«Il teatro succede quando si esce cambiati». Ed è quello che è avvenuto al Periferico Festival a cura del Collettivo Amigdala, giunto alla sua XVII edizione intitolata Becoming. A Modena, fino al 19 ottobre, il teatro non accade in un luogo, ma nello scambio tra i corpi, le voci, le strade che collegano centro e periferia. Nel primo weekend di programmazione, tra le altre, tre esperienze hanno trasformato l’ordinario in un laboratorio di sguardo e ascolto.

A iniziare da Bench Invasion – The Art of Listening della storica Compagnie Krak con il belga Dieter Missiaen che ha dato la parola ai bambini. In Piazza Grande, infatti, alcune panchine portate a mano da coppie di piccoli protagonisti hanno trasformato lo spazio urbano in una mappa di incontri imprevisti. Questi mini-mediatori dell’ascolto hanno rivolto domande ineludibili ai passanti – «Qual è il posto dove ti senti al sicuro?», «Quando è stata l’ultima volta che sei stato felice?» – e le risposte sono diventate un balsamo, un momento di verità per chi su quella panchina veniva invitato a sedersi. Interrogativi semplici e forti, a cui è necessario avvicinarsi solo con limpidezza e trasparenza, senza remore, proprio come farebbero i più piccoli. La performance, nella sua apparente semplicità, ha restituito alla piazza il suo senso più profondo: un luogo di ascolto reciproco dove anche l’attesa diventa dialogo.

Tecniche per diventare un ornitorinco di Elisabetta Consonni ha preso vita, invece, nella Palestra La Fratellanza trasformata per l’occasione in un ambiente quasi visionario suddiviso in diverse postazioni. Qui gli spettatori-partecipanti sono stati invitati a relazionarsi sia con gli altri che con sé stessi seguendo le istruzioni che trovavano scritte su un foglio e che indicavano diverse attività: una seduta di “connessione telepatica” con il proprio compagno di avventura; una partita a scacchi su una grande scacchiera dai pezzi non convenzionali; un materasso sul quale sdraiarsi mentre si viene curati dal “guaritore” di turno; o, ancora, essere relatori di una conferenza sulle tracce di un antico ornitorinco misteriosamente ritrovato. In questo gioco collettivo — a metà tra rito, laboratorio e happening — rispettare le regole è fondamentale, perché solo seguendole fino in fondo si può cercare di intuirne la logica segreta. Il risultato è un’esperienza ironica e sorprendentemente profonda che insegna a convivere con l’improbabile e ad abbracciare la propria unicità.

Infine, in Je vous aime Diana Anselmo – artista visivo sordo e queer – trasforma la sua lecture-performance bilingue (LIS e italiano) che unisce parola, silenzio e gesto, in un vero e proprio atto di memoria. Partendo da una citazione biblica — «In principio era il Verbo e il Verbo era Dio» — viene messo in discussione il fondamento stesso del linguaggio. Per chi non può parlare, spiega l’artista, quella tautologia non ha significato. Per i sordi, il “Verbo” non è parola ma gesto. E allora Anselmo invita il pubblico a scrivere una parola diversa, a completare la frase secondo la propria sensibilità: «In principio era…». Ne nasce un momento collettivo di riscrittura del mondo, dove il linguaggio non divide ma unisce e dove la lingua dei segni rivela tutta la sua potenza poetica e politica.
Anselmo ricorda, poi, la storia travagliata della LIS, negata per decenni, quando migliaia di persone sorde venivano costrette a fare logopedia invece di essere semplicemente messe nella condizione di “segnare” — ovvero parlare, esprimersi, vivere. “Segnare” è la loro forma di parola, la loro voce. Je vous aime è dunque un atto d’amore verso questa lingua e verso il diritto universale di comunicare il proprio modo di stare al mondo.

Nella sua ricca programmazione Periferico Festival declina la parola “divenire” e lo fa attraverso il corpo, la comunità, il segno, non offrendo risposte ma spazi in cui le domande possono restare vive. Il Festival si concluderà domenica 19 ottobre con HERE – Sono nata per camminare, una lunga camminata sonora del Collettivo Amigdala. Un percorso che promette di continuare a interrogare la città e chi la attraversa, ricordando che il teatro, a Modena, non accade solo sul palco ma nel passo di chi torna a casa diverso da come è partito.
Tecniche per diventare un ornitorinco
idea di Elisabetta Consonni
realizzato in collaborazione con Alessandro Tollari e Barbara Stimoli
performance di Francesco Dalmasso, Elisa D’Amico, Alessandro Tollari, Barbara Stimoli, Elisabetta Consonni
accompagnamento drammaturgico di Silvia Bottiroli
realizzato nel contesto di “On Mobilization”, progetto di cooperazione internazionale tra wpZimmer, Baltic Art Centre, Studio ALTA, Lavanderia a Vapore, ARIA e GRASS – in co-produzione con Base Milano, Fattoria Vittadini, Le Alleanze dei Corpi.
Bench Invasion – The Art of Listening
di Dieter Missiaen e Els Degryse
con Dieter Missiaen e le bambine e bambini di Bottega Baleno, con la complicità di alcuni adulti testo di Els Degryse / Kommil Foo
violino Anna Buevich / Anouk Sanczuk
design della panchina Marec Zeghers
con il supporto di Perplx, Miramiro, CirkLabo – produzione Compagnie Krak – prima nazionale.
Je vous aime
di e con Diana Anselmo e Sara Pranovi
regia Diana Anselmo
videotestimonianze di Paolo Girardi, Leonarda Catalano, Mario Minucci, Maurizio Anselmo, Anna Folchi, Vincenza Giuranna, Diana Vantini, Matteo Pedrazzi
produzione Chiasma – con il sostegno di IntercettAzioni – circuito della Lombardia.
Periferico Festival, XVII edizione, Modena, fino al 19 ottobre 2025.