“What does Xstream mean?” – Il sogno di cinque acrobati di Livia Nigro

«Un giorno ho deciso di partire; ho chiesto ai miei amici di venire con me ma erano impossibilitati, così ho incontrato una ragazza per strada e senza conoscerla siamo partiti insieme. Abbiamo attraversato tutti i confini del Sud America, cosa difficile per due colombiani, ma adesso sono qui». Questo è solo l’inizio di una delle cinque storie degli artisti che si intrecciano nel progetto sperimentale Xstream, spettacolo della compagnia blucinQue andato in scena allo Spazio Diamante di Roma.

I cinque protagonisti, Jonathan Rodriguez Angel, Jose Mallol (Pepe) Chocomeli, Federico Ceragioli, Lukas Vaca Medina e Ruairi Mooney Cumiskey (che come musicista utilizza il nome RedRua O’Cumiscáigh), attori ed acrobati internazionali provenienti da Italia, Irlanda e Colombia, raccontano la storia del loro passato e del loro incontro come compagnia (fondata nel 2008 dalla regista Caterina Mochi Sismondi), attraverso una performance di circo contemporaneo che mescola stili e culture diverse.

Sul palco usano oggetti che fungono da complemento alla loro forma espressiva, quali palline da giocoleria, filo sospeso su cui camminare, cerchio in movimento al cui interno trova spazio l’uomo vitruviano, creando così un’atmosfera informale e coinvolgente (che ricorda le esibizioni collettive degli artisti di strada), atipica per un teatro.

L’estrema versatilità artistica degli interpreti viene messa in risalto da momenti di sperimentazione espressiva in cui si cimentano, esplorando canali di comunicazione inusuali; il fil rouge dell’arte circense è infatti interrotto, talvolta, da coreografie ispirate alla Capoeira, dal suono di una chitarra classica e di un flauto (entrambi suonati live) e da parole che raccontano frammenti di storia di ciascuno dei cinque ragazzi.

Particolarmente interessante il pezzo in cui gli acrobati, a turno, fanno schioccare e roteare sopra di loro una frusta, cercando di colpire gli altri che, per sfuggirle, eseguono notevoli salti e scivolate. Nonostante “l’arma”, in questa coreografia, ricopra un “ruolo pericoloso”, gli artisti la sfidano avvicinandosi e tentando di afferrarla con il rischio di venirne colpiti. Il contesto musicale è il manifesto della loro versatilità nella ricerca di diverse forme espressive. Gli interpreti creano sul momento, in apparente improvvisazione, un sound di musica elettronica quasi assordante che viene alternato dalla melodia di una chitarra e di un flauto, la cui esecuzione è curata dall’acrobata Ruairi Mooney Cumiskey.  

La compagnia si prefigge di portare in scena quel legame, umano ed artistico, che scaturisce, imprevedibilmente, proprio dalla diversa formazione personale di ciascuno dei cinque componenti del gruppo. Pur provenendo da percorsi di ricerca differenti, infatti, tutti sono giunti alla conclusione che si può utilizzare l’arte circense come una allegoria dell’ “equilibrio”, ovvero quella stabilità che ogni essere umano ricerca quotidianamente nel difficile bilanciamento tra immobilità, dinamicità e caduta.

Un’esibizione di sperimentazione avanzata ed innovativa che lascia il pubblico con il fiato sospeso grazie alle complesse acrobazie dei performers.

La sovrabbondanza creativa, al contrario, dovuta alla molteplicità di idee, ha reso poco omogeneo lo spettacolo a scapito sia del messaggio sia della narrazione, rendendo il tutto meno chiaro e fruibile. Per migliorare la resa sarebbe bastato, forse, curare maggiormente alcuni momenti poco pregnanti e bilanciare la presenza in scena degli artisti. Non sempre la contemporanea presenza di tutto il cast rende più interessante un lavoro e questo, soprattutto, se ciascun “virtuoso”, nel curare la propria esibizione, non si impone di rendere godibile l’ “insieme”.
Queste piccole manchevolezze sono state ampiamente recuperate nel grand final, concitato ed esplosivo che è risultato particolarmente efficace in quanto tutti gli artisti si sono esibiti all’unisono, stupendo il pubblico grazie ad un crescendo di tecnica e di competente destrezza.

 

Xstream

progetto di Caterina Mochi Sismondi

regia e coreografia Caterina Mochi Sismondi

con Jonathan Rodriguez Angel, Jose Mallol (Pepe) Chocomeli, Federico Ceragioli, Lukas Vaca Medina e Ruairi Mooney Cumiskey

luci Massimo Vesco

musiche Monica Olivieri e RedRua O’Cumiscáigh

foto di scena Andrea Macchia.

Spazio Diamante, Roma, 1-2 dicembre 2018.