Spazio “Dei suoni” di Paolo Ruffini

Foto di Alessandra Diodati

C’è uno spazio a Roma dove è possibile entrare in relazione con artisti dell’area della sperimentazione sonora con un approccio prossimale, decisamente non convenzionale, e dove il concetto di pratica e di ascolto si saldano felicemente con estremo rigore. In via Ettore Giovenale 14/E nel quartiere Prenestino-Labicano, compreso tra via Prenestina e via del Pigneto, zona dove il melting pot definisce un’altra possibilità di futuro e che pullula di localini e bar adibiti a co-working con quella semplicità contemporanea della condivisione del tempo da innescare modalità non scontate nei rapporti tra persone, mentre tutt’intorno fioriscono ambienti e studi professionali con spiccati accenti nel design; ebbene, qui troviamo Dei suoni, un non-rassegna, studio del sound artist Filippo Lilli che – come lo stesso ideatore definisce – è «un atto di ascolto che nasce per favorire la condivisione di processi e pratiche sonore attraverso l’esecuzione dal vivo». E non poteva che nascere che in questo quartiere stratificato di stradine e perpendicolari viarie, dove si aprono squarci architettonici che dagli inizi novecenteschi straripano verso la speculazione edilizia degli anni Sessanta, mantenendo però quella certa dimensione di agglomerato raccolto e popolare. Dei suoni è un esercizio avanguardistico nato dall’urgenza di un artista inserito nel panorama romano per quella peculiarità di ricerca in cui le corrispondenze, e le disponibilità non soltanto “logistiche” ma anche umane, creative, che i processi elaborativi del suono è in grado di mettere in moto, non ultime generativi delle diverse e nuove eco percettive in grado di scardinare le certezze dei linguaggi artistici; in particolare Lilli, da par suo, nel suo prodigarsi nello studio del suono e nella riflessione timbrica, con l’incontro con Valentina Sansone, danzatrice e studiosa della dimensione performativa del corpo in scena, pone ulteriori questioni e nuovi temi intorno al senso del fare arte performativa e strumentale, come nel caso del loro dispositivo scenico Simpatia n.*, una forma primigenia sulle varianti percettive del corpo tra esecuzione sonora e danza, paesaggio vibratile del movimento e incidenza di un suono incorporeo ma volumetrico. A lui si deve dunque la nascita di Dei suoni ch’è altro dal locale dove si fa musica, altro dalla sala concerto, ma propriamente un contesto di osservazione dei suoni nel mentre accadono. Si alternano musicisti una volta al mese, cadenza regolare nella quale scoprire cosa si muove nell’emisfero di solisti e soliste che problematizzano il loro rapporto con gli strumenti, ne incarnano il fiato restituendo a noi – anche visivamente – una aderenza fisica ed emotiva straordinaria. Il primo di questi ha visto l’esecuzione di Daniele Gherrino (1), musicista impressionante ascoltato lo scorso 3 marzo, con la sua chitarra generativa ed evocativa in quella percussione tra mondi apparentemente distanti dove si è palpato il jazz dentro un fluire orchestrante che ha trovato ricordi persino nelle distensioni “progressive”. Lo scambio di impressioni dopo il concerto, la possibilità di recupero nella pubblicazione quasi istantanea dello stesso, l’incontro quasi tattile col mondo ricreato di Gherrino, ne fanno di questo momento un unicum e di questo luogo una deviazione preziosa nell’ambito della ricerca, con gratitudine.

Nota
1) Daniele Gherrino consegue il Diploma di I livello e di II livello in Jazz presso il Conservatorio di Santa Cecilia di Roma e studia le tecniche di improvvisazione legate alla musica contemporanea del XX Secolo. Entra in contatto e si specializza con Roscoe Mitchell, Daniele Roccato, Michele Rabbia, Marc Ducret, Bruno Chevillon, Dominique Pifarély, Markus Stockhausen, Maria Pia De Vito, Paolo Damiani, Gianluigi Trovesi. Con alcuni tra questi artisti intraprende percorsi di collaborazione.

Foto di Alessandra Diodati

Per tutte le informazioni su Dei suoni:
sito: https://www.deisuoni.com/
instagram: https://www.instagram.com/dei_suoni/
youtube: https://www.youtube.com/@deisuoniroma
mail: info.deisuoni@gmail.com