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Decamerino: Novelle dietro le quinte

Ma è vero? È vero che ve l'ho raccontato…

 


di Carlo Dilonardo

 

Per un attore la “vita privata” esiste. Nel camerino! Luogo, da sempre, affascinante, imperscrutabile, misterioso e, talvolta, intimo. È in questo microcosmo che Gigi Proietti ambienta il suo volume, in cui vengono messi in risalto ed evidenza alcuni dei pensieri, dei sentimenti e di altre molteplici ossessioni che investono gli attori al di là del sipario.

Classe 1940, appassionato musicista e cantante ma vicino – da subito – al teatro sperimentale, doppiatore, poeta, attore, narratore, illustra le sue novelle dietro le quinte e proprio perché è lui a raccontarle risultano essere fonte di insegnamento anche per il lettore più distante dalla scena. Infatti, diciamolo subito, il libro incontra il favore e il sorriso dell'operatore teatrale (sia esso attore, regista, organizzatore…) e diverte immensamente anche chi conosce per sentito dire cosa accade a sipario chiuso.

Potremmo definire il libro di Gigi Proietti uno stradario. Strade che portano tutte al comune sentimento di amore-odio per una delle forme d'arte più antiche del mondo, il teatro.

L'attore romano essendo uno dei più quotati artisti-attori presenti sulla nostra scena riesce a condurre il lettore in alcuni angoli sperduti della scena e delle usanze degli attori, di coloro che poi nei camerini ci vivono sul serio. Decamerino diventa, si diceva, uno stradario capace di illustrare le viuzze che solo un “abitante” del luogo potrebbe conoscere e Proietti, nel caso in questione è uno di questi. Straordinari e direi “educativi” i suoi riferimenti all'uso della maschera, alla bellezza del gesto dell'attore, all'analisi tra finzione/falsità/verità della scena, alla stesura dei copioni, al rapporto tra attori e registi. Non dimentica, inoltre, di analizzare il contesto teatrale italiano, o meglio il “sistema” scenico del nostro paese, soprattutto quando illustra al lettore la situazione nella capitale, dove il panorama multiforme e sfaccettato avrebbe necessità di essere (ri)organizzato, se mai lo è stato, e gestito in maniera più consapevole.

Il teatro è una forma d'arte che deve parlare ai “cittadini” prima ancora che allo “spettatore”. Logica questa che, in tempi di crisi, diventa difficile da rispettare a causa di una pressante e, oserei definirla “unica” necessità di fare cassa.

Proprio per la sua forte aderenza alla realtà non possiamo qui tralasciare un breve riferimento al fatto che nel momento in cui vi scriviamo Gigi Proietti è il protagonista di uno show in prima serata su RaiUno. Uno spettacolo del sabato sera, in forma di “scatola”, dedicato alla sua vita, ai suoi ricordi, alle sue esperienze. Al netto dei suoi sketch più riusciti e famosi, uno fra tutti La signora delle camelie , a detta di molti (tele)spettatori pare più che mai che il Gigi nazionale piuttosto che un uragano mediatico fatto di dati tecnici e commerciali come lo share ed l' audience sia uomo di scena. Così è (se ci pare)!

<<Come si diventa attori? […] Boh..e io che ne so? - Subito dopo mi viene da porre a mia volta una domanda che è: “Ma perché vuoi fare l'attore? […] L'importante è essere attori e non fare l'attore!>>

 

 

Decamerino. Novelle dietro le quinte

di Gigi Proietti

Rizzoli, Milano 2015, pp.171, € 17,50

Foto di @Claudio Porcarelli

Art Director: Mauro De Toffol/ the World of DOT