“Tutti Parlano di Jamie. Il Musical”: l’essere ciò che si è di Sergio Roca

Foto di Massimiliano Fusco

A sentire il regista Piero di Blasio tra lui e Everybody’s Talking About Jamie, musical visto nel West End londinese nel 2018, è stato amore a prima vista tanto da indurlo a chiedere (e ottenere) i diritti per la realizzazione, in Italia, di una versione “no replica” dell’originale britannico. Le differenze sostanziali si basano sul fatto che la produzione dispone di scene, costumi, coreografie e regia differenti dalla versione inglese rispettando, invece, musica e testo (ovviamente nella forma tradotta).
Per chi non avesse mai sentito parlare di questo lavoro segnalo che il tutto nasce da una vicenda realmente accaduta e successivamente raccontata della BBC nel 2011 con il video: Jamie: Drag Queen at 16, documentario diretto da Jenny Popplewell (visibile al link: https://www.youtube.com/watch?v=BofFhwpAHI8 ).
Nel 2017 la storia si trasforma in un musical che debutta proprio a Sheffield, nel Sud Yorkshire, per poi approdare in uno dei maggiori teatri londinesi, l’Apollo, vincendo anche, nel 2018, il WhatsOnStage Awards per il miglior musical originale (oltre a vari premi agli attori del cast). Nel 2021 la storia diviene un film col titolo Tutti Parlano di Jamie con il giovanissimo Max Harwood e per la regia di Jonathan Butterell (per chi fosse interessato la pellicola è su Amazon Prime video).

Foto di Sergio Roca

Il plot è abbastanza lineare ma ha dei risvolti emozionali particolarmente coinvolgenti.
Jamie un ragazzo in età adolescenziale che, dichiaratamente omosessuale, a differenza dei suoi compagni di scuola che si preparano a costruire il loro futuro nella tradizionale società “borghese”, vorrebbe intraprendere la carriera nel mondo dello spettacolo, divenendo una drag queen. In realtà quest’idea nasconde un desiderio molto più intimo, semplice e umano: quello di essere accettato per ciò che è.
Nel suo percorso di vita contro i preconcetti sarà aiutato dalla saggia amica Pritti Pasha, dall’amorevole mamma Margaret, dalla sua amica Ray e dalla locale leggenda delle drag (che ne sarà “mentore” nei segreti di scena): Hugo/Miss Loco Chanelle. A rendere più complicato il suo percorso ci sarà il padre che rifiuta categoricamente la sua unicità, l’istituzione scolastica, prevalentemente nella figura della sua insegnante Miss Hedge, rigidamente fissa su antiquate regole sociali e completamente sorda alle singole sensibilità emotive, nonché Dean Paxton l’immancabile bullo di classe.
Jamie avrà il suo lieto fine nel momento in cui potrà indossare, in occasione del ballo della scuola, uno sfavillante abito da sera. Sarà il suo modo per sconfiggere i pregiudizi e per sentirsi accettato dai i suoi compagni.

Foto di Massimiliano Fusco

Il musical vede in scena diciotto attori ed è composto da due Atti dove vengono complessivamente eseguite diciassette canzoni (sette nel primo Atto e dieci nel secondo) tutte tradotte in italiano a cura dello stesso regista in collaborazione con Dino Scuderi che ha curato anche la direzione musicale.
Jamie conta sulle fantasiose ed energiche coreografie di Laccio (Emanuele Cristofori) che, in virtù degli accordi sui diritti, ha potuto sbizzarrirsi nel creare dei pezzi corali di estrema vitalità. Tutta la storia è mirabilmente “incastonata” nelle scenografie disegnate da Alessandro Chiti che è stato libero di progettare degli spazi tridimensionali che nella loro semplicità permettono di fruire degli eventi narrati nella “scatola” scenica. I costumi, ricchi e fantasiosi, soprattutto quelli delle drag, sono stati curati da Francesca Grossi.
La regia di Di Blasio risulta convincente: ha concesso a tutti gli elementi del cast la giusta attenzione senza schiacciare i componenti dei ruoli meno importanti in un poco gratificante eterno secondo piano e questo incoraggia tutti a offrire il proprio massimo. Lo spettacolo, forse, potrebbe essere leggermente “asciugato” nelle parti recitate ma basterà qualche replica in più per renderlo più snello.

