EditorialeIn itinereFocus Nuove arti visive e performative A sipario aperto LiberteatriContributiArchivioLinks
         
       
 

Dialoghi degli Dei

 

di Maria Francesca Stancapiano

 

Ci sono spettacoli che esprimono la propria bellezza solo per la semplicità e per l'immediatezza nel rapporto tra attore e spettatore. Questo è il caso della messinscena, di Massimiliano Civica e I sacchi di sabbia, i Dialoghi degli Dei , una rivisitazione in chiave contemporanea dei Dialoghi di Luciano di Samosata. L'opera dello scrittore e retore greco del II secolo d.C. è un divertissement s quisitamente letterario, in cui l'autore, attingendo al patrimonio del mito, consegna al lettore una rappresentazione ironica e dissacrante della cosmogonia classica.

 

 

In sintonia con il testo originale, la compagnia toscana (I Sacchi di Sabbia nascono a Pisa nel 1995) riesce a creare - sin dalle prime battute - un'atmosfera esilarante scandita dal ritmo incalzante dei dialoghi tra gli interpreti, immersi in uno spazio minimalista che richiama alla memoria un'aula scolastica: sulla sinistra un banco per due, sulla destra una cattedra, al centro due sedioline di legno. E, visto che siamo all'interno di una classe, non possono mancare come protagonisti principali alunni vestiti da capo a piedi con divise ordinatissime : ad interpretarli gli attori Gabriele Carli e Enzo Illiano, i prototipi dello sfaticato e del ‘secchione'; l'insegnante (a vestirne i panni Giulia Solano) dalla penna rossa, anzi perennemente rossa (anche se solo per uno dei due!). Tra queste due ‘micro-isole', seduti su due sedie, Zeus ed Era. Gli attori - Giovanni Guerrieri e Giulia Gallo - con trovate semplici, ma di grande efficacia, come nascondere i loro visi dietro le mani ad evocare la rispettiva assenza – intervengono con racconti sugli Dei introdotti dalla docente dopo essersi tolti le mani dagli occhi, quasi a voler far calare la maschera dai rispettivi visi.

Non ci troviamo, infatti, di fronte a divinità da temere, a cui immolare capri espiatori o a cui rivolgere preghiere e trenos funebri. Bensì davanti a divinità del tutto umane, con le quali provare a entrare in ‘confidenza'. A tale proposito, sono la semplicità e l'immediatezza della comunicazione - restituite dalla naturalezza dell'idioma toscano - a stabilire un grado di autentica familiarità tra attori e spettatori. Questi ultimi si divertono: le risate scattano non soltanto a partire dalle azioni e dai dialoghi comici costruiti con potente energia dai protagonisti, ma soprattutto a partire dalle loro stesse fisionomie. Gli attori, raramente si guardano tra loro, eppure le azioni fisiche e la mimica dei loro visi richiamano un interesse costante, alimentato da quei dialoghi ‘vivi' che trascinano prepotentemente gli spettatori all'interno di ‘un movimento perpetuo' che non consente di distogliere l'attenzione nemmeno per un attimo. Dopo le battute da parte dell'insegnante e le risposte dei due allievi, lo spettatore entra in una dimensione altra: non si tratta né di una messinscena comica fine a se stessa né di una narrazione sulla mitologia greca. C'è qualcosa di più. Una porta che si apre su un ‘oltre', su una dimensione molto più contemporanea e molto più attuale: quella di una riflessione sul metodo scolastico e sul suo funzionamento oggi. È più importante una Memoria della Storia o una Storia da imparare a memoria?

 

 

Dialoghi degli Dei

uno spettacolo de I Sacchi di Sabbia e Massimiliano Civica

con Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Enzo Illiano, Giulia Solano

foto Carolina Farina

Short Theatre, Roma, 8 settembre 2017