I ritratti dei grandi del Jazz di Mario Pogliotti di Giulia Chiaraluce

foto di Musacchio-Ianniello-Pasqualini

Quando si parla di musica, di una canzone, di un’artista, la prima parola che viene in mente è emozione. L’emozione di un ricordo, di una passione o di un momento preciso che riecheggia scandito da quelle note piuttosto che da quell’interprete. È l’attimo in cui ci accorgiamo di quanto la musica sia senza tempo, a dispetto della sua natura ritmica, della sua grammatica sorretta dalla matematica. Se alla musica e alla sua emozione aggiungiamo un interprete come Larry Franco, il divulgatore per antonomasia Piero Angela e lo storico del jazz Adriano Mazzoletti, prende vita una serata eccezionale. Dedicata interamente a Mario Pogliotti, giornalista, autore televisivo e musicista, la serata I ritratti dei grandi del Jazz di Mario Pogliotti è stata ospitata alla Casa del Jazz di Roma lo scorso 19 gennaio.
Piero Angela presenta la manifestazione, sorridente ed emozionato come quando un amico confida i suoi segreti più profondi e lo fa usando un insolito passepartout: il jazz. L’introduzione ritrae la figura di Mario Pogliotti, importante colonna della cultura italiana, protagonista di un periodo in cui gli intellettuali erano divertiti sperimentatori. Erano gli anni del monopolio di stato della Rai, della televisione attenta ai contenuti, della radio sempre accesa. Era il tempo degli eclettici, dei vivi e dei curiosi: ricordiamo Pogliotti come coautore della fortunata trasmissione televisiva Non Stop (che consacrò il successo de La smorfia con Massimo Troisi), ma ancor prima lo si annovera come musicista, tra i componenti dei Cantacronache, gruppo culturale-politico, precursore del cantautorato italiano, fondato nel 1957 da Michele Luciano Straniero.

 

foto di Musacchio-Ianniello-Pasqualini

Quel periodo, però, è ricordato anche per essere l’epoca in cui il jazz affascinava e rivoluzionava la musica Europea. Le jam session e le big band facevano ballare tutti sull’irresistibile effervescenza dello swing. I giradischi facevano da sottofondo agli incontri tra amici. Siamo nell’epoca in cui dall’America “salpa” la Song americana che dal porto di Broadway “attracca” in Europa. Poco dopo irrompe l’improvvisazione, una gettata di lava vulcanica che determina la rottura degli schemi: composizione in tempo reale che piega il rigore esecutivo di matrice classica. Il jazz è stato una rivoluzione vera e propria nella storia della musica e, funambolicamente, ha sempre oscillato tra due estremità precise: gli ascoltatori o lo amano alla follia o lo detestano profondamente, di certo è impossibile restarne indifferenti.
Da queste premesse recuperiamo i due moventi clou della serata: Mario Pogliotti ha talmente amato il jazz e i suoi protagonisti da comporre dei ritratti musicali, vere e proprie canzoni dedicate alla storia di ciascun interprete. Dieci brani – fotografie in note e versi – che raccontano profili e avventure dei più grandi musicisti jazz.
Piero Angela invita sul palco i due ospiti d’eccezione: Larry Franco e Adriano Mazzoletti.
Franco, amico di Pogliotti, si siede al pianoforte mentre Mazzoletti, assieme a Piero Angela, commenta i ritratti degli artisti, proiettati sullo schermo, narrandone le biografie.
Il percorso storico e sonoro è costruito con grande attenzione: si apre con un omaggio rivolto ai fans del jazz. Da autentico amatore, Pogliotti dedica un brano a tutti coloro che sono in sala e che, ancora oggi, sono innamorati di questa musica e delle sue evoluzioni. Il piano e la voce deliziano la platea nel susseguirsi dei songs portraits; le interpretazioni sono meravigliose. La voce del crooner tarantino non sbaglia un colpo: accompagnandosi al pianoforte con uno swing che strizza l’occhio alla canzone italiana, Larry Franco è “immerso” nei versi originali firmati da Mario Pogliotti. Non mancano delle introduzioni nostalgiche e il tratto improvvisativo: per ogni brano c’è un chorus di assolo al pianoforte, senza eccedere, però, in virtuosismi eccessivi. Lo stride piano è leggero nei brani più swingati, le armonizzazioni abbracciano il blues, il soul, i tessuti armonici distendono voicing moderni: i temi e le parole, tuttavia, risultano sempre al centro laddove il timbro vocale di Larry Franco è avvolgente in ogni sua frequenza, intenso e emozionante.

 

foto di Musacchio-Ianniello-Pasqualini

I medaglioni musicali sono alternati alle presentazioni storiche e alle note biografiche dei musicisti celebrati con un’ampia aneddotica. Adriano Mazzoletti regala al pubblico filmati rari, storie incredibili e incontri straordinari: la figura di Mazzoletti rappresenta l’almanacco vivente del jazz, la storia nella storia. Conquista tutti il filmato di Louis Armstrong del 1960, realizzato al Teatro (ora cinema) Adriano di Roma. Un vero regalo per gli spettatori romani che possono rivedere quella sala (che ospitò anche i Beatles) nella sua forma originaria.
La lezione e il concerto hanno un’andatura coinvolgente, piacevole: lo scambio di battute tra i cronisti della serata e le take di Larry Franco spazzano via la cognizione del tempo. Avvolgiamo e riavvolgiamo il nastro della storia della musica senza neanche accorgercene. Percorriamo gran parte del Novecento, passeggiando, senza tempo, nella hall of fame del jazz: da Louis Armstrong a Count Basie, passando per Nat King Cole e Fast Waller, incontrando Duke Ellington, il jazz moderno di Bill Evans, la struggente Billie Holiday e il bebop di Dizzy Gillespie. C’è un brano, una poesia, una canzone, dedicata a ciascuno di loro; per ultimo si torna in patria e l’ultimo quadro musicale di Pogliotti viene dedicato a Natalino Otto che fu tra i primi a portare, nella case italiane, il ritmo della canzone swing.
Due sorprese concludono il galà. La prima è un video su Django Reinhardt generosamente condiviso da Mazzoletti e la seconda l’esecuzione di un brano composto dallo stesso Angela: Barba Capelli e Baffi, che ha fatto da “sigillo” al clima familiare creatosi nel corso dell’evento.
Quando la serata sta per terminare, in un tourbillon di emozioni e di ricordi, nel cuore rimane un senso di malinconia perché si prende coscienza dell’esistenza di un’Italia scomparsa; di un’Italia costituita da giovani entusiasti che guardavano e sognavano l’America, inseguendo le sue “ note” innovative.
«La musica è finita, gli amici se ne vanno…» recita un brano scritto da Califano, ma nel tornare a casa non ci sentiamo soli perché abbiamo vissuto la storia di una amicizia autentica, quella nata sulle note della rivoluzionaria storia del jazz.

 

foto di Musacchio-Ianniello-Pasqualini

I ritratti dei grandi del Jazz di Mario Pogliotti
con Piero Angela e Adriano Mazzoletti
piano e voce Larry Franco
Casa del Jazz, Roma, 19 gennaio 2019.