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La Dolce Vitti

di Ilaria Capacci

 

Roma dedica una mostra all'insegna della multimedialità ad una delle attrici più amate in Italia: Monica Vitti. La Dolce Vitti - ideata e realizzata dall'Istituto Luce Cinecittà con la cura di Nevio De Pascalis, Marco Dionisi, Stefano Stefanutto Rosa - è ospitata nel Teatro dei Dioscuri al Quirinale fino al 10 giugno prossimo e si snoda lungo un percorso tematico e cronologico.
Il visitatore viene accolto da grandi veli fotografici, che rappresentano la Vitti, e dalla sua voce roca, inconfondibile, che fa da filo conduttore tra le diverse sale. Il primo dei cinque temi affrontati (anche il primo ambiente) è il Teatro, dove la carriera dell'attrice romana ebbe inizio. Si ammirano, oltre al diploma dell'Accademia di Arte Drammatica Silvio D'Amico, locandine degli spettacoli e foto dell'artista con Albertazzi, Zeffirelli e Sergio Tofano, il quale ne scoprì il talento comico. <<Dopo l'Accademia, ho fatto subito teatro classico, comico, borghese e ho scoperto… il più bel gioco del mondo. Avevo capito che recitare era l'unico modo per prolungare l'infanzia>>: così l'interprete spiega l'origine della sua passione per la recitazione.
La seconda stanza è dedicata al Doppiaggio. La voce ‘sgranata' di Monica Vitti, infatti, divenne il suo ‘marchio di fabbrica', sebbene un medico le avesse sconsigliato di intraprendere la carriera di attrice. Noti registi la richiesero subito per ruoli particolari: Fellini la scritturò per dare voce a una prostituta ne Le notti di Cabiria, Monicelli per la moglie di un ladro ne I Soliti Ignoti e Pasolini per doppiare la moglie di Accattone. Nel 1957, Antonioni le chiese di prestare la voce a Virginia (a vestirne i panni era Dorian Gray), la benzinaia de Il Grido . In questa seconda tappa, una postazione di video ascolto, fa rivivere le grandi interpretazioni della Vitti.

 


Deserto rosso - Fondo Michelangelo Antonioni

 


Durante le prove dello spettacolo I capricci di Marianna - 1958 - Archivio storico LUCE


La terza sala è riservata alla relazione con Michelangelo Antonioni. Successivamente a Il Grido, l'artista girò la ‘tetralogia dell'incomunicabilità' firmata dal regista: L'Avventura, La Notte, L'Eclisse, Il deserto rosso. È sempre lei la protagonista ideale di queste storie, che nascono anche e soprattutto da episodi di vita privata, come testimoniano le sue stesse parole: <<Da un viaggio che facemmo su un' isola, venne fuori l'idea de L'avventura >>. Con Antonioni nacque un sodalizio, non solo artistico, confermato dalle numerose foto esposte della coppia. Entrambi vengono ritratti nelle situazioni più disparate: dall'arrivo alla cerimonia dei Nastri d'argento alla presenza sul set de Il deserto rosso o in sala di doppiaggio. In questa sezione della mostra vi è un interessante momento interattivo grazie al libro espanso digitale con testi e immagini della carriera cinematografica di Monica Vitti. <<Sono sempre stata angosciata dall'idea di dovermi trovare al centro di un film ‘alla Antonioni' senza Antonioni, di imitazioni insomma. È anche questa la ragione per la quale, chiuso il mio rapporto con Michelangelo, ho scelto di ricominciare da zero, di muovermi su un terreno completamente diverso dal suo cinema>>. Grazie a un cambiamento così radicale, iniziò la lunga parentesi della commedia. Registi come Risi e Monicelli la consacrarono unica donna comica del panorama cinematografico italiano dell'epoca. Monica Vitti ottenne ruoli da protagonista in tante pellicole apprezzate dal grande pubblico e affiancò mattatori del calibro di Mastroianni, Gassman e Sordi. Di quest'ultimo (con il quale strinse un lungo rapporto di amicizia) venne considerata il corrispondente femminile, tanto che i due si divisero la scena alla pari in più occasioni. Le molteplici foto di scena di questa sala ci riportano alla memoria film esilaranti come La ragazza con la pistola, Dramma della gelosia, Polvere di stelle. In aggiunta è possibile ascoltare le emozionanti testimonianze di colleghi del passato e del presente: da Alberto Sordi a Ettore Scola, da Steno a Michele Placido e Giancarlo Giannini. Una parte del penultimo ambiente, inoltre, è dedicata alla Vitti autrice e regista del suo unico film Scandalo segreto. Prima di giungere alla fine del percorso, colpisce la nostra attenzione un cubo multimediale che contiene le copertine di riviste internazionali e italiane dedicate all'interprete romana e una serie di sue bellissime immagini retroilluminate.

 


Archivio storico LUCE


Monica in sala doppiaggio con Antonioni - Archivio storico Luce


L'esposizione si conclude con la Vitti televisiva: si possono apprezzare le sue interviste e le sue apparizioni tratte dai varietà anni '70 e '80. Particolarmente divertente lo sketch con Raffaella Carrà e Mina da Milleluci (1974) recuperato insieme ad altri filmati nelle Teche Rai.
La Dolce Vitti sarà l'occasione per i giovanissimi di conoscere questa artista che, purtroppo, da molti anni si è ritirata dalle scene e dalla vita pubblica per motivi di salute. Darà infine la possibilità a chi l'ha già vista su un palco o al cinema di scoprire comunque alcuni suoi film, di ascoltare racconti inediti dei colleghi e di interagire con schermi touch che la rendono più viva e più presente che mai. Nell'intervista concessa a Donatella Baglivo (al Teatro dei Dioscuri vengono offerti al pubblico diversi estratti), la Vitti confessa di aver sempre voluto essere ‘popolare‘ ovvero di voler essere capace di arrivare al cuore della gente: anche grazie al successo di questa mostra, possiamo decisamente affermare che ci è riuscita.

 


Confetti al pepe - Archivio storico Luce

 


Amore mio aiutami - Archivio Enrico Appetito

 


con Antonioni ai Nastri d'Argento per La notte - Archivio storico Luce

 

La Dolce Vitti
a cura di Nevio De Pascalis, Marco Dionisi, Stefano Stefanutto Rosa
Teatro dei Dioscuri al Quirinale, Roma, fino al 10 giugno 2018.
Apertura: da martedì a domenica, ore 10 – 18. Ingresso libero.