Corpo e suono: l’altra faccia della voce di Giulia Chiaraluce

Foto di Maria Austria. Collezione Cathy Berberian, Fondazione Paul Sacher Basilea

«Liberare la voce vuol dire liberare la persona». Come uno slogan pubblicitario, la citazione di Kristin Linklater (vocal coach e insegnante che ha trasformato la visione della tecnica vocale) illumina le pareti del Palazzo delle Esposizioni, riassumendo in poche parole il carattere più profondo della mostra Il Corpo Della Voce. Carmelo Bene, Cathy Berberian, Demetrio Stratos ospitata a Roma fino al prossimo 30 giugno.
Liberare la voce e la persona, ma da che cosa? Questa è la domanda a cui Il Corpo della Voce intende rispondere, restituendo la vera identità della voce e chiarendo la sua genesi preverbale. Il titolo dell’esposizione mette l’accento proprio sulla corporalità della voce, ovvero sulla carnalità vocale e sul suo rapporto viscerale, intimo e sincero, con la nostra interiorità. Da qui, la riscoperta di una forma di voce “altra”, slegata totalmente dalla radice semantica del logos. Una voce come “fatto”, come fenomeno.
Il visitatore viene accolto da una carrellata di “video endoscopici” e da didascalie che lo accompagnano a scoprire gli aspetti funzionali e fisiologici dell’apparato fonatorio. Attraverso i video è possibile ispezionare le corde vocali a lavoro, muscoli che non possiamo osservare durante il nostro agire quotidiano e di cui abusiamo per la maggior parte del nostro tempo. Ciascuno entra, così, gradualmente in contatto con il proprio corpo ed è pronto a confrontarsi con il “cuore” della rassegna: i ritratti di Demetrio Stratos (1945-1979), Cathy Berberian (1925-1983) e Carmelo Bene (1937-2002). Tre artisti che, con approcci diversi ma contigui, hanno ri-condotto la voce alla sua essenza primigenia: la libertà di espressione.
Demetrio Stratos, leader degli Area, è l’artista che avvicina la voce alla scienza, alla vocalità intesa come fenomeno scientifico.

Foto di Roberto Masotti. Lelli e Masotti Archivio. Courtesy 29 ARTS IN PROGRESS Gallery

La sua “fotografia” è un’indagine complessa e multidisciplinare connessa alle potenzialità espressive della voce, che, attraverso il percorso tracciato, appaiono davvero infinite. Le interpretazioni delle opere di John Cage, le registrazioni di Metrodora (1976), lo studio al CNR di Padova, gli approfondimenti sui canti difonici della tradizione asiatica sono l’espressione diretta delle possibili “vibrazioni” della voce umana. Da qui, poi, la mostra diventa interattiva: un’istallazione permette al visitatore di registrare la propria voce e di valutarla attraverso il diagramma di raucedine, mentre una seconda postazione gli consente di ascoltare e di conoscere i suoni multifonici prodotti da Demetrio Stratos.
Il Corpo Della Voce prosegue con le sale dedicate a Cathy Berberian, protagonista femminile della rassegna. La sua voce o, come sottolineano i cartelli espositivi, le sue “mille voci” hanno traghettato la vocalità verso la sponda tecnologica più sperimentale del suo tempo. L’incontro dell’artista con Berio inaugura una delle pagine più interessanti e produttive della storia della musica occidentale. Berberian si avvicina alla Nuova Musica e, come Stratos, raggiunge forme espressive insolite e rivoluzionarie anche grazie alla nascita di progetti come lo Studio di Fonologia Musicale Rai di Milano sorto, per volere dello stesso Berio (insieme a Bruno Maderna) nel 1955. Proprio in questo studio, infatti, nel 1958 l’artista interpreta Thema (Omaggio a Joyce) di Berio dove la voce, registrata su nastro magnetico, viene sottoposta a numerose manipolazioni elettroacustiche. Il percorso artistico di Berberian si evolve e si concentra sulla gestualità espressiva della voce, un’evoluzione che la porterà a collaborare con Cage e a diventare lei stessa compositrice (da ricordare Stripsody del 1966). Cathy cerca la verità e, svuotando semanticamente la parola, si orienta verso la ricognizione dell’onomatopea vocale intesa come incipit sonoro, orientato a descrivere gli oggetti e i sentimenti all’interno delle sue performances. La traiettoria è sempre più a fuoco: la mostra illustra la dedizione della compositrice verso repertori musicali più eterogeni e Berberian diventa, allora, testimone di una vocalità sperimentale che fluisce, inevitabilmente, nella musica.
Il terzo e ultimo ritratto è dedicato a Carmelo Bene, la cui ricerca si svolge all’interno dello spazio scenico: qui la voce è vicina al teatro. L’interesse per la phoné in Carmelo Bene lega tutto il suo lavoro alla natura filosofica del pensiero e del sentire umano: il metodo di indagine è la filosofia.

Foto di Tommaso Le Pera

Partendo da Lacan, l’attore, drammaturgo e regista spoglia la parola del suo vestito semantico, lasciando nuda la phoné. La voce, entità comunicativa, diviene elaborazione della parola: allontanando il suono vocale dalla serialità delle ripetizioni fonetiche, Bene ricerca “la musica che sta dietro le parole”. Sono numerosi i video, i copioni e gli appunti che descrivono il suo lavoro: L’Adelchi (1984), Hommelette for Hamlet (1987) e Macbeth Horror Suite (1996).
Il Corpo Della Voce merita una visita accurata, tutt’altro che sbrigativa: sono oltre 120 le opere esposte.
Anna Cestelli Guidi e Francesca Rachele Oppedisano, curatrici della mostra, regalano al pubblico un approfondimento meticoloso e particolareggiato sulla voce, presentando un lavoro sinergico tra scienza, anatomia, estetica e storia delle arti.
Liberare la voce, ma da cosa? La mostra ci risponde: liberare la voce dalle consuetudini e dalle sue funzioni convenzionali per rivivere e ristabilire, attraverso il suono, ogni relazione possibile col “senso”.

 

Il Corpo della Voce. Carmelo Bene, Cathy Berberian, Demetrio Stratos

a cura di Anna Cestelli Guidi e Francesca Rachele Oppedisano
con i contributi scientifici di Franco Fussi, Graziano G. Tisato.

Palazzo delle Esposizioni, Roma, fino al 30 giugno 2019.

Apertura: domenica, martedì, mercoledì e giovedì dalle ore 10.00 alle ore 20.00.

Venerdì e sabato dalle ore 10.00 alle ore 22.30.

Lunedì chiuso.

Si ricorda che, in occasione della mostra, ogni sabato e domenica dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 14.40 alle 18.00, si terranno presso il Palazzo delle Esposizioni incontri collettivi per gli esercizi di riscaldamento vocale, grazie alla collaborazione degli insegnanti del Metodo Linklater.