EditorialeIn itinereFocus Nuove arti visive e performativeA sipario aperto LiberteatriContributiArchivioLinks
         
       
 

La Verità non esiste: ce lo insegna ancora Pirandello

di Laura Novelli

 

<<Tutti si scosteranno da una parte e dall'altra per dar passo alla signora Ponza che si farà avanti rigida, in gramaglie, col volto nascosto da un fitto velo nero, impenetrabile>>: suona così la didascalia di apertura dell'ultima scena di Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello (1917). Scena le cui battute finali in qualche modo aprono la strada al pirandellismo successivo, scuotendo senza remore il gusto del pubblico e la sua consolatoria necessità di certezze. La signora Ponza, come è noto, non affermerà di essere questa o quella (ovverosia, la prima moglie del signor Ponza e figlia della signora Frola o la seconda moglie dell'uomo, sposata dopo la scomparsa della prima), bensì chiuderà la sua rapida apparizione con poche perentorie parole: <<Nossignori. Per me, io sono colei che mi si crede>>. E, ritiratasi dopo aver guardato tutti attraverso quell'inquietante velo che le nasconde il volto, lascerà che il ‘ragionatore' Laudisi chiuda la vicenda con un altrettanto misterioso assunto: <<Ed ecco, o signori, come parla la verità. Siete contenti?>>. Sulla sua risata calerà infine il sipario.

 

Nulla è dunque chiaramente rimesso in ordine di quel fosco miscuglio di dubbi esistenziali ed identitari che rappresenta il nocciolo di questa ‘parabola in tre atti' capace di ‘andare con le dita negli occhi' degli spettatori (come scrive lo stesso Pirandello in una lettera a Talli), di sconvolgere cliché e modelli drammaturgici, di rivoluzionare l'idea stessa di teatro borghese. Una bomba ad orologeria che, invece di un finale chiuso e definito, non scioglie alcun nodo, non rivela alcuna verità, non ostenta alcuna finalità catartica. Piuttosto, lascia un fastidioso senso di inadeguatezza, un bisogno di porsi domande, di guardarsi dentro. Ciò, in definitiva, a cui il repertorio del grande autore siciliano ci ha abituati con i capolavori che conosciamo e, tanto più, con la geniale invenzione di quel teatro nel teatro che ci ingabbia in una fragilità (umana) tutta moderna e tutta novecentesca.

Non è dunque un caso che proprio dall'ultimo quadro di Così è (se vi pare) prenda le mosse il ricco corpus di iniziative messe in campo dall'Istituto di Studi Pirandelliani e sul Teatro Contemporaneo di Roma in occasione dei 150 anni dalla nascita dello scrittore. Ecco come parla la verità si intitola, ad esempio, il festival di apertura, concepito come un raffinato insieme di sei lezioni magistrali organizzate – su coordinamento di Paolo Petroni, anche direttore dell'Istituto – al Teatro di Vila Torlonia dal 6 all'8 ottobre (alle ore 19.15) che, partendo proprio dalle battute finali della signora Ponza e di Laudisi, aprono affascinanti scenari di riflessione, affidandosi agli interventi di studiosi e intellettuali rovenienti da ambiti culturali diversi. La prima serata vede insieme Giorgio Patrizi ( Pirandello: le parole, le vite, le verità ) e Umberto Galimberti ( Le vie errabonde della verità ); la seconda serata sarà la volta di Valerio Magrelli ( Poesia e veirtà: il legame dei legami ) e Remo Bodei ( Pirandello e la finzione ); mentre a concludere questo ciclo di incontri ci penseranno Giancarlo De Cataldo ( L'insostenibile verità della giustizia ) e Gabriele Lavia (Pirandello, il fiore e la morte ). Angoli visuali differenti per dare centralità ad una tematica mai troppo dibattuta e che oggi - in tempi in cui cioè la verità è offuscata da un eccesso di false-verità individuali, globali, ‘virali'; tempi in cui l'identità di ciascuna persona e di tanti popoli trema sotto i colpi di un'instabilità fisiologica e di minacce concrete - appare quanto mai attuale e urgente.

