Il coraggio del Teatro: apre a Roma il nuovo spazio Teatrosophia di Maria Francesca Stancapiano

foto Marco Berretta

In un periodo in cui il teatro sanguina, c’è chi ha deciso di trovare cure facendo sognare e concedendo l’opportunità di esprimere la propria fede. Questo è Teatrosophia. È proprio il caso di dire che sono gli uomini che fanno i miracoli, ascoltando il cuore, le necessità di raccontare.

Guido Lomoro lo sa e il 10 settembre ha presentato con il suo entusiasmo, la prima stagione 2018/19 all’interno del nuovo spazio teatrale a pochi passi da Piazza Navona e Castel Sant’Angelo: si tratta di Teatrosophia, un piccolo gioiello, curato nei minimi dettagli, quelli attenti ad accarezzare i sentimenti, le somiglianze, con personaggi, attori e spettatori. Un’unica sala dal nome femminile “Claudia”: un atto di devozione e di riconoscenza verso un’amica scomparsa.

Teatrosophia ha raccolto con enorme leggerezza la saggezza di un leitmotiv unico nella presentazione degli spettacoli che andranno a cucire l’intero cartellone: tutti, chi nella commedia, chi nel dramma, chi in una crisi hanno bisogno impellente di raccontare, di stendere su un palcoscenico l’esigenza delle domande dell’essere umano incastrate o in fatti storici realmente accaduti o in fatti personali o nel rispecchiare il quotidiano sociale. Lomoro sembra aver voluto utilizzare la stessa leggerezza lasciataci come eredità da Italo Calvino nel suo ultimo saggio Lezioni americane. In quest’ultimo, infatti, lo scrittore riporta molti esempi tra cui il mito di Perseo, l’eroe con i sandali alati, e quello di Medusa, l’orrendo mostro con la testa piena di serpenti che pietrificava chiunque o qualsiasi cosa incontrasse il suo sguardo. L’eroe, infatti, intendendo riposarsi dopo un’altra vittoria riportata su un altro mostro, prima di poggiare per terra il sacco con la testa della Medusa, si preoccupa di rendere soffice il terreno preparandogli un giaciglio di foglie e di ramoscelli marini. Allo stesso modo il neo direttore artistico ha creato un palco morbido, intimo, di cura per l’animo dove l’attore (ma anche lo spettatore) sembra sentirsi al sicuro nello sfidare le tante “Meduse”, affrontate sotto differenti chiavi registiche e dove la crisi sarà necessaria per riemergere o per farci riflettere.

foto Marco Berretta

L’interazione con il pubblico sembra essere necessaria nella maggior parte degli spettacoli presentati, come per La cena di Giuseppe Manfridi – con Walter Manfrè, Andrea Tidona, Chiara Condrò, Stefano Skalkotos, Cristiano Marzo Penna – che aprirà le danze della stagione dal 20 settembre al 7 ottobre. Così come 60 minuti e 30 storie da raccontare! Un format diretto, sarcastico, amaro, irriverente che narra in una successione casuale i meccanismi più profondi dell’esistenza umana della compagnia. C’è poi la volontà di trattare tematiche di cui poco si parla, come la chirurgia estetica e i danni che questa può comportare al corpo di una donna, argomento di La Gabbia di Carne, da un’idea di Valentina Ghetti, anche attrice dello spettacolo, e di Luca Gaeta (che ne firma il testo e ne cura la regia), quest’ultimo – solito nei suoi lavori – a indagare il linguaggio delle donne restituendolo al pubblico con animo puro e sacro. Gaeta ritornerà da aprile fino a maggio come regista di altri tre spettacoli: Confessioni di un burattino senza fili, Altrokesuperman, R.I.P.-RITORNO IN PLATEA, che vedono in scena Salvatore Rancatore, noto attore siciliano, il quale racconterà, con il ritmo del cuore, il disagio della diversità, della disoccupazione e il malessere dell’attore, fino ad accompagnare lo spettatore sotto il suo stesso occhio di bue, quello di una fragilità bella che può soltanto unire.

Nella stagione teatrale c’è, inoltre, la volontà di raccontare l’altro lato della solitudine, nell’attesa straziante di un giorno comandato dal calendario come il Natale con il testo Il Natale di Harry con Alessandro Giova, diretto da Marta Iacopini.

Questi alcuni dei tanti spettacoli che hanno trovato lo spazio e la dimensione di urlare ciascuno la propria fede in un unico applauso cercato da tempo.

Guido Lomoro è una della tante persone che in un paese che gode di tante potenzialità come l’Italia ha voluto darsi un’altra possibilità. Accoglie con un sorriso umile di chi sa che per costruire c’è bisogno di una comunità. E la comunità è, per noi, teatro.

Teatrosophia

via della Vetrina 7, Roma

tel: 06 68801089 / 375 5488661 dalle h9 alle h20

mail: info@teatrosophia.com

sito: www.teatrosophia.com

fb: https://www.facebook.com/teatrosophia2018/

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