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Da Pierino e il Lupo, qualche anno dopo… variazioni sul tema. La favola di Prokofiev negli Anni duemila

di Sergio Roca




Offro ai lettori e alle lettrici qualche nota su Da Pierino e il Lupo, qualche anno dopo… variazioni sul tema , creazione del belga Micha Van Hoecke, basata sulla favola musicale di Prokofiev, messa in scena perfettamente fruibile anche a non esperti dell'arte tersicorea.
Nel 1936 il compositore russo Prokofiev, nel tentativo di avvicinare i bambini e i ragazzi alla musica e al teatro-danza creò Pierino e il lupo , favola sinfonica con voce narrante ed orchestra che assegna, ad ogni singolo personaggio, per una facile identificazione dello stesso, uno strumento musicale e un leitmotiv.
La rivisitazione proposta da Van Hoecke non si discosta in modo sostanziale dall'idea originale, ma propone un ‘arricchimento' della sinfonia attraverso l'uso di brani di musica moderna e contemporanea inserendo il tutto in una cornice metateatrale dove è un gruppo, di una ipotetica scuola, a mettere in scena la favola.
Il risultato che si ottiene è efficace. Il pubblico del Teatro Lo Spazio di Roma ha potuto percepire, senz'altro, il forte legame che unisce il linguaggio non verbale della danza con quello del mimo. Il ballo si trasforma in una azione scenica più articolata, arricchita da onomatopee e parole, e i movimenti liberi - pieni di significato della pantomima - assorbono quelli più codificati della danza, quella classica in particolare.
Tralascio volutamente di parlare dei ‘mostri sacri': di Luciana Savignano (il gatto) o dello stesso Van Hoecke (il nonno) figure dall‘indiscutibile esperienza e professionalità.
Mi permetto, invece, di complimentarmi con Denis Ganio (Pierino) che, benché non più fanciullo, ha saputo ‘diventare' un ‘Buster Keaton' d'eccezione. Un attore capace di trasmettere la gaiezza di un bambino spensierato e di offrire agli astanti, a differenza di Keaton noto per essere ‘l'uomo che non sorrideva mai', una maschera piena di allegria. Non è poi da meno Manuel Paruccini. Nella parte di un lupo ‘rock', sa restituire una personale e originale interpretazione del personaggio, passando con molta naturalezza dal ruolo del ballerino classico alle movenze di Michael Jackson.
Menzione alla voce narrante, la piccola Floriana Caroli e anche a Martina Paruccini (l'uccellino), che avevo già avuto modo di apprezzare nella commedia Lavaci col fuoco di Geppi Di Stasio. Il corpo danzante ha visto come ‘cacciatori' Karen Fantasia e Viola Cecchini (la prima dai movimenti più fluidi, la seconda più energica) e Miki Matsuse (l'anatra) la quale, soprattutto nella scena in cui viene ‘divorata' dal lupo, ha mostrato di poter gestire con abilità la propria mimica facciale rimandando, agli spettatori, le espressioni dell'animale morente.
Al pianoforte unico strumento dal vivo (purtroppo), una delle storiche collaboratrici di Van Hoecke la coreografa Yoko Wakabayashi, che funge anche da maestra della scolaresca.

Da Pierino e il Lupo, qualche anno dopo…
coreografia e regia Micha van Hoecke
musiche Sergei Prokofiev, Gioacchino Rossini, Django Reinhardt e Pierre Henri
con Micha van Hoecke, Luciana Savignano, Denis Ganio, Manuel Paruccini, Floriana Caroli, Viola Cecchini, Karen Fantasia, Miki Matsuse, Martina Paruccini, Yoko Wakabayashi.
Teatro LoSpazio, Roma fino al 25 marzo 2018. Poi in tournée