Latitudini e il teatro contemporaneo in Sicilia di Filippa Ilardo

Franco Scaldati e Valentina Valentini inaugurano le attività della “Rete Latitudini”, Teatro Garibaldi, Enna, 2011. Foto di Fabio Navarra

Dieci anni di attività: rassegne, festival, residenze, formazione, laboratori e workshop. Latitudini – Rete Siciliana per la Drammaturgia Contemporanea, raggruppa circa 50 Soci, fra Compagnie teatrali e Teatri privati e pubblici, Compagnie dell’isola e in Calabria.
La Rete, che ha inaugurato il suo primo evento pubblico presso il Teatro Garibaldi di Enna, con la presenza di Franco Scaldati, è stata, in questi anni, un supporto organizzativo indispensabile per le Compagnie indipendenti, favorendo la distribuzione, in alcuni casi anche nazionale.
«Attualmente circuitiamo» – riassume il Presidente Gigi Spedale – «una media di 60 spettacoli teatrali a stagione in tutte le province siciliane, oltre a Milano, Roma e Calabria. Considerando tutte le attività che si mettono direttamente in campo, la Rete ha all’attivo almeno 800 giornate in un anno, senza considerare tutto l’indotto (artigiani e fornitori per scene e costumi, trucco, ospitalità, trasporti etc.). I festival che Latitudini organizza o a cui partecipa direttamente e stabilmente sono una dozzina in tutta Italia. Di fatto siamo ormai un circuito multidisciplinare che va dal teatro alla danza e, da diversi anni, anche alla musica».
Che la Sicilia sia una terra di grande vivacità artistica e creativa lo sappiamo, merito della Rete è quello di mettere in relazione le più importanti Compagnie e gli spazi legati alla scena contemporanea e ai linguaggi performativi (teatro, danza, e nuova drammaturgia).
«Da Palermo a Catania, passando per Enna, da Messina a Siracusa, passando per Caltanissetta, non c’è una provincia dell’isola in cui la Rete non abbia promosso convegni, incontri, focus, dibattiti, momenti di formazione attraverso scuole, workshop e laboratori». Così recita il Premio dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro di cui la Rete è stata insignita nel 2019.
Tra i progetti sviluppati dalla Rete sono certamente da annoverare la Residenza internazionale di drammaturgia WRITE, il festival della Cultura Mediterranea SABIRFEST.

Mimmo Cuticchio con “L’Ira di Achille”, parco Ecolandia, Arghillà (RC), 2020. Foto di Fabio Navarra

