“Orgoglio e pregiudizio” al Teatro Carignano di Simona Bisconti

Foto di Giulia Di Vitantonio

Passano molto velocemente le quasi due ore di Orgoglio e pregiudizio portato in scena al Carignano da Arturo Cirillo, pluripremiato attore e regista italiano originario della provincia di Napoli, esperto di testi classici come di quelli della tradizione napoletana. Merito è anche dell’adattamento teatrale curato da Antonio Piccolo, attore regista e drammaturgo, anch’egli napoletano e pluripremiato. Nella versione di Piccolo la narrazione di Jane Austen del 1813 diventa agile e sintetica. I tagli al testo hanno sfrondato la trama fino a lasciare la struttura essenziale per sostenere la drammaturgia; i tempi di passaggio tra una scena e l’altra sono stati azzerati e ogni scena è riassunta in poche battute chiare ed efficaci per mandare avanti la storia. In questo modo lo spettacolo riesce a essere veloce e ritmato pur non tralasciando dettagli gustosi per il pubblico. Anche la scenografia è ridotta al minimo, a quattro specchi enormi che fanno da contenimento, modulazione ed elemento di interazione per i personaggi. La storia è quella del romanzo: ci sono figlie di famiglia che devono trovare marito; una madre insistente, manipolatrice e frivola; un padre intelligente e imprevedibile; due coppie di innamorati, con caratteri diversi, che si inseguono e si respingono fino al lieto fine. Da un lato la dolce Jane si innamora del ricco Signor Bingley, dall’altro l’indomita Elizabeth si innamora dell’orgoglioso Signor Darcy. Attorno a loro si muovono personaggi e intrecci.

Foto di Giulia Di Vitantonio

L’operazione interessante che fa Arturo Cirillo con la sua regia è mettere in scena una commedia vivacissima che ricalca i modi e i toni della comicità napoletana alla Eduardo Scarpetta. Pur senza entrare mai nell’universo napoletano (se non per un accenno a Pulcinella durante una canzone), lo spettacolo rimanda echi e suggestioni che richiamano alla memoria il celebre Miseria e Nobiltà. Le donne che si presentano ai ricevimenti e ai balli addobbate a festa con grosse piume e abiti sgargianti (lo spettacolo ha vinto il premio Ubu per i costumi) ricordano il travestimento adottato dai poveri di Scarpetta per farsi passare da nobili nella casa dei ricchi. D’altra parte, il tema si avvicina: la famiglia di origine delle due sorelle protagoniste è di umili origini e le giovani si confrontano con due possibili mariti che invece appartengono alla classe sociale più agiata. Ma non è solo nell’estetica che si può rintracciare la ricerca artistica della messa in scena. La comicità dello spettacolo è resa non solo dalle battute ma anche e soprattutto dal gioco di ritmo e di controtempi, dalle variazioni della voce, nonché dalle parodie e dalle esagerazioni che tanto caratterizzano la commedia classica napoletana.

Foto di Matteo Delbò

La madre invadente, il pretendente improbabile, il rapporto tra moglie e marito che mal si sopportano, l’amore vero che deve trionfare, i fraintendimenti, la differenza di classe e il pensiero costante dei soldi sono tutti temi che si ritrovano nella storia originale della Austen e che in questo spettacolo sono stati selezionati e fatti risaltare con le scelte drammaturgiche e registiche. D’altra parte, si tratta di temi classici per la commedia, che da Plauto ad oggi passando per la commedia dell’arte hanno sempre fatto ridere il pubblico. Basti pensare allo svelamento dell’identità di un personaggio (Lady Catherine de Bourgh è la zia di Darcy) che “casualmente” si trova nel posto giusto al momento giusto e manda avanti la trama. Ancora oggi il pubblico risponde molto divertito a questo tipo di messa in scena. C’è da aggiungere che nonostante il riferimento ai toni di un certo tipo di commedia, la recitazione si mantiene su un filo di pulizia che evita fronzoli e abbellimenti inutili. Lo spettacolo segue un crescendo in decollo per cui man mano che procede si sviluppa sempre più verso l’esagerazione. Ci sono un paio di personaggi che tendono verso la macchietta, ci riferiamo al pastore Collins e all’anziana zia Lady Catherine de Bourgh interpretata da Arturo Cirillo stesso, ma in questi casi l’effetto è voluto e dichiarato: il primo con una respirazione volutamente parossistica, il secondo con un effetto parodistico che ancora una volta definiremmo “classico”.
Chi si aspettava un dramma psicologico forse è rimasto deluso da questo adattamento, ma il risultato in scena è uno spettacolo che definiremmo “popolare”, nel senso che è capace di catturare il favore del grande pubblico, nella veste elegante della prosa dei circuiti stabili. Sugli applausi finali, lo stesso Cirillo si è prodigato in lazzi che hanno divertito il pubblico e poi, come i capocomici di una volta, ha presentato a uno a uno per nome i suoi attori in scena.

Orgoglio e pregiudizio

di Jane Austen
adattamento teatrale Antonio Piccolo
regia Arturo Cirillo
con Arturo Cirillo, Valentina Picello, Francesco Petruzzelli, Sabrina Scuccimarra, Rosario Giglio, Eleonora Pace, Giacomo Vigentini, Giulia Trippetta
scene Dario Gessati
costumi Gianluca Falaschi
luci Camilla Piccioni
musiche Francesco De Melis
prima versione teatrale italiana
Marche Teatro / Teatro di Napoli-Teatro Nazionale.

Teatro Carignano, Torino, dal 17 al 21 novembre 2021.

In tournée:
Teatro Elfo Puccini, Milano, dal 23 al 28 novembre 2021.