Zozòs: ancora in scena col paracadute di Sergio Roca

Dopo il successo dello scorso novembre torna sulla scena del Brancaccino di Roma, dal 4 al 7 aprile Zozòs di Giuseppe Manfridi. Una buona occasione per riproporre la visione critica dello spettacolo realizzata, nella stagione 2017-2018, durante le repliche al Teatro Belli, sempre di Roma.
Zozòs è una commedia scritta da Giuseppe Manfridi, uno tra i migliori autori contemporanei italiani, alla fine degli anni Novanta. La pièce che ebbe immediato successo, è stata tradotta in varie lingue ed è stata rappresentata anche in Belgio, Canada, Cipro, Croazia e Inghilterra, ottenendo ovunque riconoscimenti di critica e di pubblico soprattutto nelle sue repliche londinesi.
La storia, tra il boccaccesco e il surreale, narra dell’incontro fortuito tra una donna sui quaranta anni (Bice) ed un ragazzo (Tito) che, in una notte di passione, finiscono per restare “incastrati” in un lungo, infinito, rapporto anale. Per riuscire a liberarsi, il giovane chiede aiuto al padre ginecologo (Tobia). I vari tentativi per risolvere il problema risultano, però, vani. Tra i ritmi scanditi dai vari orgasmi di Tito, l’imbarazzo misto ad un malcelato compiacimento della donna e il delirio ironico e del medico, i tre cominciano a conoscersi più a fondo parlando dei loro vissuti. Grazie a queste “confessioni” si scopre che Bice, durante una gita tra studenti, aveva già vissuto una situazione simile. Rimasta incinta, a seguito di quella nottata, aveva ceduto il nascituro ad un amico che le aveva promesso di prendersene cura trovando una famiglia in cui farlo crescere.

 

Anche Tobia narra di aver vissuto una favolosa notte di amore, mai dimenticata, proprio durante un fine settimana trascorso tra liceali ed è in quel momento che, guardando delle vecchie foto, l’uomo e la donna si riconosceranno come protagonisti del medesimo episodio. Bice è la madre di Tito e Tobia, seppure si conferma essere il padre del ragazzo, non lo ha avuto con la legittima moglie. In un crescendo tragicomico si scoprirà, ovviamente, che nulla è come appare. L’amico di cui Bice si era fidata, defunto a seguito di un lancio col paracadute, era lo zio di Tito, avendo sposato la sorella di Tobia “frequentata” proprio nello stesso fine settimana “scolastico”, in cui era stato concepito il ragazzo.
Non proseguo nel narrare il plot per lasciare le varie, molte, sorprese a coloro che decideranno di andare a teatro. Posso garantire, tuttavia, che la visione di Zozòs permette agli spettatori di trascorrere una serata in allegria benché il finale lasci un ampio spazio per riflettere, tant’è che una delle battute conclusive della commedia richiama la favola di Esopo del Cavallo e l’asino con la quale l’autore greco voleva dimostrare che: «nella vita grandi e piccoli devono collaborare vicendevolmente al fine di salvarsi e vivere bene e felici».
Zozòs torna al Brancaccino, riproponendo lo stesso cast composto da Riccardo Bàrbera – Tobia, Siddhartha Prestinari – Bice e Paolo Roca Rey – Tito, e con la medesima regia di Claudio Boccaccini (che non solo ha curato questa ripresa e quella dello scorso anno ma ebbe anche l’onore di firmare quella del debutto negli anni Novanta) e con l’assistenza di Eleonora Di Fortunato, le musiche di Massimiliano Pace e le scene di Giulio Colombo.
Benché il testo non permetta agli attori particolari movimenti scenici (sia Bice che Tito restano sempre seduti, una sull’altro, coperti da un enorme paracadute) l’incalzare delle battute e l’espressività di Siddhartha Prestinari e del giovane e simpatico Paolo Roca Rey non possono non suscitare una sincera, ironica, ilarità. L’ingresso, verso la metà del primo tempo, di Riccardo Bàrbera, un vero “giullare” di scena, dalla scioltezza di altri tempi, recupera, efficacemente, la staticità iniziale del duo. Pur avendo apprezzato, nel complesso, tutto lo spettacolo debbo segnalare le notevoli capacità recitative della Prestinari in quanto, seppure “staticizzata” dall’inusuale posizione è riuscita a trasmettere, esclusivamente con le intonazioni e la mimica facciale, tutte le emozioni e le inquietudini del personaggio di Bice, donna ancor giovane e piacente ma piena di ferite irrisolte, esiti “finali” del suo passato.

Zozòs

di Giuseppe Manfridi
regia Claudio Boccaccini
con Riccardo Bàrbera, Siddhartha Prestinari, Paolo Roca Rey
aiuto regia Eleonora Di Fortunato
musiche Massimiliano Pace
scene Giulia Colombo
grafica Gp Studiografico
fotografie di scena Marco Picistrelli

Teatro Brancaccino, Roma, dal 4 al 7 aprile 2019.