Merito della Rete è anche quello di aver fornito, negli anni, momenti di riflessione condivisa, favorendo la collaborazione tra artisti e ambiente accademico, critici di teatro e operatori culturali. Una formazione continua e capillare, grazie alle convenzioni attive con le Università di Messina, Catania e Palermo, Stage, convegni e incontri con le Compagnie teatrali ospiti, opportunità di avviamento al lavoro nelle produzioni teatrali.
«La Rete ha provato, in qualche modo riuscendoci, a dare corpo all’aspirazione di più generazioni di lavoratori dello spettacolo dal vivo che si sono riconosciuti come facenti parte di un tessuto» – dichiara Turi Zinna, drammaturgo, performer, regista catanese – «Questo ha portato alla dismissione, per gli artisti e le Compagnie, dell’attitudine ad essere isole in un’isola. La sfida, dall’esito non scontato, è stata quella di pensare, inventare, lavorare insieme per il bene di ciascuno e di tutti».
Obiettivo della Rete è anche quello di focalizzare l’attenzione sui più importanti percorsi artistici dell’isola, trovando nuove modalità organizzative in una regione in cui è difficile mettere a sistema modelli distribuitivi efficaci.
Attraverso un’incessante attività di interlocuzione con gli Enti locali e regionali, il Direttivo della Rete cerca di definire strumenti di tutela e diffusione, sul piano regolamentare e legislativo, dell’attività degli autori, delle compagnie e degli organizzatori siciliani.
«La Sicilia, rispetto al contesto nazionale» – afferma Giuseppe Provinzano, regista, attore e drammaturgo palermitano – «è indietro per molti aspetti organizzativi e all’avanguardia per aspetti artistici. Produciamo tantissimi artisti dal grande valore, nonostante le condizioni di lavoro siano sotto la media nazionale. Un po’ come in tutto il Sud Italia, si sconta l’assenza di un equilibrio territoriale adeguato finalizzato alla realizzazione di politiche di sviluppo culturali strategiche e relativi investimenti. La Rete Latitudini, in questi dieci anni, spesso si è dimostrata un interlocutore con una visione nazionale, sia da un punto di vista artistico e progettuale, sia come interfaccia per lo sviluppo di politiche culturali dal respiro più ampio e con uno sguardo alle progettualità contemporanee».
Un lavoro collettivo che arriva anche alle aree interne dell’isola: «In questi dieci anni di vita, Latitudini ha svolto anche un prezioso lavoro a sostegno di quei progetti di promozione della culturale teatrale portati avanti dai soci in quelle aree interne della nostra Regione» – ribadisce Fabio Navarra, fondatore della compagnia Nave Argo che opera a Caltagirone – «presso le quali minori sono per i cittadini le opportunità di partecipare a spettacoli, laboratori, incontri con gli artisti. Con queste azioni Latitudini e i suoi soci danno così pieno senso al ruolo del Teatro inteso come strumento di crescita sociale e civile di una Comunità».

Convegno Università di Messina su Stefano D’Arrigo, Festival “Nel Ventre dell’Orca”, 2019. Foto di Fabio Navarra

La danzatrice, coreografa e organizzatrice Simona Miraglia afferma: «La Rete Latitudini negli anni ha avuto una duplice funzione: da un lato ha svolto in maniera efficace azioni di difesa di interessi comuni del settore dello spettacolo dal vivo, in ambito regionale (dialogando con le istituzioni); dall’altro ha focalizzato l’attenzione sulla drammaturgia contemporanea siciliana. Intorno a queste funzioni ha strutturato la partecipazione dei soci. Negli ultimi anni, inoltre, grazie allo sviluppo di una visione sempre più approfondita sul contemporaneo c’è stata anche un’apertura sulla danza contemporanea, un settore ancora oggi penalizzato nel panorama della programmazione teatrale nazionale».
Anche Francesca Vitale mette in evidenza le possibilità che offre il circuito: «Latitudini è un vivaio, un trampolino, un forziere. La sua vocazione, ma anche la sua proiezione verso il futuro, è quella di offrire supporto, conoscenze, opportunità alle compagnie. Ma anche quella di regalare una preziosa opportunità di confronto delle esperienze di tutti i componenti».
«Tante cose sono state fatte» – continua Provinzano – «altre ce ne sarebbero e potremmo sintetizzarle in due macro-aree: continuare a colmare il gap col resto d’Italia, condividendo e allargando la propria visione ad altri soggetti, intervenendo e concorrendo con le nostre competenze al dibattito pubblico e allo sviluppo delle politiche culturali locali e, nel concreto, costituire un vero e proprio circuito teatrale contemporaneo siciliano (o del Sud Italia), che possa tener conto anche delle esigenze territoriali».
Silvio Parito, instancabile organizzatore, così sintetizza il lavoro di questo decennio: «Dieci anni fa, l’impresa a cui ci accingevamo sembrava utopia: far incontrare, collaborare, colloquiare, accogliere in unico progetto molteplici organismi  con variegate esigenze, diverse sensibilità artistiche, differenti identità, dal palermitano al catanese, al messinese, al trapanese, al nisseno, all’ennese, e tutto nella prospettiva della drammaturgia contemporanea, in particolare quella siciliana, che negli anni è cresciuta. Oggi tutto questo è una realtà da portare avanti: punto di partenza per nuovi traguardi».

Un grande lavoro, un grande impegno, una bella sfida ancora tutta da affrontare.