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Zozòs in scena con… il paracadute!

di Sergio Roca



 

Zozòs è una commedia scritta da Giuseppe Manfridi, uno tra i migliori autori contemporanei italiani, alla fine degli anni Novanta. La pièce che ebbe immediato successo, è stata tradotta in varie lingue ed è stata rappresentata anche in Belgio, Canada, Cipro, Croazia e Inghilterra, ottenendo ovunque riconoscimenti di critica e di pubblico soprattutto nelle sue repliche londinesi.

La storia, tra il boccaccesco ed il surreale, narra dell'incontro fortuito tra una donna sui quaranta anni (Bice) ed un ragazzo (Tito) che, in una notte di passione, finiscono per restare ‘incastrati' in un lungo, infinito, rapporto anale. Per potersi liberare, il giovane chiama il padre ginecologo (Tobia). I vari tentativi per risolvere il problema risultano, però, vani. Nel frattempo tra i ritmi scanditi dai vari orgasmi di Tito, l'imbarazzo misto ad un malcelato compiacimento della donna e il delirio ironico e del medico, i tre cominciano a conoscersi più a fondo, parlando dei loro vissuti. Grazie a queste ‘confessioni' si scopre che Bice, durante una gita tra studenti, aveva già vissuto una situazione simile. Rimasta incinta, a seguito di quella nottata, aveva ceduto il nascituro ad un amico che le aveva promesso di prendersene cura trovando una famiglia in cui farlo crescere.
Anche Tobia narra di aver vissuto una favolosa notte di amore, mai dimenticata, proprio durante un fine settimana trascorso tra liceali ed è in quel momento che, guardando delle vecchie foto, si riconosceranno come protagonisti del medesimo episodio. Bice è la madre di Tito e Tobia, seppur si conferma il padre del ragazzo, non lo ha avuto con la legittima moglie. In un crescendo tragicomico si scoprirà, ovviamente, che nulla è come appare. L'amico di cui Bice si era fidata, defunto a seguito di un lancio col paracadute, era lo zio di Tito, avendo sposato la sorella di Tobia ‘frequentata' proprio nello stesso fine settimana ‘scolastico', in cui era stato concepito il ragazzo.

Non proseguo nel narrare il plot per lasciare le, varie, molte, sorprese a coloro che decideranno di andare a teatro. Posso garantire, tuttavia, che la visione di Zozòs permette agli spettatori di trascorrere un paio di ore in allegria benché il finale lasci un ampio spazio per riflettere tant'è che una delle battute conclusive della commedia richiama la favola di Esopo del Cavallo e l'asino con la quale l'autore greco voleva dimostrare che: <<nella vita grandi e piccoli devono collaborare vicendevolmente al fine di salvarsi e vivere bene e felici>>.

La messa in scena di Zozòs , presentato al teatro Belli di Roma, con la regia di Claudio Boccaccini (che ne curò anche la prima messa in scena), ha visto come protagonisti Riccardo Bàrbera - Tobia, Siddhartha Prestinari - Bice e Paolo Roca Rey - Tito.
Benché il testo non permetta agli attori particolari movimenti scenici (sia Bice che Tito restano sempre seduti, una sull'altro, coperti da un enorme paracadute) l'incalzare delle battute e l'espressività di Siddharta Prestinari, encomiabile nell'aver imparato la parte in brevissimo tempo dovendo sostituire l'indisponibile Laura Lattuada, e del giovane e simpatico Paolo Roca Rey non possono non suscitare un sincera, ironica, ilarità. L'ingresso, verso la metà del primo tempo, di Riccardo Bàrbera, un vero ‘giullare', recupera, efficacemente, la staticità iniziale del duo. Pur avendo apprezzato, nel complesso, tutto lo spettacolo debbo segnalare le notevoli capacità recitative della Prestinari (che conoscevo come regista ma non avevo mai visto in scena) in quanto, seppur ‘staticizzata' dall'inusuale posizione è riuscita a trasmettere, esclusivamente con le intonazioni e la mimica facciale, tutte le emozioni e le inquietudini di Bice, donna ancor giovane piena di ferite irrisolte, esiti ‘finali' del suo passato.

 

Zozòs


di Giuseppe Manfridi
regia Claudio Boccaccini 
con Riccardo Bàrbera, Siddhartha Prestinari, Paolo Roca Rey
aiuto regia Eleonora Di Fortunato 
assistente alla regia Ilaria Serantoni
musiche Massimiliano Pace
tecnico audio e luci Francesco Barbera
elementi scenici Giulia Colombo
grafica Giorgia Guarnieri 
fotografie di scena Danny's Shutter
Teatro Belli, Roma, fino al 4 marzo 2018