“Vlad Dracula” un luminoso musical noir di Sergio Roca

Foto di Sergio Roca

Se andando a teatro per assistere ad una replica del musical Vlad Dracula pensaste di assistere ad una trasposizione scenica cantata e musicata – sic et simpliciter – del romanzo epistolare scritto da Bram Stoker nel 1897 probabilmente vi trovereste in confusione perché, di fatto, Vlad Dracula il musical è un’opera “nuova” da attribuirsi, senza ombra di dubbio, alla creatività di Ario Avecone e Manuela Scotto Pagliara.
Già la dislocazione spazio-temporale della narrazione provoca un deciso straniamento creato, come descrive lo stesso autore nelle note di regia, dallo stile steampunk usato nella narrazione come elemento che vede l’inserimento di strumenti tecnologici non congrui temporalmente all’epoca in cui si svolgono gli accadimenti del testo.
La storia si svolge in una Inghilterra fine Ottocento, al termine della prima e della seconda rivoluzione industriale, quando però lo sviluppo produttivo tende a “soffocare” le città con lo smog e con la folle antropizzazione del territorio. Un momento storico non perfettamente delineato ma riconoscibile come quello in cui l’umanità ha dato il via al Doomsday Clock (Orologio dell’apocalisse ideato nel 1947), di cui si parla proprio in questi giorni visto che, a seguito del nuovo shock energetico e della guerra in Ucraina sono rimasti solo 90 secondi alla fine dell’umanità a causa della sua scelleratezza.

Il Conte Vlad Tapes (Giorgio Adamo), apparentemente un generoso nobiluomo, abita a Whitby, un paese circondato da una fitta nebbia in cui accadono eventi inspiegabili come morti e sparizioni. Ad indagare sugli eventi viene inviato il giovane giornalista Jonathan Harker (Marco Stabile) che pur di inseguire il suo sogno di notorietà è disposto a mettere in discussione l’amore per la bella e giovane moglie Mina Murray (Arianna Bergamaschi).
Giunto alla villa di Dracula Jonathan viene accolto da questi con cortesia ma, quando il Conte vede una fotografia di Mina cambia il suo comportamento finendo per imprigionare il giornalista e irretire la moglie facendola, a sua volta, prigioniera.
Il Conte vive una vita segreta. Di natura immortale è ossessionato dall’uccisione della prima moglie ed è per questo che è alla continua ricerca di una donna in cui “ritrovare” l’amor perduto. Insoddisfatto dai suoi incontri, però, finisce col renderle “prigioniere” del suo rancore relegandole, in completa solitudine affettiva, in un’area della sua dimora dove il tempo non scorre.

Per risolvere i tanti misteri che aleggiano nella cittadina, indagano il Dottor John Seward (Paolo Gatti) e l’assistente Strattford (Jacopo Siccardi) coadiuvati dall’alchimista Prof. Van Helsing (Christian Ginepro) nelle loro indagini, corrono anche in soccorso di Jonathan e Mina.
Tra le prigioniere di Dracula c’è la Contessa Justina (Chiara Vergassola), un personaggio inventato dagli autori del musical (un po’ il deus ex-machina della storia), che a seguito del suo amore non ricambiato per il Conte Vlad finirà per fornire al giornalista e alla moglie, assieme ai suoi soccorritori, delle utili indicazioni per risolvere l’enigma.
Tra gli altri personaggi che completano la storia l’inventore Renfield (Antonio Melissa) – uomo dalla doppia personalità la cui anima oscura è interpretata da Dario Guidi – che per raggiungere i suoi obiettivi è disposto a sacrificare il legame con la figlia Lucy Westenra (Valentina Naselli).
Un finale imprevedibile, decisamente molto differente dal romanzo originale, farà interrogare il pubblico su chi è veramente nel “giusto”, cosa sia l’amore, motore universale delle cose e, paradosso dei paradossi, dove finisca il bene per dar origine al male o, forse ancora, dove le due forze – in un momento senza tempo – si congiungono per dare un senso compiuto alla vita e alla morte.