Foto di Sergio Roca

Coinvolgenti i balletti ideati da Laccio così come estremamente gradevoli i testi delle canzoni (ben calibrate sulle necessità narrative) cosa non sempre scontata nelle versioni tradotte.
Giancarlo Commare nella figura di Jamie ha offerto un’ottima prova attoriale anche perché il giovane castelvetranese, abbandonato il “tranquillo” mondo del cinema e della televisione, si è dovuto confrontare col mondo del musical dove, oltre alla recitazione, occorre essere avvezzi al canto e alla danza. Se un appunto potrebbe essere fatto, è sulla fisicità del personaggio ovvero se sia possibile, per un uomo adulto, rendere coerentemente la freschezza e la sfrontatezza “corporea” di un sedicenne ma, a parte questa osservazione, non si possono che fare i complimenti al protagonista.
Nel ruolo della mamma Margaret troviamo Barbara Cola. Interpretazione vocale da concerto, profonda e commovente nel secondo Atto quando intona: Sì Mio, Sì Tuo (My Man My Boy). La Cola è di certo la migliore voce in scena. Assieme alla travolgente e grintosa Ludovica Di Donato (Ray), aveva precedentemente interpretato l’allegro brano Limited Editions.
L’amica di Jamie, Pritti Pasha, è Benedetta Boschi che si è fatta onore sia per la garbata presenza scenica che per la delicata interpretazione della sognante e melanconica Sei di Più (It Means Beautiful).
Tra gli interpreti principali incontriamo ancora Franco Mannella nella sua duplice veste di Hugo/Loco Chanel. L’interprete è particolarmente coinvolgente nel lungo pezzo corale: La Storia di Loco Chanel (The Legend of Loco Chanel) presentato con l’intervento delle altre amiche drag: Umberto Noto (anche nella parte del padre di Jamie), Michele Savoia e Sebastian Gimelli Morosini.
Parti maggiormente recitate più che cantate per: Lisa Angelillo (Miss Hedge), dalla figura elegante e austera, assieme a Flavio Marullo (Dean Paxton), giovane atletico. A loro sono toccati i non piacevoli ruoli (assieme al padre) degli antagonisti.
L’ensemble – composto da Giovanni Abbracciavento, Elena Barani, Robert Ediogu Levi, Giovanni Ernani Di Tizio, Erica Mariniello, Giuseppe Menozzi, Matilde Pellegri, Giovanna Tino – ha mostrato che per rendere credibile un musical è indispensabile un buon gruppo che sia in grado di proporsi come motore della narrazione visiva.
Lo spettacolo che non lascerà delusi gli amanti di questo genere teatrale, sia per l’allestimento che per i temi in esso trattati, potrebbe divenire uno degli spettacoli di punta delle prossime stagioni. Merita sicuramente di essere visto e di essere proposto, oltre che a Roma, su molti altri palcoscenici italiani.

Foto di Massimiliano Fusco

Tutti Parlano di Jamie. Il Musical

musiche e orchestrazioni di Dan Gillespie Sells
libretto di Tom MacRae
da un’idea originale di Jonathan Butterell
adattamento e regia di Piero Di Blasio
con Giancarlo Commare, Barbara Cola, Franco Mannella, Ludovica Di Donato, Lisa Angelillo, Benedetta Boschi, Flavio Marullo, Umberto Noto, Michele Savoia, Sebastian Gimelli Morosini
e con Giovanni Abbracciavento, Elena Barani, Robert Ediogu, Giovanni Ernani Di Tizio, Erica Mariniello, Giuseppe Menozzi, Matilde Pellegri, Giovanna Tino
scene Alessandro Chiti
costumi Francesca Grossi
direzione musicale Dino Scuderi
supervisione artistica e coreografie Laccio.

Teatro Brancaccio, Roma, fino al 3 aprile 2022.