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Lyda Borelli primadonna del Novecento

di Carla Di Donato

 


 

ll prezioso catalogo – a cura di Maria Ida Biggi, direttrice dell'Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Giorgio Cini e Marianna Zannoni – che accompagna la prima mostra monografica in Italia dedicata all'attrice Lyda Borelli (1887-1959) ha il pregio di recuperare la memoria della diva di teatro, a centotrenta anni dalla sua nascita.

L'importante operazione di riscoperta della figura e dell'attività artistica di questa attrice, caduta nell'oblio soprattutto a causa della rimozione di tutto il materiale relativo alla sua brillante professione in teatro da parte del marito, il conte Cini, è stata condotta dalla Biggi anche al fine di celebrare i primi dieci anni di vita dell'Istituto.

Figlia d'arte da parte di entrambi i genitori, la Borelli debutta nel 1901, a 14 anni, nella Drammatica Compagnia Italiana con Virginia Reiter, mentre, dopo solo due anni, entra a far parte della Compagnia fondata da Virgilio Talli, Irma Gramatica e Oreste Calabresi. Il successo arriva con la prima messa in scena, al Teatro Lirico di Milano, de La figlia di Iorio , tragedia in versi di Gabriele D'Annunzio.

Da qui la sua carriera prende il volo. L'artista rivestirà ruoli principali nei testi teatrali di Oscar Wilde e Sem Benelli, avviando quel processo di creazione di ‘icona liberty' che con la successiva carriera cinematografica raggiungerà un vasto pubblico, consacrandola come ‘primadonna del Novecento'.

Il valore del volume – edito a corredo della mostra che si è svolta a Palazzo Cini, a Venezia, dal 1° settembre al 15 novembre 2017 – è quello di aver restituito il percorso nel teatro di un'attrice finora nota come ‘diva del cinema muto'. I tre densi saggi di Maria Ida Biggi, Marianna Zannoni e Maria Dolores Cassano approfondiscono ognuno un aspetto fondamentale della carriera teatrale della Borelli.

Il primo saggio storicizza l'itinerario di ‘Lyda Borelli attrice di teatro', senz'altro in anticipo sui tempi, a partire dagli esordi fino al 1918, quando, sposato il conte Cini, si ritira definitivamente dalle scene. Dall'inquadramento nell'ambiente dello spettacolo dal vivo emerge una personalità forte, che si muove tra ‘vecchio e nuovo' nella sua dimensione attoriale-performativa: dalla Favetta ne La Figlia di Iorio passa a calcare il palcoscenico, accanto a Eleonora Duse, in Fernanda (di V. Sardou); poi diventa prima attrice nella compagnia di Ruggeri e Paradossi (1909-1912); il successo al cinema arriva con Mario Caserini ( Ma l'amor mio non muore! , 1913); infine passa di nuovo al teatro, quando entra nella nuova Compagnia Drammatica Fert di Ermete Novelli (1915).

La dettagliata e solida ricostruzione storica è arricchita da un vasto apparato critico e iconografico (locandine, materiali fotografici, estratti di copertine e riviste, corrispondenze, caricature), per lo più inedito.

Fondamentale nella sua costante attività di social-advertising 'ante litteram' è l'identità pubblica e privata della Borelli, che la studiosa Marianna Zannoni indaga e illumina attraverso il suo rapporto con la fotografia. In particolare, tra i ritratti teatrali, spiccano quelli della Salomè di Wilde, a cura di Mario Nunes Vais; nelle campagne ‘pubblicitarie' di costume, le fotografie in automobile o con l'aviatore Manissero.

Anche il rapporto della Borelli con la letteratura – Giacosa, Gozzano, Serao, Bracco, D'Annunzio – viene illustrato nel saggio della Cassano, che ci restituisce l'immagine di una tra le prime attrici sensibili, attente e al passo con le contemporanee avanguardie artistiche.

L'imponente corredo iconografico dei saggi è ampliato da 122 istantanee e 2 dipinti dell'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione di Roma, della Biblioteca e Raccolta Teatrale del Burcardo, del Museo Teatrale alla Scala e di diverse collezioni private.

L'opera, eccellente sotto il profilo scientifico (la completano gli Apparati, il Quadro delle Compagnie, il Repertorio, la Filmografia e l'Indice dei Nomi) costituisce senza dubbio, per il lettore esperto così come per il neofita, un puro piacere intellettuale, storico, critico ed estetico.

 


foto dal catalogo di Alinari

Il teatro di Lyda Borelli, a cura di Maria Ida Biggi – Marianna Zannoni, Fratelli Alinari, Firenze, 2017, pp. 212, € 40,00.

 

Lyda Borrelli primadonna del Novecento

dal 1° settembre al 15 novembre 2017.

Palazzo Cini, Venezia.

Info: www. cini.it