, ma tutta di traverso e tutta intera».

Rachel vorrebbe diventare madre, o meglio, sente l’urgenza di un orologio biologico e di un tempo che sta per scadere. Intorno a lei tutte, compresa la sorella molto più giovane, riescono nell’impresa. Ma l’istinto materno – sembra suggerire la regista Zlotowski – non si esprime solamente nel rapporto con i propri figli. Rachel sa prendersi cura dei suoi alunni, della figlia del suo compagno, del nipote e soprattutto sa prendersi cura di sé stessa. I figli degli altri sono quelli che osserva in silenzio, senza sottrarsi però al suo desiderio di essere madre e di sentirsi ancora una volta figlia.

Festival di Film di Villa Medici, Roma, dal 14 al 18 settembre 2022.