La villa di Alberto Sordi tra ricordi ed emozioni di Ilaria Capacci

In occasione del centenario della nascita di Alberto Sordi, Roma, sua città natale, gli dedica una grande mostra aprendo per la prima volta al pubblico le porte della sua villa alle Terme di Caracalla. Questa non è la prima esposizione dedicata all’attore, ma è sicuramente la più completa di tutte, poiché si estende dalle stanze della sua casa alle due tensostrutture nel giardino e continua poi al Teatro dei Dioscuri in via Piacenza.
Il visitatore viene accolto da una sezione dedicata alle origini dell’abitazione stessa, progettata dall’architetto Clemente Busiri Vici negli anni Trenta e acquistata da Sordi nel 1954. Qui sono esposti il contratto di compravendita, le planimetrie, foto d’epoca e un filmato dalla trasmissione Ieri e oggi (1976) in cui Albertone racconta come nacque l’amore per quella villa, che lui abitò per circa 60 anni fino alla sua morte.

Il primo ambiente da cui si snoda il percorso espositivo è il teatro, voluto dall’artista nel locale che era precedentemente occupato da una legnaia. Sordi fece costruire un palcoscenico per rappresentazioni private  da condividere con pochi amici. Vi sono persino dei camerini e una cabina di proiezione. Il tutto è arricchito da un fondale disegnato dal pittore Gino Severini. Qui inizia il racconto del Sordi privato: si ammirano fotografie dell’artista da bambino con la famiglia, con i compagni di scuola e una galleria di sculture che commissionò ad Andrea Spadini. Scopriamo, così, una delle sue passioni forse meno nota: il collezionismo di oggetti d’antiquariato. Tra le opere d’arte conservate nella casa si possono ammirare anche ben tre quadri di Giorgio De Chirico.
L’altro grande amore della sua vita fu quello per la città natale e per la squadra di calcio che ne prende il nome. Nella sezione dedicata a Roma vi è un pannello con le location dei suoi film (quasi tutti ambientati nella Città Eterna) elencate quartiere per quartiere. Vi sono inoltre le sciarpe della Roma, i suoi articoli per il quotidiano locale “Il Messaggero”, con cui collaborò a lungo, e video e foto della giornata del 15 giugno del 2000, in cui il sindaco Francesco Rutelli gli “cedette” la fascia da primo cittadino.
Successivamente si attraversano ben tre stanze ricche di ricordi dell’artista: uno studio, la sua camera da letto e la barberia. Ognuno di questi ambienti ospita ancora molti oggetti personali di Sordi, dalla radio al telefono sul comodino, ai pennelli da barba. Si ha la sensazione che Alberto se ne sia andato soltanto il giorno prima da quelle camere. La sua famiglia, soprattutto le sorelle Aurelia e Savina, è protagonista di quasi tutte le foto incorniciate.

Nella tensostruttura posizionata in giardino inizia il viaggio nella lunga e poliedrica carriera dell’attore-regista, che partì con il doppiaggio di Oliver Hardy dopo aver subìto il rifiuto dell’Accademia dei Filodrammatici di Milano. È conservato il diploma che l’Accademia stessa volle conferirgli soltanto nel 1999 «a ricordo di un giovanile infortunio scolastico». In questa sezione trovano spazio componimenti manoscritti e dattiloscritti, tra cui il testo della famosa canzone Nonnetta, le locandine e le foto dei primi spettacoli teatrali come Soffia sò di Garinei e Giovannini, i copioni e gli appunti per gli sketch dei suoi personaggi radiofonici. Nelle postazioni audio è possibile riascoltare alcune di queste esibizioni e ridere così, ancora una volta, alle battute di Mario Pio o di Conte Claro, macchiette da lui ideate e riadattate successivamente per il cinema. Alberto Sordi scriveva da sé anche i copioni dei commenti radiofonici alle tappe del Giro d’Italia del 1950, i cui manoscritti sono ancora conservati nella casa.
Il vero esordio cinematografico avviene con lo sfortunato Mamma mia che impressione! da lui scritto e prodotto nel 1951, che è ora possibile rivedere interamente nella saletta cinema. Oltre venti costumi di scena attendono il visitatore nella seconda tensostruttura, alcuni dei quali legati a personaggi indimenticabili come il dottor Tersilli ne Il medico della mutua o il marchese Onofrio Del Grillo. Tra i cimeli della lunga carriera è posizionata al centro di un salone la mitica moto Harley Davidson di Un americano a Roma. Arricchiscono questa sezione i copioni, i bozzetti degli abiti, le locandine ed un pannello con le decine di volti interpretati dall’attore.

Alberto Sordi nel giardino della sua villa a Roma durante un’intervista (1974). Foto di Reporters Associati & Archivi Srl

Tuttavia la parte della mostra, che forse lo rappresenta di più e che ci racconta qualcosa di inedito, è l’ultima, intitolata Sordi segreto, in cui si esplorano il suo rapporto con la beneficenza, con le donne e le grandi passioni per gli animali e per la bicicletta. Qui attraverso documenti finora sconosciuti (come la lettera di una donna che lo ringrazia per l’aiuto economico ricevuto) ricostruiamo la sua personalità. Sordi era non solo il doppiatore, attore e regista che tutti ricordiamo, ma anche un fervente cattolico (vi sono diverse foto con papa Giovanni Paolo II), un paladino della terza età (frequenti erano le sue visite alle case di riposo, di cui troviamo testimonianza nelle immagini al Don Orione di Genova nel 1994), e un amante del mattone. La casa di via Druso non è stata infatti il suo unico investimento, lo vediamo ritratto, ad esempio, nell’abitazione estiva di Castiglioncello. Anche la bicicletta Bianchi, con cui era solito scorrazzare per il centro di Roma, è ospitata in quest’ultima sala.
Il viaggio nella vita e nella carriera di Sordi continua al Teatro dei Dioscuri con la seconda parte della mostra dedicata al centenario.
Ciascuno di noi ricorda a memoria le battute più divertenti dei personaggi a cui ha dato vita ma vale assolutamente la pena conoscere anche l’Alberto Sordi privato. Aperta al pubblico per la prima volta, la casa di via Druso ci permette finalmente di apprezzare sia il percorso artistico che umano dell’attore, aspetto quest’ultimo, finora molto poco noto, e da lui custodito gelosamente in queste stanze.

Il Centenario – Alberto Sordi 1920-2020
a cura di Alessandro Nicosia con Vincenzo Mollica e Gloria Satta.

Villa di Alberto Sordi, Piazzale Numa Pompilio, Roma, dal 16 settembre 2020 al 31 gennaio 2021.

Orari:
Dal lunedì al giovedì  dalle ore 10.00 alle ore 20.00
venerdì e sabato dalle ore 10.00 alle ore 22.00
domenica dalle ore 10.00 alle ore 20.00.

Teatro dei Dioscuri al Quirinale, Via Piacenza 1, Roma
dal martedì alla domenica dalle ore 10.00 alle ore  19.00 

Entrambe le mostre si possono visitare con lo stesso biglietto al prezzo di 12 euro.

Info:
06.85353031 | info@centenarioalbertosordi.it