EditorialeIn itinereFocus Nuove arti visive e performative A sipario aperto LiberteatriContributiArchivioLinks
         
       
 

Come Luigi Pirandello si scoprì anche pittore di paesaggi

di Katia Ippaso

 


Paesaggi miti che virano sui colori pastello, una strada persa nel nulla, un giardino, un lago. La luce è sempre quella del giorno. Unica figura umana è una bambina con lo sguardo abbassato sul libro che sta leggendo, la postura fiera e docile. La dimensione è realista, neanche l'ombra di un concetto, solo cose tra cose. Immaginiamo che sotto questi piccoli quadri non ci sia scritto nulla, né il nome del pittore né il titolo né l'anno. Chi li ha dipinti? Un macchiaiolo dell'Ottocento? Un paesaggista inglese? Niente del genere. L'autore di queste opere è Luigi Pirandello, l'immenso scrittore che nel 1934 ricevette il premio Nobel per la Letteratura, esattamente due anni prima della sua morte avvenuta il 10 dicembre del 1936. Per chiudere in maniera sorprendente le celebrazioni per i 150 anni dalla sua scomparsa, l'Istituto degli Studi Pirandelliani di Roma presieduto da Paolo Petroni ha allestito una mostra dal titolo Il caso Pirandello che, tra altri pezzi rari, espone dodici piccole opere che raccontano un'attività artistica poco conosciuta del poeta, saggista, drammaturgo e capocomico agrigentino, che ci consegna non i ragionamenti sulla Vita e la Forma ma un puro, disarmato, bisogno di vita semplice: <<La pittura piace molto a Luigi Pirandello, così come piace a tutta la sua famiglia>> – scrive nel catalogo Claudio Strinati, che ha curato la mostra assieme a Paolo Petroni - <<sia nei paesaggi che nei ritratti (che appartengono a collezioni private) manifesta una mano notevole e una proprietà di disegno e espressione degne di un pittore professionista, di una cordialità silenziosa e dolce. I suoi personaggi in cerca d'autore, i suoi dubbi, non compaiono nei quadri. Per lui lo spazio pittorico è uno spazio libertario, un luogo di pura spontaneità. Accanto ai suoi quadri, abbiamo voluto esporre alcune opere del figlio Fausto, soprattutto gli studi d'autoritratto di uno dei più grandi pittori del Novecento>>.


crediti fotografici di Filippo Vinardi

Al centro della mostra al Teatro di Villa Torlonia, risaltano uno sgabello e un tavolino nero. Pirandello lavorava accovacciato, un po' ingobbito, schiacciando i tasti della sua macchina da scrivere, nera anch'essa, il tutto addossato ad un tavolo un po' più alto, in cui teneva i libri e le carte. È così che i giornalisti e i fotografi lo trovarono quella mattina del 9 novembre del 1934, quando si diffuse la notizia che lo scrittore siciliano sarebbe andato solo dopo un mese a ritirare il Nobel per la Letteratura. E lui per tutta risposta scrisse su un foglio bianco una sola parola: <<Pagliacciate, pagliacciate...>>. Ma più passavano i giorni e più la sua eccitazione cresceva. A Stoccolma ci sarebbe voluto andare con Marta Abba, la sua attrice amata. Invece ci andò da solo, come documenta un filmato dell'Istituto Luce in cui un Pirandello dinamico e raggiante riceve dalle mani del re di Svezia il Nobel per la Letteratura: la copia originale di quel diploma illustrato da una pittrice svedese, con maschere e figure allegoriche, si può vedere alla Casa Museo di via Bosio, dove Pirandello visse gli ultimi anni e che per l'occasione è stata ‘allestita' mettendo in vista tutte le lettere, i testi autografati e le cose appartenute allo scrittore. Nel Museo si può vedere anche un'installazione multimediale, Pirandello fantasmatico (da un'idea di Dina Saponaro e Lucia Torsello, allestimento scenico di Erica Pacileo e Fernando Maraghini, che dà anche la voce) che parte dalla lettura di alcuni passaggi dello scenario dei Sei personaggi in cerca d'autore, una novella cinematografica scritta in tedesco e mai realizzata.

Di grande impatto spettacolare la sezione dedicata ai costumi di scena firmati da Pier Luigi Pizzi e concessi dalla sartoria Tirelli, a villa Torlonia: il pigiama elegante, quasi futurista, indossato da Rossella Falk nel Gioco delle parti del 1964, il cappotto che metteva Romolo Valli nella seconda edizione dei Sei personaggi, gli abiti molto femminili e di astratto rigore pensati per L'amica delle mogli , Rossella Falk protagonista (1968). Osservandoli da vicino, accanto alle fotografie degli spettacoli, siamo assaliti da una impossibile nostalgia: come sarebbe stato bello vedere il Pirandello rigoroso, carico di mistero e di pensiero, della Compagnia dei Giovani! Ci avrebbe aiutato a dimenticare certo pirandellismo retorico e trombone degli anni a venire.


crediti fotografici di Filippo Vinardi

Il caso Pirandello

a cura di Paolo Petroni e Claudio Strinati

una mostra per i 150 anni di Luigi Pirandello

Teatro di Villa Torlonia e Casa Museo di Pirandello, Roma.

Info: studiodiluigipirandello.it

fino al 14 gennaio 2018