La forza dei personaggi di Carrozzeria Orfeo? Non parlano, ma sono “parlati” di Katia Ippaso

Hanno cominciato osservando gli abusi quotidiani, ma anche le tenerezze involontarie, della vita di provincia. Poi si sono messi a pensare al mondo tutto, e d’improvviso sulla loro mappa immaginaria sono apparsi statunitensi, rom, musulmani, brandelli di un’umanità affamata che fa le stesse cose dappertutto. Ovvero: inveire, bestemmiare, rubarsi la vita a vicenda, vendere l’anima, per non parlare del corpo, per qualche spicciolo. Non è difficile comprendere le ragioni del successo di Carrozzeria Orfeo, la compagnia udinese che ha appena mostrato l’intera sua trilogia al Piccolo Eliseo di Roma. Ogni sera tutto esaurito. Assieme a spettatori entusiasti, che mostravano anche di conoscere le battute a memoria, abbiamo assistito al dipanarsi delle loro storie, tra realismo magico e fantascienza, partendo dalla fine per tornare là dove tutto è cominciato, da Thanks for Vaselina.

 

foto di Laila Pozzo

Cous Cous Klan, spettacolo del 2017, si ambienta in un futuro neanche troppo lontano. Siamo in un Paese anonimo, che senza grandi sforzi di fantasia potrebbe essere anche il nostro. In un degradato parcheggio della periferia urbana, due famiglie costrette a vivere in roulotte si fanno la guerra. L’acqua è stata privatizzata già da diversi anni e nessuno può avvicinarsi alle fonti idriche, dal momento che minacciose guardie armate dal governo presiedono fiumi, laghi e sorgenti. È in questo quadro, solo apparentemente distopico, che prende forma – una forma indiavolata – l’ultima black comedy di Gabriele Di Luca.

 

foto di Laila Pozzo

 

 

 

 

 

 

 

foto di Laila Pozzo

 

 

 

 

 

 

In questo luogo pieno di recinti, barriere, turpiloqui e coltelli, nessuno sembra salvarsi. In realtà, si tratta di un effetto ottico. Anche se sembra difficile provare pietà per questi personaggi estremi, c’è sempre una luce strana, improvvisa, che si piega a illuminare le loro vite bruciate. La stessa cosa accade in Animali da bar (2015), un’opera che si dispiega sulle note ciniche della vita di provincia. I crimini spontanei di cui si macchiano questi personaggi bestiali che passano le loro vite a bere birra, sono di una tale efferatezza mentale da rasentare l’idiozia. L’elemento che unisce le loro vite deragliate è una totale inconsapevolezza che rende impervia la facoltà di giudizio da parte di chi osserva il quadro. Da quale posizione guardare le creature partorire da Carrozzeria Orfeo? Immedesimarsi, diventa difficile. Guardarli con supponenza, anche. Si ride dei loro casi umani, consapevoli però del fatto che lo scenario politico e sociale di cui si scrive non è così lontano dal nostro. In questo senso Thanks for Vaselina, la prima commedia, scritta nel 2013, è forse la più paradigmatica: non a caso è stata già annunciata la versione filmica, scritta e diretta da Gabriele Di Luca.

 

foto di Laila Pozzo

 

 

 

 

 

 

foto di Laila Pozzo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo scenario prende spunto da una guerra tra Stati Uniti e Messico, che porta al collasso dell’economia messicana, massacrata da un bombardamento “a fini democratici” che ha mietuto non soltanto milioni di “vittime collaterali” ma ha anche bloccato il traffico della droga. In questo contesto geopolitico, Fil e Charlie si mettono in testa di invertire il traffico e di esportare dall’Italia al Messico delle ingenti quantità di marijuana che, chiusi nei loro scafandri bianchi, coltivano in quantità manicomiali nel loro misero appartamento di periferia.
Charlie, che è un acceso difensore dei diritti degli animali, si rivelerà essere tra i due il più cinico. Il maschilismo di Fil, che non trova giustificazione nel folle modello parentale (madre drogata e cleptomane e padre trans), non subisce redenzione, ma è comunque soggetto a un qualche innesto di umanità, nel momento in cui si trova ad accogliere a casa sua la ragazza obesa e ingenua che nei loro piani doveva essere usata come corriere della droga. Conflitti antropologici e sociali sono sottoposti a una riscrittura umoristica che non risparmia la rappresentazione della deriva, l’assenza di futuro, ben rappresentata dal linguaggio “deietto”. Tutti i personaggi di Carrozzeria Orfeo sparano parole a raffica. Non per questo possiamo dire che parlino. La loro miseria non è solo materiale. Mancano di parole proprie. Totalmente incapaci di dialogo e di pensiero riflessivo, son piuttosto “parlati”: sono attraversati da un flusso discorsivo che si muove nel più totale disordine e proprio per questo innesca, a volte inconsapevolmente, la violenza.
Il successo della trilogia si deve non soltanto alla scrittura di Gabriele Di Luca, ma anche alla potenza interpretativa e ritmica degli altri due interpreti-registi, Massimiliano Setti e Alessandro Tedeschi. Un cenno a parte meritano le due attrici di Thanks for Vaselina, le bravissime Beatrice Schiros e Francesca Turrini.

 

Trilogia Carrozzeria Orfeo

drammaturgia Gabriele Di Luca
regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi
Cous Cous Klan (2017)
con Angela Ciaburri, Alessandro Federico, Pier Luigi Pasino, Beatrice Schiros, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi
voce fuori campo Andrea Di Casa
musiche originali Massimiliano Setti
scene Maria Spazzi
costumi Erika Carretta
luci Giovanni Berti

 

Animali da bar (2015)
con Beatrice Schiros, Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Pier Luigi Pasino, Paolo Li Volsi
voce fuori campo Alessandro Haber
musiche originali Massimiliano Setti
progettazione scene Maria Spazzi
costumi Erika Carretta
luci Giovanni Berti

Thanks for Vaselina (2013)
dedicato a tutti i familiari delle vittime e a tutte le vittime dei familiari
con Gabriele Di Luca, Beatrice Schiros, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi, Francesca Turrini
musiche originali Massimiliano Setti
luci Diego Sacchi
costumi e scene Nicole Marsano e Giovanna Ferrara.

 

Piccolo Eliseo, Roma, dal 3 al 27 gennaio 2019. In tournée.