A Pordenone vanno in scena le donne di Patrizia Vitrugno

Tra il 3 e il 12 settembre a Pordenone sono andate in scena le donne, le loro storie, i loro bisogni, le loro fragilità e la loro forza. La XVII edizione del festival internazionale La scena delle donne diretto da Bruna Braidotti e organizzato dalla Compagnia di Arti e Mestieri, realizzato con il contributo del MiC, il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e della Fondazione Friuli, ha infatti raccontato anche quest’anno la situazione culturale e sociale femminile nella contemporaneità.
Cinque città palcoscenico – Pordenone, San Giorgio della Richinvelda, Prata di Pordenone, Cordovado, Porcia – e nove location hanno ospitato una edizione quanto mai ricca e suggestiva recuperando anche la programmazione del 2020 annullata a causa dell’emergenza sanitaria dando spazio ad appuntamenti di giovani realtà artistiche femminili nella sezione “La vetrina delle giovani proposte”. Vincitore è stato lo spettacolo Emancip(h)ate scritto e diretto da Virginia Risso e prodotto da Teatro al Femminile. «Uno spettacolo corale e fortemente femminile» si legge nella motivazione «che a partire da materiale autentico riesce a veicolare, anche ad un pubblico giovane, temi complessi come l’obiezione di coscienza, la discriminazione di genere e i processi per stupro attraverso una scrittura drammaturgica ben congeniata e una regia che ricorre con efficacia alla tecnica della clownerie per raccontare forme di violenza simbolica e epistemica che spesso acquisiscono un carattere tragicomico e paradossale». Menzione speciale poi a Corpi al vento – Arianna, Fedra, Pasifae: le donne di creta di e con Ilaria Gelmi e Antonella Ruggiero.

In questa bella vetrina una nota di merito va, a nostro parere, all’energica e appassionata Gloria Giacopini che ha interpretato il monologo Signorina, lei è un maschio o una femmina? da lei scritto a quattro mani con Giulietta Vacis. Qui, recitano le note di regia, «ogni riferimento a fatti, cose o persone non è assolutamente casuale». E sarà proprio per questo suo essere intimamente autobiografico che la storia che racconta Gloria arriva senza incontrare impedimenti: diretta, profonda, coinvolgente. Si parla della lotta per «affermare un’identità personale e non condizionata dagli stereotipi di genere» passando da un grembiulino blu: «il primo fondamentale supporto nella costruzione dell’identità». Quando si è piccoli cosa differenzia un maschietto da una femminuccia? È davvero sufficiente il colore di un grembiule? La risposta è più complessa di quanto possa sembrare soprattutto perché – come dice la Giacopini nel monologo – «essere donna non è facile soprattutto quando non si vede che sei una donna perché non basta nascere femmina per essere donna». Nel raccontare la sua storia Gloria non indugia nel pietismo: il suo è un racconto vivace e divertente, a tratti tragicomico. Tra le pieghe del suo vissuto troviamo i valori che la sua famiglia le ha insegnato e soprattutto il grande amore per sua madre che ha capito, di certo prima di tutti, che lei era solo «una bimba a cui piacciono certe cose da maschio».

Infine, a concludere la kermesse operatrici, direttrici artistiche e organizzatrici teatrali provenienti da tutta Italia e in collegamento da remoto hanno dato vita a un incontro quanto mai fecondo intitolato La parità di genere nelle arti performative organizzato per elaborare una proposta a tutela delle pari opportunità.
«Solo il 20% degli spettacoli rappresentati vede autrici e registe» ha dichiarato la direttrice artistica Bruna Braidotti «rimanendo il piano della rappresentazione ancora prevalentemente maschile. Ciò determina non solo una disparità di visibilità fra i due sessi nell’ambito artistico, ma anche la mancanza, nei testi rappresentati, del punto di vista, dello sguardo e dell’immaginario femminile». Ed è stato questo il filo conduttore che ha attraversato tutto l’incontro che ha visto partecipare, tra le altre, Brunella Fusco, project manager della Fondazione Campania dei Festival, Laura Caparrotti, direttrice artistica di Kairos Italy Theater a New York, Laura Sicignano, direttrice del Teatro Stabile di Catania, Lella Costa e Serena Sinigaglia, direttrici artistiche del Teatro Carcano di Milano, Lucía Rojas Maldonado, attrice e regista, responsabile della Rete de La Escritura de la/s diferencia/s (Spagna/Cile) e Susanna Camusso, Responsabile CGIL Nazionale Pari Opportunità.

Nel confronto svoltosi il 12 settembre, il gruppo di lavoro ha dunque ragionato su obiettivi concreti formulando una strategia con la quale poterli perseguire. Si è sottolineata l’esigenza di «promuovere il riequilibrio di genere nell’ambito delle arti performative, tutelare e rendere visibile il lavoro delle donne, sia esso svolto in forma di impresa che in forma autonoma o dipendente», individuando innanzitutto l’obiettivo da realizzare fin dall’immediato e a lungo termine ovvero  «fare rete con il fine di richiedere al Ministero per la Cultura, più specificamente alla Direzione Generale per lo Spettacolo dal vivo, e agli Enti preposti (Regioni, Enti Locali, Fondazioni) di implementare politiche attive per il riequilibrio di genere nell’ambito delle arti performative, in linea con quanto stabilito all’interno del PNRR e con le direttive europee».
In serata, a chiudere l’edizione 2021, Lella Costa che, diretta da Gabriele Vacis, ha portato in scena i personaggi femminili della Divina Commedia in Intelletto d’amore – Dante e le donne.
Il festival proseguirà dal 9 al 29 ottobre, toccando nuove tappe del Friuli-Venezia Giulia. Pordenone, Trieste, San Vito al Tagliamento, Maniago e Cordenons ospiteranno spettacoli sia nazionali come Il canto della caduta di Marta Cuscunà (il 9 ottobre al Teatro Verdi di Maniago) o Artemisia, Caterina, Ipazia…e le altre (il 28 ottobre all’Auditorium Zotti di San Vito al Tagliamento) ideato e diretto da Consuelo Barilari e scritto da Laura Curino con Patrizia Monaco, che internazionali grazie alle reti mondiali con cui il festival si è interfacciato, come La Escritura de la/s diferencia/s di Cuba e il Women Playwrights International, ma anche grazie alla collaborazione con il festival S/paesati di Trieste, oltre a laboratori come il workshop di teatro fisico sul tema del sogno dal titolo Sulle ali del sogno condotto da Angela Lattanzio il 16 e il 17 ottobre.

La scena delle donne, XVII edizione, Pordenone, dal 3 al 12 settembre 2021.