Fiori per Torgeir di Gregorio Amicuzi

15/09/2020 liminateatri_admin 0

Le più belle “prove” che ho visto quest’anno. Ho visto Torgeir Wethal in scena insieme all’Odin Teatret nel 2000 a Roma. Dopodiché non ho avuto più occasione di vedere spettacoli di tutto il gruppo fino

Tiresias di Giorgina Pi: mito, poesia e rap per “restare se stessi” di Laura Novelli

08/09/2020 liminateatri_admin 0

Da diverso tempo la regista Giorgina Pi e il collettivo Bluemotion (nato all’interno dell’eclettica operatività dell’Angelo Mai di Roma) guardano al repertorio drammaturgico e letterario britannico quale significativo serbatoio di scritture capaci di intercettare la

La Atwood di Viola Graziosi in tempo di Coronavirus di Katia Ippaso

13/03/2020 liminateatri_admin 0

Questa è una storia che parte da lontano. Il primo atto si svolge nel 1985, data di pubblicazione de Il racconto dell’ancella, il romanzo distopico della scrittrice canadese Margaret Atwood. Nel 2017 Netflix realizza la

Alessandro Serra rilegge “Il giardino” di Čechov come un sogno visionario e cupo di Laura Novelli

11/03/2020 liminateatri_admin 0

C’è un’anima palpitante ne Il giardino dei ciliegi di Anton Čechov. Ed è l’anima di un’umanità aggrappata alla nostalgia di un tepore antico che si oppone al nuovo, all’imprevedibile, al progresso, alla Storia. Quest’anima inchioda

Nel Macello di Pietro Babina di Katia Ippaso

26/02/2020 liminateatri_admin 0

Teorizzando il teatro della crudeltà, Antonin Artaud ha fatto irrompere sulla scena del lettore e dello spettatore squarci anomali di ciò che è “spaventevole” e “numinoso”: il punto di luce sulla ferita, la retata di

Una performance d’attore. Le lettere di Van Gogh al fratello Theo di Sergio Roca

20/02/2020 liminateatri_admin 0

Recensire un monologo basato sulla lettura e l’adattamento di un epistolario non è impresa facile come, alla stessa maniera, non può essere semplice realizzare, con successo, una operazione artistica di questo genere. Per Vincent Van

Raccontare le Madri di Titti Danese

18/02/2020 liminateatri_admin 0

La scena è abitata da due cupole bianche, rigonfie come ventri gravidi comunicanti tra loro. Da cui emergeranno con il solo busto i protagonisti di questa seconda puntata di una trilogia che Mario Perrotta dedica

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