“Mirabilia of Music – La Musica apre i Musei”. II Edizione Intervista a Mariastella Margozzi di Giulia Chiaraluce

Alla sua seconda edizione, Mirabilia of Music – la Musica apre i Musei, torna protagonista della città di Roma. Dal 12 al 30 dicembre, sette tappe imperdibili accompagneranno il pubblico in un viaggio ricco di contaminazioni, in cui musica e spazi museali si mescoleranno. Ridisegnando luoghi e atmosfere, la rassegna presenta una miscela artistica, scrivendo una periegesi innovativa della città di Roma.
L’iniziativa, curata e organizzata da Anna Selvi, è stata promossa dalla Direzione dei Musei della Città di Roma, diretta da Mariastella Margozzi, in collaborazione con la Siae. Abbiamo incontrato la direttrice per conoscere il progetto da vicino. 

Giunti alla seconda edizione di Mirabilia of Music – La Musica apre ai Musei. Possiamo considerarla come la prima vera edizione, visto che quest’anno sarà fruibile dal vivo?

Ci tengo a sottolineare che l’edizione dell’anno scorso è stata importante, proprio perché i musei erano chiusi al pubblico e i concerti sono stati un modo eccezionale di “aprirli” attraverso la registrazione e l’invio sui canali social e in streaming delle esecuzioni. E questo in un momento in cui tutti frequentavano di più internet e i social. Questa edizione inaugura invece la fase 2, quella della resilienza: tutelati, ma in presenza, rinnoviamo il nostro modo di vedere e di sentire l’arte.

Sette concerti, come le sette note. Sette concerti, come le sette chiavi musicali. La musica sarà l’iride, attraverso la quale lo spettatore potrà vivere una nuova esperienza nelle sale museali: come immagina questi eventi?

Saranno preziosi sia per il loro contenuto musicale, sia per gli strumenti, sia per i magnifici interpreti. E che dire poi delle bellezze dei nostri musei? Vivere l’arte in questo modo immersivo sarà davvero emozionante ed edificante.

Il programma inizia con un concerto intimo, per poi approdare al barocco, al jazz, all’elettronica. Il connubio Museo-Concerto è stato creato con uno specifico criterio estetico? 

Sì, si è cercato di coniugare la scelta delle musiche con i luoghi che le ospitano, creando quindi delle affinità estetiche con i musei e le loro opere d’arte. Il Barocco alla Galleria Spada, contaminazioni jazzistiche al Museo Boncompagni Ludovisi e al Museo Hendrik C. Andersen. Ma anche jazz multiculturale al Parco di Veio, arcaico e mistico punto di incontro. Ancora musica barocca a Castel Sant’Angelo. Jazz e musica elettronica nel più moderno Museo Nazionale degli Strumenti Musicali. Musica, canto e danza nella meravigliosa cornice del Pantheon. Insomma, delle belle sinergie.

Stiamo vivendo un’epoca in cui le tecnologie, le contaminazioni e le barriere infrante, avvicinano i nostri costumi, linguaggi e convenzioni sociali a forme sempre più ibride. Il dialogo tra le arti e la nascita di nuove forme “miste”, saranno la chiave futura del mondo dell’arte? 

Penso proprio di sì. È la naturale evoluzione del concetto di Museo, che da statico è diventato luogo della cultura, inglobando qualsiasi esperienza estetica, di alto valore artistico ovviamente. La vita delle generazioni si associa a dei tòpoi che le rappresentano sempre. L’epoca attuale riflette i gusti di un pubblico che cerca una cultura più giovane e coinvolgente, che ha bisogno di attivare tutti i sensi e di provare tutte le emozioni, non solo quelle tradizionali della percezione visiva e della speculazione intellettuale.

L’ultimo concerto in programma sarà Hodighitria, il mistero della maternità e della sua bellezza, progetto nato esclusivamente per Mirabilia Of Music. La Vergine col Bambino, tra le più antiche icone della storia della cristianità e della storia dell’arte, ha saputo raccordare nei secoli i più grandi artisti, da Masaccio a Tiziano a Caravaggio. Danza e musica si mescoleranno al Pantheon, dove è sepolto Raffaello: ci auguriamo tutti la rinascita dell’arte in Italia? 

Il tema che sarà trattato al Pantheon è quello di una suggestione che affonda le sue radici nella tradizione cristiana, che contempla tra i suoi dogmi la nascita di un uomo che è anche Dio e in virtù di questo la Maternità è vista come sacra e la sua icona come venerabile e misterica. La performance che sarà realizzata terrà conto delle varie suggestioni di questa sacralità e del suo dialogare con movimenti e suoni ispirati in un luogo che è stato anche tempio precristiano, Pantheon appunto, e che ospita le spoglie del più grande artista del Rinascimento. Si tratterà di una sorta di mistica invocazione ai lumi della religione e dell’arte. 

I prossimi appuntamenti:

Domenica 19 dicembre ore 20, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo: Mario Brunello, violoncello piccolo, accompagnato da Roberto Loreggian al cembalo e organo, Francesco Galligioni, alla viola da gamba e violoncello, in un repertorio che da fine Seicento si spinge fino agli inizi dell’Ottocento con autori quali Valentini, Boccherini e Bach.

Martedì 21 dicembre ore 20, all’Auditorium del Museo Nazionale degli Strumenti Musicali: Piccolo concerto di Natale per piano ed elettronica modulare suonato come ai primi del ‘900, Davide “Boosta” Dileo.

Mercoledì 22 dicembre ore 16.30, al Museo Hendrik C. Andersen: Pollock Project duo, Marco Testoni handpan e live electronics, & Simone Salza, sax soprano e clarinetto.

Domenica 26 dicembre ore 12.30, al Santuario etrusco dell’Apollo Veio: Khalab Live 4tet, Raffaele Costantino. 

Giovedì 30 dicembre ore 20, al Pantheon: HODIGHITRIA, Il mistero della maternità e della sua bellezza, canti e danze a cura di Daniele Cipriani, consulenza musicale di Gastón Fournier-Facio, con Accademia Vocale, Quartetto d’Archi, danzano: Simone Repele e Sasha Riva (già Ballet du Grand Théâtre de Genève); Susanna Elviretti (Compagnia Daniele Cipriani).