Gli appuntamenti di Ecco come parla la verità rappresentano, tuttavia , solo il primo contenitore di una vetrina molto articolata e complessa che, architettata da un pregevole Comitato promotore presieduto da Andrea Camilleri e resapossibile dalla collaborazione di istituzioni importanti quali il Mibact, la Cineteca Nazionale, l'Accademia Filarmonica Romana, il Centro Sperimentale di Cinematografia e il Teatro di Roma, prevede iniziative ed eventi fino a metà gennaio 2018 dislocati, oltre che al Teatro di Villa Torlonia, alla Sala Trevi e alla Casa Museo dell'autore.

Proprio nel silenzioso villino di via Bosio, dove l'autore visse l'ultimo periodo della sua vita e dove morì (e dove oggetti, libri, quadri, capi di abbigliamento, mobili ancora ci parlano di lui) si svolgerà la rassegna Mondo di carta : tre momenti sospesi tra letteratura e teatro (il 13 ottobre, il 3 novembre e il 1° dicembre) in cui alcuni giovani allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia leggeranno alcune pagine tratte dalla raccolta Novelle per un anno guidati dagli attori Roberto Antonelli e Adriano De Santis. Occasione unica, questa, per scandagliare l'immaginario letterario di Pirandello e per ‘rileggere' le storie mai banali che compongono un'opera (241 le novelle pubblicate) dove, tra echi veristi e improvvisi – luminosi – picchi grotteschi e surreali, già vibra tanta, innovativa, teatralità.

A partire poi dal 21 novembre, sempre negli spazi della Casa Museo e in contemporanea al Teatro di Villa Torlonia, sarà visitabile la mostra Il caso Pirandello , percorso storico-didattico curato da Paolo Petroni e Claudio Strinati che non vuole essere semplicemente l'organizzazione di un inventario di documenti autografi, fotografie, costumi, installazioni virtuali in 3D, quadri dipinti dallo stesso scrittore ma – senza togliere valore ad ogni singolo oggetto selezionato – intende soprattutto ricostruire un pensiero filosofico che nasce e si sviluppa in un ben preciso contesto storico-culturale di respiro europeo. Basti considerare, a tal riguardo, il rapporto tra l'arte del grande autore siciliano e il Cinema. Un rapporto controverso. Dapprincipio conflittuale, poi sempre più stretto e sperimentato su un duplice binario: da un lato, ricondurre nella scrittura teatrale e narrativa le potenzialità del nuovo mezzo (cito solo I Giganti della montagna i e I quaderni di Serafino Gubbio operatore ) e dall'altro tradurre per il grande schermo alcune opere proprie. Su questi binari complementari e connessi si muove anche la rassegna Pirandello e il Cinema prevista alla Sala Trevi dal 25 al 29 novembre e diretta da Amedeo Fago, che mette in scaletta proiezioni di film tratti dalle opere pirandelliane e una tavola rotonda con alcuni registi, tra cui Bellocchio e i fratelli Taviani.

Il bouquet delle iniziative disegna dunque, nel suo complesso, un progetto di alta divulgazione culturale che, complice il collegamento costante e diretto con RAI-Radio3, va ben oltre l'omaggio e la commemorazione. In questo caso, auspicando che tanti giovani e tanti spettatori/lettori di domani partecipino alle iniziative, Pirandello si fa davvero voce dei nostri tempi. Memoria attiva, vitale, costruttiva.

 

Pirandello 150

Comitato promotore : Andrea Camilleri, Presidente. Annamaria Andreoli, Nino Borsellino, Antonella Ottai, Giorgio Patrizi, Paolo Petroni, Claudio Strinati.

Ecco come parla la verità

Teatro di Villa Torlonia, Roma, 6, 7, 8 ottobre 2017 ore 19,15

informazioni: studiodiluigipirandello.it