
Mentre sta per prendere il via la 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, approfittiamo delle tante proposte in cartellone a Roma per le arene estive ANEC-Agis Lazio per recuperare a ritroso uno dei titoli della passata edizione della kermesse veneziana, sezione Orizzonti.
Si tratta di Familia, opera seconda di Francesco Costabile che intanto, in questi mesi trascorsi dalla presentazione alla Biennale e dalla successiva uscita in sala ad oggi, ha fatto un bel po’ di strada, raccogliendo anche diversi importanti riconoscimenti (Premio Speciale BNL BNP Paribas ai Nastri d’Argento, Miglior Opera Prima e Seconda Italiana al Magna Graecia Film Festival e Miglior film, votato dal pubblico, al Saturnia Film Festival).
Tratto dal libro autobiografico di Luigi Celeste Non sarà sempre così (edito da Piemme nel 2017), e sceneggiato dallo stesso regista con Adriano Chiarelli e Vittorio Moroni, Familia è un mélo a tinte fosche, foschissime. E non solo perché ha la sua genesi in un drammatico caso di cronaca nera – il giovane Celeste nel 2008 uccise il padre, venendo condannato a nove anni di reclusione. L’inferno vissuto dal protagonista, detto Gigi o semplicemente G., è ripercorso sullo schermo in tutta la sua crudezza: un inferno protrattosi per oltre due decenni, durante i quali la violenza di Franco, marito e padre padrone, ha avuto modo di abbattersi sulla moglie Licia costringendo lei e i figli – con Gigi il fratello maggiore Alessandro – a vivere in un continuo stato di paura e sopraffazione.
Non è bastato cambiare la serratura, non la cancellazione della residenza anagrafica a tenerlo lontano. Anche esporsi coraggiosamente e denunciare si è rivelata misura fallace, e anzi la risposta da parte delle istituzioni ha finito per aggiungere strappi e strazi ulteriori (come quando Licia viene separata a forza da Gigi e Alessandro bambini per essere questi collocati in comunità dal tribunale).
Il racconto procede per ellissi, ritorni, avvitamenti. A più riprese Franco ricompare, manipolatore cerca la complicità dei figli – in primis di Gigi – professando di essere diverso dall’uomo che hanno conosciuto. Gigi, che nel frattempo, da adolescente inquieto in cerca di identità, ha finito per affiliarsi a un manipolo di nostalgici della X Mas, rassicura il mite e più cauto Alessandro: «non siamo più due ragazzini che corrono a nascondersi». Licia cede, più remissiva forse che davvero fiduciosa, e la “familia” si riunisce. Franco però è lo stesso di sempre. Di nuovo l’incubo ricomincia.
Ma se, da piccoli, l’autoscatto del quartetto sorridente davanti a una torta di compleanno poteva funzionare almeno da pietosa bugia, ora la verità si scopre di un peso intollerabile. Come uno di quei ricordi che malgrado perdano nitidezza non vanno più via e ti perseguitano e rovinano l’intera esistenza. Anche quando non si è più ragazzini che corrono a nascondersi. «Non ce ne libereremo mai». Tocca a Gigi farsi carico di quel tragico gravame e infliggere a Franco il colpo mortale, gesto estremo e che tuttavia pare ineluttabile.
Costabile, al pari del suo lungometraggio d’esordio Una femmina, si basa su fatti realmente accaduti con l’intento di sopravanzare il puro dato di cronaca e trasfigurare in senso universale una storia particolare di abusi e maltrattamenti in ambito domestico e affettivo. E perciò contamina, stratifica, deforma o restringe una materia già di suo carica, peccando talvolta per eccesso. Ciò che gli interessa è addentrarsi nei meandri più oscuri di quella violenza fisica e soprattutto psicologica, tanto più insidiosa in quanto non visibile dall’esterno come le chiazze e i lividi che deturpano il viso di Licia. Scandagliarla, mostrare come agisca, cosa produca e anche come rischi di perpetuarsi, quale un terribile lascito di padre in figlio.
Molto del merito del film – oltre, naturalmente, all’aver affrontato una tematica purtroppo di rilevante attualità dalla prospettiva di una vicenda in qualche maniera scomoda (quello compiuto da Gigi è pur sempre un parricidio) – sta nel tenere altissima la tensione, anche in absentia dell’elemento scatenante, conducendo lo spettatore direttamente dentro la narrazione e a non potersene distanziare. (Solo nei titoli di coda in ultima analisi si coglie il segno di una possibile rinascita dalle macerie).
In questo Costabile trova il supporto, fondamentale, di un cast grandemente ispirato, a partire dai personaggi principali: Francesco Gheghi/Gigi (non a caso premiato a Venezia per la migliore interpretazione maschile), Francesco Di Leva/il padre Franco e Barbara Ronchi/struggente mater dolorosa.
Familia è una produzione TRAMP Limited in associazione con MEDUSA FILM, INDIGO FILM, O’GROOVE ed è disponibile su Prime Video.