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Il pomo della discordia

di Sergio Roca



 

Benché Carlo Buccirosso, autore, regista e protagonista della commedia Il pomo della discordia , nelle sue note di regia faccia riferimento alla leggenda della dea della discordia Eris che, non invitata alle nozze di Peleo e Teti, sfociò in quello che fu il giudizio di Paride e la conseguente guerra di Troia, la trama dello spettacolo non parla di discordia se non nel continuo, maldestro e apparentemente negativo, tentativo del notaio Nicola Tramontano (Carlo Buccirosso), di trovare un giusto dialogo col figlio Achille (Giordano Bassetti), notoriamente gay, ma mai ufficialmente dichiaratosi nel suo orientamento sessuale al genitore. Il pomo cui fa riferimento il titolo dello spettacolo è quello di Adamo che il ragazzo, per questioni estetiche, desidererebbe ridursi.
È il giorno del trentesimo compleanno di Achille e Francesca, la sorella, gli organizza una festa a sorpresa. Gli invitati sono: Sara, unico amore adolescenziale (ed etero) del festeggiato; Cristian, finto fidanzato di Francesca (in realtà il ragazzo di Achille); Manuel, un suo amico trans e  l'architetto Oscar D'Ambrosio, vicino di casa, apparentemente interessato a corteggiare Achille. Al sestetto, a cena, si dovrebbero aggiungere la padron di casa Angela e, obtorto collo , il padre Nicola. Nel corso della rappresentazione interverranno anche la psicologa di Achille, Marianna Formisano e il padre di Sara, l'avv. Zambrano, nonché la poliedrica e onnipresente domestica Adelina.
La cena, nelle intenzioni di Francesca, dovrebbe servire ad Achille per fare outing alla presenza del padre. Nicola Tramontano sembra un tipo burbero, contrario e infastidito da qualsiasi ‘diversità' sessuale, ma alla fine scopriremo che più che essere un soggetto omofobo (parola di cui, addirittura, ignora il significato) è un personaggio fragile, determinato, seppur rabbiosamente, più a difendere i confini della sua famiglia e essere accettato per il suo carattere complesso che altro. Il notaio, infatti, mostrerà tutto il suo affetto per il figlio, difendendolo da ipotetiche ‘cattive' compagnie con una ambigua ma emblematica frase: <<Ho un figlio gay e me lo tengo single>>.
Non proseguirò nel narrare la trama, piena di spassosi equivoci e ‘svelamenti' quasi in stile pirandelliano (raramente i personaggi, nel corso del tempo, risulteranno essere ciò che sono sembrati a primo impatto), al fine di non rovinare l'effetto a coloro che vedranno la commedia dopo queste note; si può dire che lo spettacolo è pieno di spunti interessanti con arguti richiami ad altre scritture teatrali napoletane (gustosa una entrata col brano Zappatore, di Libero Bovio, da cui l'omonima sceneggiata, o una uscita di scena ‘estrapolata' da Natale in casa Cupiello di Eduardo De Filippo).
Complessivamente siamo di fronte ad una pochade in stile scarpettiano, o meglio un vaudeville , nel quale sono inseriti brani cantati e performances di ballo, funzionali o meno alla narrazione (in questa sede non posso non plaudire all'eccezionale voce di Maria Nazionale ).

 


La scenografia, composta in gran parte dal salotto di casa Tramontano, è molto ‘carica' e ben curata; permette agli attori di vivere gli spazi in modo tale da non dare mai quella sgradevole sensazione di ‘vuoto' quando in scena si è solo in due; anche le musiche, composte da Sal da Vinci, ben si adattano alla scrittura cui fanno da accompagnamento.
Una recitazione briosa, con grande affiatamento del cast, fa scorrere il primo tempo velocemente con ricchezza di battute e coup de théâtre efficaci. Leggermente dilatati, invece, i tempi dopo l'intervallo. Nella seconda parte, anch'essa ricca di sorprese e di situazioni ilari, si potrebbe ‘asciugare' qualche cosa riducendo almeno un poco alcuni dialoghi.
Uno spettacolo molto ben riuscito che, nel far ridere, fa riflettere gli spettatori sui preconcetti (ovvero i concetti privati dei concetti stessi) che molti di noi hanno sulle diversità. Il pubblico, me compreso, al termine della serata ha attribuito un lungo, meritato ed affettuoso, applauso a tutto il cast e ovviamente all'ideatore di tutto questo: Carlo Buccirosso.
Il pomo della discordia , che ha debuttato a Napoli lo scorso anno è ora in tournée per l'Italia. Lasciata Roma, sarà sui palcoscenici di alcuni altri teatri del Lazio e poi si sposterà in Sicilia e in Calabria per tornare, a marzo, nuovamente in Campania.

 

Il pomo della discordia

scritto e diretto   da Carlo Buccirosso
con Maria Nazionale, Monica Assante Di Tatisso, Giordano Bassetti, Mauro De Palma, Claudiafederica Petrella, Elvira Zingone, Matteo Tugnoli, Peppe Miale, Fiorella Zullo e con la partecipazione di Gino Monteleone
aiuto regia Martina Parisi
luci Francesco Adinolfi
scene Gilda Cerullo e Renato Lori
costumi Zaira De Vincentiis
musiche Sal da Vinci
Teatro Sala Umberto, Roma, fino al 4 febbraio 2018