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A Divina Comédia, Inferno

di Sergio Roca

 

Dei miei studi universitari due cose mi sono rimaste veramente impresse. La prima è stata la frase che era uso ripetere uno dei docenti: <<il teatro è il luogo dove le cose accadono>>, mentre la seconda è la narrazione delle impressioni ricevute da Antonin Artaud, riportate nel volume Il teatro ed il suo doppio, nel vedere la rappresentazione di uno spettacolo di teatro balinese, all'Esposizione Coloniale di Parigi ove non la parola ma la potenza espressiva dei movimenti dei performers in scena suscitò l'ammirazione del commediografo francese.

Quando sono in vacanza, all'estero, ho l'abitudine di assistere ad almeno uno spettacolo teatrale nella lingua del paese per rendermi conto di quali siano le preferenze teatrali del paese ospitante.

Recentemente, passeggiando per Lisbona, sono stato attratto da un lavoro dedicato al maggior poeta italiano, Dante Alighieri ovvero A Divina Comédia, Inferno rappresentato al Teatro Nacional Dona Maria II. Si tratta di una produzione del Teatro O Bando la cui messa in scena è stata curata da João Brites.

Il lavoro, prima parte di una trilogia che condurrà il gruppo a mettere in scena l'intero scritto dell'Alighieri con la realizzazione del Purgatorio nel 2019 e del Paradiso nel 2021 è un libero adattamento (molto libero) del testo del Sommo.

Per un italiano, forse, la trasmutazione del conte Ugolino in una figura femminile e la marginalizzazione di Virgilio per lasciare alle tre furie il compito di essere le principali voci dialoganti lascia leggermente disorientato, tuttavia il punto cruciale dello spettacolo non è tanto da ricercarsi nei dialoghi (che non potrei valutare vista la mia scarsissima conoscenza del portoghese) ma da una messa in scena, corale, decisamente eccezionale.

La sincronicità, in scena, dei 21 componenti del cast è così agile e fluida da non permettere alcun calo della tensione da parte dello spettatore, anche se lo spettacolo dura oltre due ore senza alcun intervallo.

La performance si apre con il diretto coinvolgimento degli spettatori che, per raggiungere le poltrone dove accomodarsi in platea, vengono fatti passare sul palcoscenico assieme agli attori, che continuano a girare per la scena costituita da una struttura, prevalentemente metallica, quasi elicoidale, che nella mente dello scenografo Rui Francisco deve rappresentare i vari gironi dell'Inferno.

I gironi infernali che vengono, in parte, narrati e recitati sono 9, con un percorso cronologico non sempre corrispondente al testo di Dante ma il tutto è funzionale al lavoro proposto.

Ciò che colpisce lo spettatore, non di lingua portoghese, è il continuo susseguirsi del cambiamento del tono e della forma recitativa. Il ritmo delle parole viene spesso accelerato, rallentato o pronunciato, seguendo cadenze create per l'occasione. Non un canto musicale quindi ma un ‘tempo emotivo' che i personaggi riescono a trasmettere allo spettatore non grazie alla comprensione del testo, bensì al sapiente uso della cadenza e della modulazione sonora.

Allo stesso tempo i movimenti scenici sono così ben curati nella loro dinamicità da far vivere l'ipotetico elicoide in tutti i suoi punti. Avanti vediamo l'incontro con Caronte e il passaggio dello Stige ma, nello stesso tempo, lo Stige è ovunque perché esso è porta a ‘sigillo' dell'Inferno tutto.

Uno spettacolo che mi ha trasmesso grosse emozioni e che mi ha fatto riflettere su quanto, nel vedere una commedia di cui si ha poca comprensione del testo, benché sia nota la trama, il ‘non verbale' risulti realmente preponderante nella comunicazione. Quando sulla scena le cose ‘accadono', il teatro diviene esperienza di vita: nel mio caso, simile a quella del citato Artaud all'Esposizione Coloniale di Parigi in quel lontano 1931.

 

 

Inferno - A Divina Comédia

Gruppo Teatro O Bando

testo di Dante Alighieri

drammaturgia e messa in scena João Brites

drammatografia João Brites e Rui Francisco

scenografia Rui Francisco

drammatofonia e musica Jorge Salgueiro

costumi e oggetti di scena Clara Bento.

con: Ana Brandão, Bruno Bernardo, Carolina Dominguez, Catarina Claro, Cirila Bossuet, Diego Borges, Guilherme Noronha, João Grosso, João Neca, José Neves, Juliana Pinho, Lara Matos, Lúcia Maria, Manuel Coelho, Paula Mora, Raul Atalaia, Rita Brito, Rita Gonçalves, Sara Belo, Sara de Castro e Tomás Varela.

crediti fotografici di: Felipe Ferreira

Teatro Nacional Dona Maria II, Lisbona, dall'11 maggio al 4 giugno 2017

 

sito web: www.obando.pt