Questi Fantasmi, esistono di Alice Bertini

foto di Filippo Manzini

Tutto invecchia, De Filippo no. Uno spettacolo che fa venire voglia di andare a teatro e rappresenta l’essenza profonda di quello che la parola “teatro” significa, in Italia.
Questi Fantasmi, per la regia di Marco Tullio Giordana, sarà in scena fino 6 gennaio 2019 al Teatro Argentina di Roma.
Scritta nel 1945 da Eduardo De Filippo debuttò per la prima volta, sempre a Roma, al Teatro Eliseo il 7 gennaio 1946 con la compagnia Il Teatro di Eduardo. Divisa in tre atti è la seconda commedia appartenente alla raccolta Cantata dei giorni dispari, dopo la precedente Napoli Milionaria. Pare che per scriverla Eduardo si ispirò ad un episodio che vide protagonista suo padre Eduardo Scarpetta il quale, in ristrettezze economiche, costrinse la propria famiglia a lasciare, da un giorno all’altro, l’abitazione in cui vivevano. Nonostante ciò, Scarpetta riuscì a trovare in poco tempo una nuova sistemazione che, in rapporto all’affitto ridottissimo, sembrò un affare eccezionale. Soltanto dopo alcuni giorni, si chiarì il mistero di tanto risparmio: la casa era frequentata da un impertinente “monaciello”. È così che all’interno di un appartamento all’ultimo piano di un grande palazzo del Seicento – con 18 camere e 68 balconi e con un’antica leggenda che lo vorrebbe popolato da fantasmi – si svolge la storia di Pasquale Lojacono e di sua moglie Maria.

foto di Filippo Manzini

Siamo al cospetto del Teatro Italiano per eccellenza fatto di parole e di un testo solido e immortale: tutto si regge sulla drammaturgia e sui suoi perfetti incastri, sul meccanismo narrativo che, in totale equilibrio tra comico e tragico, propone uno dei temi fondanti degli spettacoli eduardiani: la vita messa fra parentesi, essa stessa sostituita da un’immagine, da un travestimento, da una maschera spesso non voluta ma imposta agli uomini dalle circostanze. Una trama i cui sentimenti stanno tra l’assurdo e il grottesco, eppure così reale da identificarcisi fino in fondo. Si ride, sebbene con amarezza, e – come in quasi tutti i testi di De Filippo – rimane in bocca un sapore di cupezza che infonde una “lieta malinconia” nei cuori degli spettatori. Un uomo qualunque, alle prese con quello che crede (o preferisce credere) essere un fantasma che infesta la sua nuova casa ma che, nella verità, altri non è se non l’umanissimo amante di sua moglie. Miserie e gioie umane di tutti i tempi tra “disgrazie” e momenti di apparente felicità.
La regia di Marco Tullio Giordana, che dirige la Compagnia di Teatro di Luca De Filippo, è delicata e “classica”, con quelle sfumature soavi e quelle parole mai scelte a caso, rispettosa del testo e della sua profonda tradizione. Ed è il caso forse di chiamare in causa Peter Brook e la sua idea di regia come spotlight, silenziosa, al servizio del testo per metterne in luce la sua stessa bellezza.
Una regia discreta, mai invadente, quasi a volersi porre “senza firma, per consentire alla grandezza dell’opera di De Filippo di emergere e di mostrare l’umanità dei suoi personaggi straordinari.

 

foto di Fabio Lovino

Allo stesso modo, degna di nota, anche la direzione degli attori: semplice e lineare, con dialoghi ben “riprodotti” e ben orchestrati, sebbene talvolta lo spettacolo manchi un po’ di ritmo, ad esempio nei passaggi tra una scena e l’altra. Un cast di eccezione che unisce diverse generazioni di attori: Gianfelice Imparato, Carolina Rosi, Nicola Di Pinto, Massimo De Matteo, Giovanni Allocca, Paola Fulciniti, Gianni Cannavacciuolo e i giovanissimi Federica Altamura, Andrea Cioffi e Viola Forestiero, tutti della attuale Compagnia di Teatro di Luca De Filippo guidata magistralmente da Carolina Rosi.
Grande merito a Gianfelice Imparato per la riproposta scelta di non imitare Eduardo De Filippo, ricreando e modellando invece una delicata, e anch’essa discreta, propria interpretazione di grande semplicità e di grande ironia.
Guardando Imparato, si pongono inevitabilmente dei quesiti: De Filippo si potrà mettere in scena per sempre? Forse sì. Ma con la stessa magia, con la sua stessa purezza? Qualcuno, in futuro, davvero riuscirà a portare alla luce i temi di Napoli Milionaria, i turbamenti di Luca Cupiello, la cecità di Pasquale Lojacono o, ancora, gli ingegni di Ferdinando Quagliuolo?
C’è una scena molto bella nello spettacolo: Gianni Cannavacciuolo e Massimo De Matteo cantano una serenata passando tra le poltrone rosse della platea. A sentire quelle note, il cuore di noi spettatori si riempie di allegria, percepiamo la gioia degli attori, il gusto del loro recitare, la meraviglia del fare questo mestiere che ha saputo coinvolgerci e renderci partecipi.

foto di Filippo Manzini

Questi Fantasmi!
di Eduardo De Filippo
regia Marco Tullio Giordana
con Gianfelice Imparato, Carolina Rosi, Nicola Di Pinto, Massimo De Matteo
Paola Fulciniti, Giovanni Allocca, Gianni Cannavacciuolo, Viola Forestiero, Federica Altamura, Andrea Cioffi
scene e luci Gianni Carluccio
costumi Francesca Livia Sartori
musiche Andrea Farri
Teatro Argentina, Roma, fino al 6 gennaio 2019.