Il ritorno di Beatrice Rana: Stravinsky e Ravel di Giulia Chiaraluce

Interpretare le grandi opere è l’impegno di una vita intera, un lavoro costante che richiede totale dedizione nei confronti dell’opera stessa, dell’autore e del pubblico. Sarà capitato ad ognuno di noi di imbattersi in traduzioni differenti degli stessi versi: strofe di canzoni, sonetti, dialoghi filmici. Spesso, una canzone che prima non era di nostro gradimento, tradotta diversamente, finisce per assumere un significato estremamente differente. L’esempio pone l’accento sulla figura dell’interprete e ci permette di illustrare chiaramente la sua funzione. Cos’è, dunque, un interprete? È la figura che si pone tra l’opera originale e il pubblico, è la variabile dipendente tra il testo e lo spettatore, in quanto è la personalità che mette in relazione questi due elementi. In questo telaio, complesso e profondo, si inserisce Beatrice Rana, giovane pianista italiana che, negli ultimi anni, sta deliziando le platee mondiali con le sue esecuzioni.
Nata a Copertino, in Puglia, inizia lo studio del pianoforte a quattro anni e a nove debutta in orchestra. Nonostante l’età, appare sin dagli esordi una fuoriclasse dotata di una maturità interpretativa fuori dal comune: le competizioni sugli ottantotto tasti sono un trionfo costante. Vince il Concorso Internazionale di Montréal, il Concorso Nazionale Muzio Clementi e il primo Concorso Internazionale di San Marino.
Artista esclusiva della Warner Classics, nel 2015 incide il Concerto per pianoforte n. 2 di Prokofiev e il Concerto per pianoforte n. 1 di Tchaikovsky, con Antonio Pappano e l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Il 2017 è l’anno della grande svolta grazie all’uscita del disco Goldberg Variations di Bach.Da questo momento in poi il successo di Beatrice Rana assume una portata mondiale grazie all’interpretazione inedita e tecnicamente eccezionale dell’opera bachiana.

 

 

 

Quest’anno, il 25 ottobre, è stato immesso sul mercato il suo ultimo lavoro interamente dedicato a Igor Stravinsky e a Maurice Ravel. Il repertorio affrontato ci trasporta nel Novecento, periodo cronologicamente distante da Bach e che narra una “storia” diversa da quella delle Variazioni Goldberg. L’artista pugliese ha il compito di raccontarci gli anni di una dirompente quanto energica sperimentazione musicale. Il pianoforte diventa il mezzo espressivo che coglie maggiormente il rinnovamento musicale del secolo scorso, in cui la ricerca pianistica si dirige oltre le possibilità circoscritte allo strumento stesso. Le esecuzioni di raccolte in questo album afferrano questa eco rivoluzionaria e guidano l’ascoltatore verso nuove sonorità.
Il pianoforte, sotto le sue dita, diviene sorgente sonora di timbriche ispirate da organici più ampi, altri, vibrando per “simpatia” con le mire degli autori originali.
Le pagine musicali Miroirs, La Valse (di Maurice Ravel), i tre brani tratti dal Petrushka e The Firebird (composte da Stravinsky) suonano con un tocco cristallino, pulito e nitido. Le note diventano materiale plastico, poi liquido, cambiano forma continuamente, plasmano immagini sempre più vivide. Il fil rouge con Bach affiora nella pulsazione sempre vitale mantenuta in ogni brano e appare nella profonda umanità con la quale viene colorata ogni frase. È tra il bianco ed il nero dei tasti che incontriamo la meraviglia, dove il gesto musicale dell’interprete salentina ci regala ogni nuance possibile.
Artista sensibile e straordinaria, Beatrice Rana calcherà i principali palcoscenici italiani nel mese di novembre, per poi partire ed incantare il pubblico, di tutto il mondo, suonando nei più prestigiosi teatri internazionali.Tour:

 

 

08 novembre 2019, Recital @ Amici della Musica di Perugia, Teatro Morlacchi, Perugia;

09 novembre 2019, Recital @ Amici della Musica di Firenze, Teatro della Pergola, Firenze;

20 novembre 2019, Recital @ Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Auditorium Parco della Musica, Roma.