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Svenimenti un vaudeville

 

di Alfio Petrini

 

Due attori bravissimi: Marco Sgrosso e Elena Bucci. Ma anche drammaturghi, registi e direttori della Compagnia Le Belle Bandiere. Il 4 e il 5 di novembre hanno presentato al Palladium di Roma lo spettacolo Svenimenti un vaudeville , condividendo progetto, scrittura drammaturgica e regia. Il vaudeville - tratto da atti unici, lettere e racconti di Anton Cechov - vuole essere un omaggio a Vselovod Mejerchol'd che, a suo tempo, utilizzò tre atti unici del grande scrittore russo per fare uno spettacolo che metteva in preventivo il nucleo tematico di trentatré svenimenti.

Marco Sgrosso lavora con il corpo (anche parlare è un azi one fisica , e danzare, e cantare), conseguendo con perizia sicura livelli performativi di eccellenza e creando una tessitura compatta, efficacissima, nel segno dell'astrazione poetica generata dalla teoria non imitativa della mimesis e, a tratti, da quella post-drammatica (Hans-Thies Lehmann, traduzione di Sonia Antinori, Il teatro postdrammatico, Cue Press, Imola- Bologna- 2017), con suoni articolati, inarticolati, grida e voci artefatte di Lomov o brevissimi coretti a due, tra Lomov e Luka.

<<La morte sta nella vita come un pettine tra i capelli. Finché si danza, si danza la morte, differendola e dandole la forma desiderata o a noi possibile. Quando si smette di danzare Lei soffoca il tutto-niente. Gli esseri umani lo hanno sempre saputo, lo hanno sempre fatto . Quello delle arti dinamiche è un sapere supremo e al tempo stesso accessibile a tutti, proprio perché si fa, in un certo senso, senza presupposti teorici. Danzare attraverso la scrittura: la consapevolezza e la disposizione delle parole è un segno del tempo nuovo, che chiede rammemorazione contro il torpore (sapere di sapere e sapere di non sapere), e il divertimento contro l'adattamento (gioco, parodia, esercizio, fuga)>> (Antonio Attisani, Scrittura della performance , ‘Mimesis Journal', vol.6, n.1).

Si tratta di vere e proprie ‘necessità' senza le quali si rischia di cadere in uno stato ipnotico o di coma. Sgrosso danza, e la sua danza è semplicemente meravigliosa. Ottimo anche l'apporto di Elena Bucci (l'altra metà della coppia ) che ha contribuito a far vivere in scena alcune problematiche di grande attualità, riferite a teorie del fare teatro di varia natura. La miscela delle forme teatrali adottate negli Svenimenti alla regia lascia intendere che un percorso di ricerca non escluda l'altro.

 

Svenimenti un vaudeville

dagli atti unici, dalle lettere e dai racconti di Anton Cechov

progetto, elaborazione drammaturgica Elena Bucci e Marco Sgrosso

regia Elena Bucci

con la collaborazione di Marco Sgrosso

disegno luci Loredana Oddone

drammaturgia del suono Raffaele Bassetti

con la collaborazione di Franco Naddei

macchinismo e direzione di scena Viviana Rella

collaborazione ai costumi Marta Benini

foto Luigi Angelucci, Umberto Favretto, Patrizia Piccino, Gianni Zampiglione

Teatro Palladium, Roma, 4 e 5 novembre 2017