Foto di Sergio Roca

Lavoro molto intrigante quello di Avecone e Scotto Pagliara soprattutto sotto l’aspetto della messa in scena estremamente curata in tutti i dettagli.
Apprezzatissima la scenografia mobile e multilivello (di Michele Lubrano Lavadera e Ario Avecone) “rimodulata” a vista o, per i cambi più complessi, in forma “occulta” grazie alle proiezioni su garza che nascondono i lavori sul palco. A volte, le modifiche risultano accompagnate dalla melodia di un’arpa suonata fuori scena da Dario Guidi.
Ben riuscite le luci di Alessandro Caso che ricostruiscono l’ambientazione cupa e tetra della storia che si vuole narrare quasi per tutta la durata della rappresentazione. Fantasiosi e molto ben centrati i costumi di Myriam Somma che rendono felici gli estimatori dei cosplay. Costumi dello stesso stile sono stati utilizzati anche da dei figuranti che accoglievano gli spettatori nelle aree di ingresso alla sala.
Fantastiche le musiche originali di Simone Martino, Ario Avecone e Manuela Scotto Pagliara (anche se nella replica cui assistito, a volte, il volume della registrazione sovrastava le voci dei cantati) con delle liriche di effetto e ben riuscite.

Tra i protagonisti spicca, inevitabilmente, Giorgio Adamo. Voce potente con una presenza scenica importante, già noto al mondo del musical per aver interpretato Simone in Jesus Christ Superstar sotto la regia di Massimo Romeo Piparo. Assieme a lui, la star femminile è sicuramente Arianna Bergamaschi che, oltre le note capacità canore, ha un’innata naturalezza recitativa (la ricordo come Rosanella in una riedizione di inizio millennio di Un mandarino per Teo di G&G).
Impossibile non godere delle “follie” del versatile Cristian Ginepro che assieme a Paolo Gatti e Jacopo Siccardi creano l’unico siparietto comico della vicenda.
Tra il gruppo degli attori principali un plauso a Valentina Naselli e Chiara Vergassola. Entrambe dotate di eccellenti capacità canore così come Dario Guidi, Antonio Melissa e Marco Stabile.
Lo spettacolo, nella replica del 24 gennaio cui ho assistito, si è avvalso della ottima collaborazione coreutica dell’ensemble composto da Anna Gargiulo, Giovanni Quaranta, Marco Bonfiglio (che ha sostituito Luca Nencetti per un imprevisto) e Federica Mosca.
Un musical sicuramente molto interessante per gli amanti del genere noir e dove la visione globale dell’opera imposta da Ario Avecone, in tutti i dettagli realizzativi, mostra una compattezza strutturale che è impossibile non apprezzare.  

Vlad Dracula il musical

scritto da Ario Avecone e Manuela Scotto Pagliara
regia Ario Avecone
aiuto regia e dinamica scenica Antonio Melissa
con Christian Ginepro, Arianna Bergamaschi, Giorgio Adamo, Marco Stabile, Chiara Vergassola, Antonio Melissa, Valentina Naselli, Paolo Gatti, Jacopo Siccardi, Dario Guidi
ensemble: Anna Gargiulo, Giovanni Quaranta, Luca Nencetti, Federica Mosca
musiche Simone Martino, Ario Avecone e Manuela Scotto Pagliara
scenografie Michele Lubrano Lavadera e Ario Avecone
costumi Myriam Somma
luci Alessandro Caso
vocal coach Adriano Scappini
acting coach Antonio Speranza.

Teatro Brancaccio, Roma, fino al 29 gennaio 2023.

Tournée:
Teatro Verdi, Firenze, 12 febbraio 2023
Teatro dell’Aquila, Fermo, 25-26 febbraio 2023
Teatro di Varese, Varese, 18 marzo 2023
Teatro Alfieri, Torino, 23-26 marzo 2023
Teatro Nazionale che Banca, Milano, 28 marzo – 2 aprile 2023.