Il Teatro7 a Villa Massimo non ci sarà Intervista a Michele La Ginestra di Sergio Roca

L’Estate romana, una delle prime grandi iniziative della cultura della capitale, ideata nel 1977 dall’allora Assessore alla Cultura Renato Nicolini, ha sempre lasciato molto spazio alle attività teatrali. Quest’anno una delle principali manifestazioni (già svoltasi nel 2021 a dispetto della pandemia) si sarebbe dovuta tenere nella seconda circoscrizione di Roma. A fare da splendida cornice, Villa Massimo. Tuttavia, per un “intoppo”, l’iniziativa non potrà avere luogo.
Ne abbiamo voluto parlare con Michele La Ginestra.
Ci farebbe piacere se le autorità preposte del Municipio in questione volessero replicare.

Abbiamo appreso da poco che la manifestazione Teatro7 a Villa Massimo è stata annullata. Può spiegarci l’accaduto?

L’accaduto è semplice. Noi, come Teatro7 srl., abbiamo presentato tutte le richieste – come lo scorso anno – inviando la documentazione necessaria per ottenere il permesso di occupazione del suolo pubblico dentro Villa Massimo, senza il quale non è possibile accedervi per costruire tutta la struttura necessaria: palco, camerini, gazebo, sedie. Unico problema: non ci hanno mai concesso l’autorizzazione.
Domani (24 giugno 2022) avremmo dovuto accedere alla Villa, ma nessuno ci ha fornito notizie circa l’autorizzazione di cui eravamo in attesa. Ci hanno inviato una pec, in risposta alla nostra documentazione, in quanto ci veniva posto un quesito della polizia locale. Abbiamo dato riscontro in circa due ore, ma la nostra risposta da una comunicazione telefonica del 21 giugno all’Amministrazione non risultava arrivata benché protocollata in ingresso.
A tutto questo occorre aggiungere un altro problema. Avevamo notato che il cancello carrabile, che avremmo dovuto usare per far entrare i materiali nel giardino, era chiuso da tre settimane.
Chieste delucidazioni a chi gestisce la cura della struttura ci è stato risposto che la competenza del passo spetta all’Ufficio Giardini del Comune che, contattato sia al telefono che per email, ci ha comunicato che il cancello non poteva essere aperto perché pericolante e, perciò, per tutto l’anno, sarebbe sempre stato chiuso. Stranamente, però, oggi – 23 giugno 2022 – quel cancello è aperto perciò supponiamo che fosse un pretesto e, per tale motivo, abbiamo deciso di stoppare questo stillicidio. È impossibile gestire un evento così grande senza avere delle certezze.

Voi avete vinto un regolare Bando con la conseguente assegnazione di fondi destinati, oltre che a supportare il lavoro dei tanti lavoratori coinvolti, anche a creare una relazione con gli abitanti del quartiere. L’evento non sarebbe stato una buona occasione per difendere un bene comune?

L’evento era pensato prettamente a favore della cittadinanza. Da parte sia del Municipio sia del Comune non ci sono fondi per l’iniziativa. Si è tentato di fare tutto esclusivamente con soldi privati del Teatro7 s.r.l. messi a disposizione dell’evento culturale.
Lo scorso anno, per l’analoga manifestazione, nello stesso spazio, abbiamo acquistato un palco, delle sedie, dei gazebo e via dicendo, pensando di poter gestire questa attività per tre anni. Col primo anno abbiamo perso oltre trentamila euro, quest’anno, pur a manifestazione non avviata, abbiamo già sostenuto delle spese. Ogni volta che si pone la richiesta per ottenere uno spazio pubblico sei costretto a fare delle relazioni tecniche e i tecnici costano. Abbiamo realizzato relazioni sull’impatto acustico, sul piano della sicurezza e poi la planimetria; nonostante questo – al 23 giugno – con una manifestazione da inaugurare il giorno successivo, non abbiamo ricevuto ancora una risposta. L’Amministrazione non comprende cosa richiede un evento: costruzione materiale della struttura, promozione, vendita dei biglietti, gestione del personale. Gestione delle compagnie coinvolte.
Il quartiere ha perso un evento culturale di portata straordinaria perché era l’unico evento esclusivamente dedicato al teatro in programma a Roma.

Cosa pensa e pensate di fare, dal momento che sono ben 28 le compagnie coinvolte e almeno 100 lavoratori che, dopo la famigerata pandemia, avrebbero potuto dare nuova linfa vitale al Teatro e allo spettacolo dal vivo?

Stiamo cercando di trovare uno spazio alternativo, ma sicuramente non potremmo accontentare tutte le compagnie che avevamo in cartellone. Gli spazi alternativi sono limitati. Siamo in contatto con l’Orto Botanico: potrebbe esserci qualche data libera e ci si potrebbe appoggiare alla struttura che già svolge eventi simili, mettendo a disposizione otto o nove nostri eventi che potremmo svolgere in quella sede.
Questa è la situazione, comunque. È difficilissimo collaborare con l’Amministrazione pubblica, farraginosa e spesso senza un interlocutore di riferimento.
Come società privata dico basta perché quando nell’Amministrazione pubblica trovi ostacoli anziché supporti a eventi così importanti, vuol dire che la manifestazione di fatto non interessa. Io non posso combattere contro i mulini a vento.