Rasp Your Soul: corpo e voci tra organico e artificiale di Tiziano Di Muzio

Foto di Piero Tauro

La danzatrice e coreografa greca Kat Válastur è un’artista di talento. La sua attività è emersa nel vivace panorama della scena berlinese. Il particolare linguaggio coreografico che la caratterizza intreccia forme peculiari e fenomeni sociali del presente: finzione e realtà si fondono creando atmosfere insolite, lontane da percezioni codificate. Rasp Your Soul, presentato in prima nazionale lo scorso 29 settembre al Teatro Argentina di Roma per la XXXV edizione del Festival Romaeuropa, è l’opera coreografica che inaugura il ciclo di lavori, iniziato nel 2017, dal titolo The Staggered Dances of Beauty; la sua personale ricerca – che comprende anche Stellar Fauna (2018) e Arcana Swarm (2019) – ha come obiettivo quello di rispondere ai quesiti del presente attraverso la rilettura della mitologia.
Il lavoro della Válastur è interamente incentrato sul corpo e sulla voce in un processo creativo che tiene conto di disegni, testi personali, spartiti e diagrammi. Il registro gestuale di Rasp Your Soul sembra inesauribile: un esteso accordo di particelle, oscillazioni, sbalzi, movimenti mimetici e respiri trattenuti in una trama temporale densa e reale. I contesti sono concreti e le azioni possono risultare usuali e quotidiane ma tutto è enigmatico, senza narrazione esplicita o rapporti tra causa ed effetto. Fluttuazioni, transizioni. La mitologia e i suoi poteri esplodono.
Assolo per umanoide con “pelle sensibile”, Rasp Your Soul proietta sensazioni sul mondo contemporaneo attraverso un ritratto emozionale costruito e studiato sulla base di riflessioni e interrogativi attuali. L’uomo e la macchina si fondono. Tutto è mutevole. Questo è il principio che lavora ininterrottamente in sottofondo, tra materiali ruvidi e raffinatezze dello spirito. Ferite, fardelli, insulti per l’anima.

Foto di Piero Tauro

La silhouette affilata è esposta sul palco. Un gioco di luci intermittenti mette in risalto le sfaccettature variabili del volto dell’uomo-artista: una figura di fantasia in una posa sensuale ai confini tra virilità incarnata antica e arte. Poi, lo sforzo è di alzarsi, raddrizzarsi e formare le prime parole. Enrico Ticconi è un performer affascinate, un atleta forte ed elegante, abituale collaboratore della coreografa. La sua flessibilità è illimitata e la sua espressione penetrante. I suoni martellanti sembrano scaturire dalle profondità del suo corpo come da una grande cassa di risonanza; le contrazioni e i gesti repentini si susseguono attraverso ritmi ossessivi in un paesaggio sonoro avvolgente. Echi, onomatopee, rumori. I suoni prodotti sono elettronicamente alienati attraverso un linguaggio che, spesso, è grottesco e comico ma allo stesso tempo inquietante, testimonianza della fusione tra essere umano e tecnologia, organico e artificiale. Ticconi salta bruscamente da uno stato all’altro. Il corpo si apre e si chiude, percorre poco spazio e tutto è confinato intorno a sé. Dentro e fuori dialogano continuamente. Ci sono due bastoncini di bambù che il danzatore mastica avidamente come un primate mentre rimbalza sul palco come un oggetto di gomma. Le esternazioni gioiose aumentano fino alla completa distorsione della voce. L’uomo è presentato come malleabile, manipolabile, incline a tutti i possibili condizionamenti esterni, anche ai bisbigli più impercettibili.

Foto di Piero Tauro

Solo alla fine il performer mostra la sua “pelle ultima”. Un essere umano nudo che si ritrova imprigionato nello spazio scenico, come se all’improvviso fosse in una culla, rannicchiato e indifeso. Rinascita? Forse. Nella stanza un’atmosfera crepuscolare. I suoni emanati da profondi respiri si trasformano in versi di animali. Enrico Ticconi, con il microfono aderente al viso, abbaia bagnato da un pallido fascio di luce. Un cane? Un lupo? Forse l’animale che è sempre presente in ognuno di noi.

Rasp Your Soul

ideazione, coreografia, scrittura e articolazione Kat Válastur
performance Enrico Ticconi
set design e scultura Leon  Eixenberger
light design e light bbjects Martin Beeretz
sound Design – musica  Bryan Eubanks
suoni addizionali  Kat Válastur
assistente alla coreografia e alla produzione Giulia Amici
costumi Kat Válastur
assistente ai costumi Sofia Vannini.

Romaeuropa Festival, Teatro Argentina, 29 settembre 2020.