Il volto inedito di Massimo Troisi il poeta di Ilaria Capacci

Foto di Pino Settanni

«Al mio cuore malandato

almeno a lui ho messo le ali.

Io, padrone di un bel niente,

neppure di me stesso».

 

In pochi saranno al corrente del fatto che, oltre ad essere un eccellente attore e regista, Massimo Troisi scrivesse toccanti poesie come Al mio cuore. L’intento della mostra Troisi poeta Massimo – al Teatro dei Dioscuri al Quirinale di Roma fino al prossimo 30 giugno – è proprio quello di farci scoprire il lato più sensibile dell’artista campano. A venticinque anni dalla sua scomparsa, la capitale gli dedica un omaggio con una mostra fotografica e multimediale promossa dall’Istituto Luce Cinecittà a cura di Nevio De Pascalis e Marco Dionisi con la supervisione del nipote di Troisi, Stefano Veneruso.
L’esposizione, aperta al pubblico a ingresso gratuito, accoglie il visitatore con una gigantografia di Massimo Troisi, opera di Pino Settanni, e con un video realizzato dall’Archivio dell’Istituto Luce con estratti di interviste all’attore e immagini tratte dalla lavorazione dei film Il viaggio di Capitan Fracassa e Il postino.
All’inizio del percorso, che si snoda seguendo in ordine cronologico la vita e la carriera dell’artista, commuove riascoltare la voce di Massimo Troisi.
Subito dopo l’emozione sonora, si ha quella visiva: basta alzare gli occhi sulle volte del Teatro dei Dioscuri per godere di una vista straordinaria – grazie al colorato patchwork di foto e copertine di giornale realizzato da Marco Innocenzi – che ricorda una cappella splendidamente affrescata.
La prima sala racconta l’infanzia e la vita in una famiglia molto numerosa che a Troisi diede lo slancio per iniziare a scrivere poesie. «Io sono il penultimo di sei fratelli e cercavo anche fisicamente un posto tutto mio, uno spazio per poter scrivere. Era come un segreto che non volevo condividere con nessuno». Qui spiccano le foto con genitori e fratelli e quelle della sua grande passione per il calcio: lo vediamo bambino sui campi da gioco della sua cittadina, San Giorgio a Cremano. Vi è anche una letterina che scrisse a sette anni al cognato Giorgio Veneruso e le prime poesie manoscritte. Il visitatore, se ne ha il desiderio, può portare via con sé una copia di ogni poesia.
Si prosegue con i suoi esordi teatrali presso il Centro Teatro Spazio documentati da foto di scena e da locandine di spettacoli come quella de I Saraceni. L’ambiente successivo è dedicato a La Smorfia, il trio formato insieme a Enzo Decaro e a Lello Arena, con cui Troisi arrivò dapprima sui palcoscenici nazionali e poi in TV. Grazie alle foto di scena, ci tornano alla mente gli sketch più divertenti e irriverenti del gruppo come La Guerra e L’Annunciazione.
Un totem con lo split screen presenta le interviste ad alcuni colleghi amici dell’artista napoletano: da Enzo Decaro a Marco Risi, da Gaetano Daniele a Carlo Verdone. Altra caratteristica multimediale della mostra è la postazione d’ascolto delle canzoni composte da Decaro e da Troisi. Alcuni dei suoi versi più toccanti, rimasti per anni su carta, furono ripresi da Enzo Decaro nel 2008 e musicati in un CD con ospiti prestigiosi, quali Ezio Bosso e Paolo Fresu.

Foto Archivio Famiglia Troisi

La seconda stanza descrive il grande salto de La Smorfia dal palcoscenico agli studi televisivi con il programma Non Stop di Enzo Trapani. «Con Non Stop c’è stato un grosso successo: cominciavamo ad essere riconosciuti per strada, c’erano proposte di lavoro in tutta Italia». Assistiamo qui ad alcuni sketch della famosissima trasmissione che lanciò, oltre al trio campano, anche i Giancattivi e i Gatti di Vicolo Miracoli. In questa sezione – corredata da spezzoni tratti dai programmi TV, foto con personaggi come Baudo e video-interviste a colleghi, quali Carlo Verdone e Anna Pavignano – l’attenzione viene catturata da un’installazione – ologramma, realizzata da Michelangelo Bastiani, in cui il visitatore può rivedere attori e scene divertenti de La Smorfia.

Foto Archivio Enzo Decaro

La sezione dedicata alla TV si conclude con estratti dello spettacolo RAI Morto Troisi, viva Troisi! dove il popolare attore immaginava la sua dipartita e metteva in scena l’ultimo saluto tributato dai colleghi. Ne uscì un’ora di televisione assolutamente dissacrante e, al tempo stesso, esilarante.
Il terzo ambiente dell’esposizione è dedicato alla carriera cinematografica di Troisi che si aprì nel 1981 con Ricomincio da tre e si concluse con Il Postino, uscito postumo. Qui, tra backstage, foto, locandine di film e una vetrina con i premi ottenuti, spiccano l’intervista di Lello Bersani a Troisi e a Roberto Benigni per l’indimenticabile Non ci resta che piangere e la lettera del 1991 scritta da un giovane Paolo Sorrentino, il quale esprime la sua ammirazione per Troisi e si propone per eventuali collaborazioni sul set. In aggiunta, tra le video-interviste, Carlo Verdone ricorda che l’uscita di Ricomincio da tre coincise con quella del suo Bianco rosso e Verdone.

Foto Archivio Appetito

Tra i due comici, che si conoscevano dai tempi di Non Stop, nacque una simpatica sfida sugli incassi. Emoziona, poi, rivedere Troisi accanto al compianto Mastroianni nelle foto di scena di Splendor e di Che ora è? diretti da Ettore Scola.
L’ultima parte della mostra è riservata a Il Postino, il film che Troisi girò nonostante i gravi problemi cardiaci e che non fece in tempo a vedere sul grande schermo, dal momento che scomparve subito dopo le riprese il 4 giugno del 1994. In questa sezione è esposta la bicicletta con cui il giovane portalettere Mario (interpretato dallo stesso Troisi) consegnava la posta al poeta Neruda ed è stata ricostruita anche una stanza con divano e giradischi con le musiche di Pino Daniele, che scrisse la colonna sonora di alcuni suoi film (da Ricomincio da tre a Pensavo fosse amore… invece era un calesse). Vi è inoltre la copia originale del libro di Antonio Skarmeta Il Postino con gli appunti scritti a mano da Troisi, il quale, evidentemente, durante la letturpiangerea del romanzo già sognava di trasformarlo in lungometraggio.
La mostra si conclude come era iniziata: con la voce dell’attore-regista in alcune scene inedite di backstage de Il Postino girate dal nipote Stefano Veneruso.
Se l’esposizione al Teatro dei Dioscuri dovesse lasciarvi l’amaro in bocca per la breve vita e carriera di un artista che avrebbe potuto dare ancora molto al Cinema italiano, tenete presente che fino al prossimo 30 ottobre Cinecittà si Mostra, negli studi di via Tuscolana a Roma, ospita Omaggio a Troisi un viaggio tra costumi e filmati tratti dal set di alcuni suoi film.

Troisi poeta Massimo

a cura di Nevio De Pascalis e Marco Dionisi con la supervisione di Stefano Veneruso.

Teatro dei Dioscuri al Quirinale, Roma, fino al 30 giugno 2019.

Apertura: da martedì a domenica dalle ore 10.00 alle ore 19.00.